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La medicina è la pratica supportata da scienze che studia le malattie del corpo umano al fine di garantire la salute delle persone, in particolare riguardo alla definizione, prevenzione e cura delle malattie, oltre alle diverse modalità di alleviare le sofferenze dei malati (anche di coloro che non possono più guarire). In collegamento con altre discipline quali, ad esempio la farmacia, l'infermieristica, la biologia, la chimica, la fisica, la psicologia e la bioingegneria, la medicina è presente in ambiti giuridici con la medicina legale o quella forense. Il termine "medicina" denota anche l'esercizio dell'attività professionale da parte di un medico. Nell'uso comune del termine può indicare semplicemente un farmaco.
Politrauma o politraumatizzato è definito come "paziente che presenta una o più lesioni traumatiche ad organi o apparati differenti con compromissione attuale o potenziale delle funzioni vitali". È una patologia sempre più comune che causa, secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (WHO), il secondo picco di mortalità nell'età compresa tra 5 e 30 anni.
La naturopatia o medicina naturopatica è un insieme di pratiche di medicina alternativa, i cui fondamenti teorici furono raccolti da principi salutistici di diversa provenienza, forse formulati alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti per poi diffondersi, in diverse forme, nel resto del mondo, senza però mai riuscire a dare vita a una medicina autonoma, univocamente e coerentemente definita. Essa dichiara di avere come obiettivo la stimolazione della capacità innata di autoguarigione o di ritorno all'equilibrio del corpo umano, denominata omeostasi, attraverso l'uso di tecniche e di rimedi di diversa natura, oppure attraverso l'adozione di stili di vita sani e in armonia con i "ritmi naturali". Le pratiche naturopatiche possono essere molto varie: massaggi, riflessologia plantare, idroterapia, cromopuntura/cromoterapia, floriterapia, climatoterapia, aromaterapia e molte altre. La medicina scientifica è critica riguardo alla medicina naturopatica, perché i mezzi utilizzati dalla medicina "alternativa" non sono fondati scientificamente, si basano su costrutti teorici non dimostrati; inoltre, i suoi presunti risultati clinici non reggono solitamente alla verifica clinica in studi controllati, e molti dei suoi esponenti usano in maniera fuorviante e suggestiva termini scientifici che hanno in realtà significati molto diversi.
Il medico di famiglia, noto ufficialmente in ambito istituzionale come medico di medicina generale (MMG), in riferimento alla specializzazione, o medico di assistenza primaria (MAP), in riferimento al ruolo all'interno dell'SSN, è un medico specialista nella disciplina della medicina generale che nell'ambito del servizio sanitario nazionale presta assistenza sanitaria sul territorio rivestendo il ruolo di medico curante. Il medico di assistenza primaria è il responsabile della cura globale della persona, rappresenta l'accesso del cittadino al sistema sanitario nazionale e ha il compito di coordinare sotto la sua responsabilità l'intera vita sanitaria dei suoi pazienti.In Italia, nell'ambito delle sue funzioni, il medico di assistenza primaria è un pubblico ufficiale e riveste il ruolo di medico curante ovvero il medico che ha il compito di concordare con il paziente una strategia diagnostico-terapeutica complessiva. Il medico di medicina generale di assistenza primaria è una figura professionale diversa sia dal "medico generico", cioè il laureato in medicina e chirurgia che non ha conseguito una formazione post laurea, che dal "medico di base", figura professionale non più esistente sostituita dal medico di assistenza primaria.
La medicina veterinaria è una branca delle scienze mediche che si occupa della salute e del benessere degli animali, del loro allevamento e dei prodotti che da essi ne derivano, alimentari e non alimentari.
La medicina delle grandi emergenze e delle catastrofi analizza e comprende tutte le procedure mediche e di primo soccorso che vengono attuate in caso di maxiemergenza o di catastrofe; le due diverse situazioni sono così definite: maxiemergenza: i sistemi di soccorso, inclusi gli ospedali, sono intatti e funzionanti. catastrofe (o disastro): i sistemi di soccorso sono danneggiati, e/o incapacitati a funzionare.
La malattia da decompressione (acronimo MDD) è una patologia da decompressione derivante dalla formazione di bolle all'interno del circolo ematico o dei tessuti ed è provocata dalla mancata eliminazione di gas inerti (azoto). La malattia può verificarsi in seguito ad un'immersione subacquea, oppure all'esposizione a pressioni elevate o anche in seguito alla rapida perdita di pressione nella cabina di un velivolo. In soggetti predisposti, la malattia da decompressione può insorgere anche dopo un'immersione effettuata entro la cosiddetta curva di sicurezza (un rapporto tra profondità e tempi di immersione che non consentono un accumulo eccessivo di azoto nell'organismo) oppure nonostante il rigoroso rispetto delle soste di decompressione (soste stabilite a determinate quote in base al superamento di determinate profondità e tempi di immersione per smaltire accumuli eccessivi di azoto). Questo accade perché i fattori che possono provocare un eccessivo assorbimento - o un insufficiente smaltimento - dei gas inerti sono diversi e dipendono sia dalle condizioni fisiche del subacqueo e dal suo allenamento, sia dall'ambiente esterno (ad es. stress ed affaticamento del subacqueo in immersione e/o temperatura rigida dell'acqua). Ogni evento di MDD richiede un trattamento di ricompressione di tipo diverso a seconda della gravità dei sintomi e del tipo di MDD.
L'ictus (dal latino "colpo"), conosciuto anche come apoplessia, ischemia cerebrale, colpo apoplettico, accidente o insulto cerebrovascolare, o attacco cerebrale, si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule. Vi sono due tipi principali di ictus, quello ischemico (ischemia cerebrale), dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento o emorragia cerebrale, l'uno può anche seguire l'altro; entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare correttamente. I segni e i sintomi di un ictus possono comprendere, tra gli altri, l'incapacità di muoversi o di percepire un lato del corpo, problemi alla comprensione o all'esprimere parole o la perdita di visione di una parte del campo visivo. Se i sintomi durano meno di una o due ore, l'episodio viene chiamato attacco ischemico transitorio (TIA). Gli ictus emorragici possono essere associati ad un forte mal di testa. I sintomi possono essere permanenti e le complicanze a lungo termine possono includere polmonite ab ingestis, demenza vascolare, parkinsonismo, afasia, paraplegia, tetraplegia, paresi o una perdita di controllo della vescica. Può anche causare la morte direttamente. Il principale fattore di rischio per l'ictus è la pressione alta, mentre altri possono essere il fumo di tabacco, l'obesità, il colesterolo alto, il diabete mellito, un precedente TIA e la fibrillazione atriale. L'ictus ischemico è causato generalmente dall'ostruzione di un vaso sanguigno; l'ictus emorragico, invece, dal sanguinamento intracranico generalmente in seguito alla rottura di un aneurisma cerebrale.La diagnosi viene generalmente formulata attraverso l'esame clinico. Le tecniche di neuroradiologia, in particolare la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, risultano fondamentali per confermare il sospetto clinico, escludere altre patologie, caratterizzare e quantificare le lesioni, pianificare il trattamento. Altri test, come un elettrocardiogramma (ECG) e gli esami del sangue sono solitamente eseguiti per determinare i fattori di rischio e per escludere altre possibili cause. L'ipoglicemia, ovvero l'abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue, può causare sintomi simili.La prevenzione comprende un tentativo di diminuzione dei fattori di rischio, nonché, eventualmente l'assunzione di aspirina e/o statine, l'intervento chirurgico per mantenere pervie le arterie al cervello nei pazienti con un restringimento problematico e il farmaco warfarin per coloro che soffrono di fibrillazione atriale.Il trattamento dell'ictus spesso richiede il ricorso a cure d'emergenza. L'ictus di tipo ischemico, il più frequente, si può giovare della tradizionale terapia con somministrazione sistemica di fibrinolitico (entro 4.5 ore dall'insorgenza) e, nei centri dotati di unità di neuroradiologia interventistica, del trattamento endovascolare mediante trombectomia meccanica (entro 6-8 ore dall'insorgenza). Alcuni ictus emorragici possono essere trattati tramite intervento chirurgico. La riabilitazione intrapresa nel tentativo di recuperare alcune delle funzionalità perse si svolge idealmente nelle stroke unit, che tuttavia spesso non sono disponibili in molte parti del mondo. . Uno degli approcci di riabilitazione maggiormente diffusi ed utilizzati in occidente è il Concetto Bobath [1]. Nel 2010 circa 17 milioni di persone hanno subito un ictus e 33 milioni reduci ad un evento di questo tipo erano ancora in vita. Tra il 1990 e il 2010 il numero di ictus che si sono verificati ogni anno è diminuito di circa il 10% nel mondo sviluppato e aumentato del 10% nel mondo. Nel 2013, l'ictus è stato la seconda più frequente causa di morte dopo le malattie coronariche, responsabile di 6,4 milioni di decessi (il 12% del totale). Circa 3,3 milioni di morti sono conseguenza dell'ictus ischemico, mentre 3,2 milioni dell'ictus emorragico. In generale, due terzi degli ictus si sono verificati in persone di oltre 65 anni di età.
Per addome acuto in medicina si intende un quadro clinico a localizzazione addominale caratterizzato dalla acuzie, intesa come stato di massima gravità e intensità, delle sue manifestazioni. Può essere considerato come la espressione di gravi complicazioni nel corso di alcune malattie e come tale si riscontra abitualmente nelle perforazioni intestinali, nelle emorragie endo-cavitarie o nelle pancreatiti acute necrotiche, altre volte invece può costituire uno dei momenti del decorso di un evento patologico presentandosi occasionalmente come nel caso di alcune colecistiti acute, coliche renali, appendiciti acute. Pur manifestandosi a livello addominale non necessariamente è legato a malattie degli organi contenuti in questa cavità e così è possibile distinguere cause: endo-addominali - quando sono coinvolti gli organi che vi hanno sede: intestino, fegato, pancreas. extra-addominali - a partenza da organi distanti: apparato renale, aorta toracica, cuore, polmone. sistemiche o generali - nel caso di patologie non specificamente legate a un organo ma che coinvolgono l'organismo nella sua totalità.Una eziologia così varia spiega la frequenza, calcolata in oltre il 10%, con cui si osserva nelle prestazioni erogate in regime di Pronto Soccorso. Può andare incontro a risoluzione spontanea o, nei casi di pertinenza internistica, dopo terapia farmacologica, ma il più delle volte richiede un trattamento chirurgico tempestivo e pertanto costituisce una delle cause più frequenti di ricovero nei reparti di chirurgia d'urgenza.