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Nadja Abd el Farrag (Amburgo, 5 marzo 1965) è una conduttrice televisiva e cantante tedesca, nota anche col soprannome Naddel.
Nadja è un romanzo autobiografico dello scrittore e teorico del movimento surrealista André Breton uscito presso Gallimard nel 1928, e in edizione rivista dall'autore nel 1963. In italiano nella traduzione di Giordano Falzoni e con una nota di Lino Gabellone, è uscito nella collana "Einaudi Letteratura" nel 1972, quindi nella "Nuovi coralli" nel 1977, e nella "Letture", con prefazione di Domenico Scarpa nel 2007, presso Einaudi. Il libro, definito da Maurice Blanchot "libro sempre futuro", racconta dell'incontro tra lo scrittore e Léona Delcourt (1902-1941), che si fa chiamare Nadja, avvenuto la prima volta il 4 ottobre 1926 a Parigi e comprende fotografie e disegni, tra le quali, immagini della città, programmi di teatro, opere e disegni, e i ritratti di Paul Éluard, Benjamin Péret, Robert Desnos, l'attrice Blanche Derval (1885-1973), l'indovina Madame Sacco, lo psichiatra Henri Claude (1869-1945) e l'autore stesso. Con tono da inchiesta realistica, ripresa direttamente dalla vita il racconto si divide in tre tempi: chi sono io? sorta di introspezione auto-analitica e poetica il calendario degli incontri tra 4 e il 13 ottobre 1926 e le impressioni che la ragazza suscita (anche in incontri successivi, fino al suo internamento in manicomio), in una sorta di seconda domanda: chi vive? una riflessione successiva e delirante sul senso di scrivere su questo incontro e su altro, con la conclusione che "la bellezza sarà CONVULSA o non sarà".In una lettera a Jean Paulhan del 2 dicembre 1939, Breton esprime il desiderio di rilegare sotto la stessa copertina Nadja con Les Vases communicants (1932), e L'Amour fou (1937), per rendere manifesto il legame che li unisce.
L'Amour fou è un racconto autobiografico dello scrittore e teorico del movimento surrealista André Breton, scritto tra il 1934 e il 1936 uscito presso Gallimard nel 1937. In qualche modo si può considerare il seguito del libro Nadja, scritto nel 1928, che ne riprende la formula con presenza di fotografie e disegni. In italiano è uscito con traduzione e nota di Ferdinando Albertazzi nelle collane "Einaudi Letteratura" nel 1974 e "Nuovi coralli" nel 1980 di Einaudi. La quarta di copertina è firmata da Guido Neri. L'idea tipica del surrealismo e di Breton che le coincidenze siano importanti e magiche, anche laddove apparse in sogno o nell'arte, nella premonizione o nel delirio dei folli, trova nel racconto una delle massime manifestazioni, quando l'autore si imbatte in Jacqueline Lamba, poi sua terza moglie. Se Nadja s'era chiuso appellandosi alla bellezza convulsiva, qui Breton scrive che "la bellezza convulsiva sarà erotico-velata, esplosivo-fissa, magico-circostanziale o non sarà". Discussioni sull'incontro capitale della vita, aperte sulle pagine della rivista "Mercure" e qui riassunte, conversazioni con Alberto Giacometti sul desiderio di amare e di essere amati, come pure il valore di indizi e reperti rispetto al desiderio, fanno scrivere all'autore che "due individui che procedono fianco a fianco costituiscono un'unica macchina a influenza innescata". L'incanto dell'incontro e del trasporto amoroso ha a che fare con l'ignoto (più in generale, scrive che "la più grande debolezza del pensiero contemporaneo risiede nella stravagante sopravvalutazione di ciò che è noto rispetto a ciò che ancora rimane da conoscere"), l'attesa, la rivelazione e con il desiderio ("sola molla del mondo, il desiderio, solo rigore che l'uomo debba conoscere") che mette due esseri nello stesso divenire, realizzando nell'amore "totale" la "cifra più compiuta della vita". Il libro si conclude con la frase "Je vous souhaite d'être follement aimée".