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Simone Martini, indicato talvolta anche come Simone Senese (Siena, 1284 circa – Avignone, 1344), è stato un pittore e miniatore italiano, considerato indiscutibilmente uno dei maestri della scuola senese e sicuramente uno dei maggiori e più influenti artisti del Trecento italiano, l'unico in grado di contendere lo scettro a Giotto. La sua formazione avvenne, probabilmente, nella bottega di Duccio di Buoninsegna. Ancora giovane e sconosciuto ricevette il prestigioso incarico di dipingere la Maestà per il Palazzo Pubblico di Siena e da allora la sua fama crebbe senza soste. Lavorò ad Assisi, Roma, Napoli, oltre che, naturalmente, nella sua città natale. Nel 1340 si trasferì ad Avignone, all'epoca sede del papato, dove mori nel 1344, lasciando una forte influenza anche nel mondo dell'arte gotica francese.
San Francesco davanti al Sultano (o Prova del fuoco) è l'undicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi, attribuiti a Giotto. Fu dipinta verosimilmente tra il 1295 e il 1299 e misura 230x270 cm.
Memmo di Filippuccio (Siena, 1250 circa – San Gimignano, 1325 circa) è stato un pittore italiano, esponente della scuola senese di fine Duecento e inizi Trecento.
Con il nome Maestro della Cattura viene indicato un anonimo pittore attivo nell'ultimo quarto del XIII secolo nella Basilica superiore di San Francesco d'Assisi, dove eseguì le scene cristologiche della seconda campata, dalla Natività alla Salita al Calvario, quest'ultima in collaborazione con un artista più elegante ed evoluto identificato da alcuni con Memmo di Filippuccio. In particolare affrescò la scena della Cattura di Cristo, da cui è derivato il nome con cui è classificato. La sua partecipazione alle diverse fasi della decorazione della Basilica superiore si svolse probabilmente lungo tutto l'arco dell'ultimo ventennio del Duecento, dall'esordio quale allievo di Cimabue nel transetto sinistro, dove gli va riconosciuta la figura di un angelo, alla collaborazione con Jacopo Torriti nella volta dei santi (terza campata), oltre alle figure del Sant'Agostino e forse del Sant'Ambrogio nella volta dei dottori (prima campata); ad alcune figure di santi (San Benedetto e Santa Chiara) nell'arcone di accesso; al clipeo col San Paolo della controfacciata, nonché una probabile collaborazione con Giotto all'interno del ciclo francescano (alcune figure nel San Francesco davanti al Sultano). A questi affreschi Miklós Boskovits (1981) aggiunge un Crocifisso su tavola, conservato nella Pinacoteca comunale di Trevi. Ritenuto da alcuni un artista toscano e identificato con Gaddo Gaddi o col Maestro di San Gaggio, e giudicato da altri, per il suo marcato classicismo, un seguace romano di Cimabue, è più probabilmente un artista locale, caratterizzato da una pittura larga e ordinata, attivo dapprima accanto a Cimabue, poi fortemente influenzato dai modi delle maestranze romane con cui si trovò ad operare.