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La miniatura è un'arte che ha rivestito una grandissima importanza nella produzione artistica europea e mediorientale. La sua storia, in alcuni casi parallela a quella della pittura, va dall'antichità, in particolare per l'Europa dal II secolo d.C., sino al tardo rinascimento, quando la diffusione della stampa permise di creare illustrazioni in serie più a buon mercato. La miniatura esiste fin dall'epoca del papiro, ma è nella tarda antichità, con la comparsa del libro, che parole e immagini arrivarono a fondersi in una perfetta convivenza. La miniatura rappresenta per molti secoli la principale fonte per ricostruire l'arte pittorica, essendo quasi completamente perdute o manomesse le testimonianze di affresco, pittura su tavola o su altri supporti dall'antichità fino al II millennio d.C. Inoltre i codici miniati, essendo costosissimi prodotti di lusso, erano spesso legati alla più alta committenza sia religiosa che laica, preservando traccia del gusto più raffinato di quelle epoche.
L'espressione rinascita dell'anno Mille designa una fase storica del Basso Medioevo caratterizzata da una rinnovata religiosità ma soprattutto da uno sviluppo economico che comportò cambiamenti evidenti nella vita sociale. Alcuni storici hanno chiamato questa fase di sviluppo culturale, collocata intorno all'XI secolo, "Rinascimento medievale". Questa denominazione è stata contestata da altri, come lo storico Girolamo Arnaldi, che riconosce come "Rinascimenti medioevali" solo « [...] quelli del diritto e della filosofia, nel secolo XII, perché il diritto che si riprese a studiare era quello romano, codificato dall'imperatore Giustiniano, e la filosofia tornata in auge era quella greca, in particolare Aristotele» e quindi si può parlare di Rinascimento in quanto questo del XV secolo sarà caratterizzato, ma non solo per questo, proprio dalla rinascita dell'interesse per la classicità greca e romana. Resta il fatto che Konrad Burdach, massimo sostenitore della continuità tra Medioevo e Rinascimento, ritiene che non vi sia stata alcuna rottura fra i due periodi, i quali costituiscono dunque un'unica grande epoca. Burdach afferma che non vi fu nessuna svolta, e se proprio si vuole parlare di rinascita bisogna addirittura risalire all'anno Mille; egli annota infatti che i temi della Riforma luterana erano già contenuti nelle eresie medioevali, e che Medioevo e Rinascimento hanno una stessa fonte in comune: il mondo classico..
Il Rinascimento nacque ufficialmente a Firenze, città che viene spesso indicata come la sua culla. Questo nuovo linguaggio figurativo, legato anche a un diverso modo di pensare l'uomo e il mondo, prese le mosse dalla cultura locale e dall'umanesimo, che già nel secolo precedente era stato portato alla ribalta da personalità come Francesco Petrarca o Coluccio Salutati. Le novità, proposte nei primissimi anni del XV secolo da maestri quali Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio, non furono immediatamente accolte dalla committenza, anzi rimasero almeno per un ventennio un fatto artistico minoritario e in larga parte incompreso, a fronte dell'allora dominante gotico internazionale. In seguito il Rinascimento divenne il linguaggio figurativo più apprezzato e iniziò a trasmettersi anche alle altre corti italiane (prime fra tutte quella papale di Roma) e poi europee, grazie agli spostamenti degli artisti. Lo stile del Rinascimento fiorentino, dopo i primordi del primo ventennio del Quattrocento, si diffuse con entusiasmo fino alla metà del secolo, con esperimenti basati su un approccio tecnico-pratico; la seconda fase ebbe luogo all'epoca di Lorenzo il Magnifico, dal 1450 circa fino alla sua morte nel 1492, e fu caratterizzata da una sistemazione più intellettualistica delle conquiste. Segue un momento di rottura, dominato dalla personalità di Girolamo Savonarola, che segna profondamente molti artisti convincendoli a un ripensamento delle loro scelte. L'ultima fase, databile tra il 1490 e il 1520, è detto Rinascimento "maturo", e vede la presenza a Firenze di tre geni assoluti dell'arte, che tanto influenzarono le generazioni a venire: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. Per il periodo successivo si parla di Manierismo.
Il palazzo del Magnifico, residenza di Pandolfo Petrucci, si trova a Siena su piazza San Giovanni, angolo con via dei Pellegrini.
La miniatura carolingia fu una delle più importanti manifestazioni della cosiddetta Rinascenza carolingia; riguarda la produzione libraria miniata degli scriptoria annessi ai palazzi imperiali e ai centri monastici fondati da Carlo Magno, nel periodo compreso tra l'VIII e il IX secolo, quando si interruppe la produzione in stile insulare, che aveva precedentemente dominato l'arte miniatoria, per tornare ai modelli dell'antichità. Anche la scrittura venne riformata e resa più leggibile, con caratteri ben distanziati e ordinati, come nella minuscola carolina. Nel panorama dell'arte carolingia la miniatura fu una delle arti verso cui maggiormente agì la spinta alla renovatio. Il libro rivestì un'importanza fondamentale nell'organizzazione dell'Impero, essendo veicolo delle leggi scritte e del recupero del sapere antico. Per questo gli imperatori stessi furono grandi committenti di opere librarie, insieme ai personaggi ecclesiastici e laici variamente legati alla corte. Le opere di pittura murale di età carolingia sono in gran parte perdute, ma gli splendidi manoscritti miniati ci sono pervenuti numerosi, testimoniando la vitalità e gli indirizzi culturali prevalenti nelle arti pittoriche dell'epoca.
Un manoscritto (dal latino manu scriptus, cioè "scritto a mano", abbreviato in inventari e cataloghi come ms) è un qualsiasi documento scritto a mano, in opposizione a quelli stampati o riprodotti in un qualsiasi altro modo. Rientrano quindi in questa categoria anche i graffiti e le incisioni (su tavolette di qualsiasi materiale). Comunemente, però, con questo termine si designano testi scritti a mano e redatti in forma di libro. In editoria sono considerati manoscritti anche i testi dattiloscritti che non sono ancora passati attraverso il processo di stampa. L'esempio tipico è la copia che l'autore ha scritto personalmente. Sua caratteristica precipua dev'essere l'unicità. Il periodo d'oro dei manoscritti è situato nel Medioevo, quando gli amanuensi trascrissero migliaia di testi dell'antichità conservandoli in codici che li hanno preservati nei secoli. La disciplina che studia i manoscritti in quanto oggetti è la codicologia, mentre lo studio della scrittura è affidato alla paleografia. Lo studio e l'edizione dei testi contenuti nei manoscritti è di competenza della filologia. I manoscritti non sono definiti dal loro contenuto, che può essere contraddistinto da testo in prosa come da calcoli matematici, mappe, figure esplicative o illustrazioni. I manoscritti possono essere in forma di libro, di pergamena o in formato codex. I manoscritti miniati sono arricchiti da immagini, decorazioni ai bordi, lettere iniziali in rilievo o illustrazioni a piena pagina.
Il gotico internazionale (o tardogotico) è uno stile delle arti figurative databile tra il 1370 circa e, in Italia, la prima metà del XV secolo. Come sottolinea il nome, questa fase stilistica ebbe un'estensione internazionale, con caratteri comuni, ma anche con molte variabili locali. Lo stile non si diffuse a partire da un centro di irradiazione, come era stato per esempio per il gotico e l'Île-de-France, ma fu piuttosto frutto di un dialogo tra le corti europee, favorito dai numerosi scambi reciproci. Tra queste corti ebbe comunque un ruolo preminente quella papale, in particolare quella avignonese, vero centro di aggregazione e scambio per gli artisti di tutto il continente. L'Italia, divisa politicamente, fu attraversata da artisti che diffusero questo stile, spostandosi continuamente (specialmente Pisanello, Michelino da Besozzo e Gentile da Fabriano) e generò anche numerose declinazioni regionali. Il linguaggio gotico "internazionale" significò lo svecchiamento della tradizione gotica (legata ancora a fine del XIV secolo al linguaggio giottesco), ma solo alcune aree offrirono dei contributi originali e da "protagonisti" nel panorama europeo, mentre altre acquisirono solo parzialmente e in maniera più superficiale i singoli stilemi. Tra le zone di maggior spessore spiccarono sicuramente la Lombardia e, in misura diversa, Venezia e Verona. A Firenze il gotico internazionale entrò precocemente in competizione con il nascente stile rinascimentale, ma incontrò comunque il favore di una committenza ricca e colta, sia religiosa che privata.
La Biblioteca Medicea Laurenziana, anticamente chiamata Libreria Laurenziana, è una delle principali raccolte di manoscritti al mondo, nonché un importante complesso architettonico di Firenze, disegnato da Michelangelo Buonarroti tra il 1519 e il 1534. Essa custodisce 68.405 volumi a stampa, 406 incunaboli, 4.058 cinquecentine e, soprattutto, 11.044 pregiatissimi manoscritti, nonché la maggiore collezione italiana di papiri egizi. Vi si accede dai chiostri della basilica di San Lorenzo a Firenze, da cui il nome Laurenziana. Medicea deriva invece dal fatto di essere nata dalle collezioni librarie di membri della famiglia Medici. Tra le più importanti opere ricordiamo: la Littera Florentina del VI sec dC, Codice Squarcialupi, Codice Fiorentino, Bibbia Amiatina, i Dialoghi platonici in carta bona di Lorenzo il Magnifico, e il Virgilio Laurenziano.
L'arte bizantina si è sviluppata nell'arco di un millennio, tra il V ed il XV secolo, prima nell'ambito dell'Impero romano, poi di quello bizantino, che ne raccolse l'eredità e di cui Costantinopoli fu capitale. Le caratteristiche più evidenti dei canoni dell'arte bizantina sono la religiosità, l'anti-plasticità e l'anti-naturalismo, intese come appiattimento e stilizzazione delle figure, volte a rendere una maggiore monumentalità ed un'astrazione soprannaturale (smaterializzazione dell'immagine). Infatti il gusto principale dell'arte bizantina è stato quello di descrivere le aspirazioni dell'uomo verso il divino. L'arte bizantina ha comunque avuto espressioni stilistiche molto diverse fra di loro nei suoi oltre mille anni di vita, ma nell'Impero d'Oriente l'arte rimase quasi invariata.