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La segnaletica bilingue (o, per estensione, multilingue) è costituita dalla rappresentazione in un pannello segnaletico di iscrizioni in più di una lingua. L'utilizzo della stessa è di norma riservato a situazioni locali nelle quali vige il bilinguismo amministrativo (regioni bilingui o di confine) o vi è un notevole flusso turistico o commerciale (aeroporti, stazioni, porti, punti di frontiera, città turistiche, itinerari internazionali, sedi di autorità internazionali). In senso estensivo include, nelle regioni le cui lingue sono trascritte in alfabeti diversi da quello latino, la traslitterazione dei toponimi e l'eventuale traduzione dei testi complementari (solitamente in lingua inglese o francese). La tendenza generale è comunque quella di sostituire le informazioni che dovrebbero essere fornite in più lingue (a scapito della leggibilità della segnaletica stessa) con simboli e pittogrammi internazionalmente standardizzati rappresentativi del contenuto dell'informazione. L'impiego della segnaletica bilingue è forse il principale strumento simbolico di percezione e istituzionalizzazione della realtà bilingue di un territorio.
Messina (AFI: [mesˈsiːna] ; Missina in siciliano; Μεσσήνη/Μεσσήνα in greco) è un comune italiano di 226 055 abitanti capoluogo dell'omonima città metropolitana in Sicilia. Sorge nei pressi dell'estrema punta nordorientale della Sicilia (Capo Peloro) sullo stretto che ne porta il nome. Il suo porto, scalo dei traghetti per il continente, è il primo in Italia per numero di passeggeri in transito. Messina è importante e storica sede universitaria, la locale Studiorum Universitas fu fondata nel 1548 da Sant'Ignazio di Loyola. Fondata dai Siculi con il nome di Zancle, che nella loro lingua significava falce, venne ripopolata da coloni della greci venendo rinominata Messana. Raggiunse l'apice della sua grandezza fra il tardo Medioevo e la metà del XVII secolo, quando contendeva a Palermo il ruolo di capitale del Regno di Sicilia. Messa a ferro e fuoco nel 1678 dopo una storica rivolta antispagnola che comportò l'annientamento della sua classe dirigente, venne gravemente danneggiata da un terremoto nel 1783. Fu assediata durante la rivoluzione siciliana del 1848 contro Ferdinando II di Borbone, subendo gravi danni. Nel 1908 un disastroso terremoto distrusse la città quasi per intero, provocando la morte di circa metà della popolazione. Ricostruita a partire dal 1912, spesso in stile Liberty, la città moderna si presenta con una maglia ordinata e regolare di vie ampie e rettilinee in direzione nord-sud.
James Douglas Morrison, detto Jim (Melbourne, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971), è stato un cantautore e poeta statunitense. Fu il leader carismatico e frontman della band statunitense The Doors, dal 1965 al 1971. Per la sua inquieta personalità, poesie e canzoni, voce inconfondibile, imprevedibile presenza scenica, e le drammatiche circostanze che circondano la sua vita e la prematura morte, Morrison è considerato dai critici musicali e fans come una delle massime icone e influente frontmen nella storia del rock. Cavalcando la rivoluzione culturale degli anni Sessanta, fu tra i più grandi cantanti di rock psichedelico. Impetuoso "profeta della libertà" e poeta maledetto, è ricordato come una delle figure di maggior potere seduttivo nella storia della musica e uno dei massimi simboli dell'inquietudine giovanile. Nel 2008, Morrison fu posizionato al 47º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone e, l'anno successivo, al 22º posto nella classifica dei "50 più Grandi Cantanti del Rock" stilata dalla rivista britannica Classic Rock.
L'isola Gallinara o isola Gallinaria (A Gainâa in ligure, Insula Gallinaria o Gailiata in latino) è un'isola situata nei pressi della costa ligure, nella Riviera di Ponente, di fronte al comune di Albenga al quale appartiene. L'isola dista 1,5 km dalla costa, dalla quale è separata da un canale profondo in media 12 m; essa costituisce la Riserva naturale regionale dell'Isola di Gallinara.
Enrico Carlo Ferdinando Maria Deodato di Borbone-Francia (noto anche come Enrico d'Artois, in francese Henri d'Artois; Parigi, 29 settembre 1820 – Lanzenkirchen, 24 agosto 1883), re di Francia dal 2 al 9 agosto 1830 col nome di Enrico V di Francia, e poi "pretendente al trono" dal 1848 al 1883, alla nascita assunse il titolo di duca di Bordeaux e poi di conte di Chambord, quest'ultimo quello con cui fu maggiormente noto durante il lungo periodo dell'esilio; era figlio di Carlo Ferdinando duca di Berry, secondogenito di Carlo X di Francia, e di Carolina di Borbone-Due Sicilie. Designato come sovrano nel 1830, all'età di nove anni, dopo l'abdicazione di suo nonno, Carlo X, e la rinuncia al trono di suo zio, il delfino (futuro pretendente "Luigi XIX"), egli non eserciterà mai questa funzione a causa dell'ascesa del duca di Orleans sul trono. Da quel momento iniziò per lui e per la sua famiglia un lungo periodo di esilio, la cui prima tappa fu il Regno Unito. Ritornato in Francia dopo la caduta del Secondo Impero francese nel 1870, radunò attorno a sé la maggioranza monarchica della nuova assemblea nazionale, si riconciliò con il ramo degli Orleans, ma assistette al fallimento di un progetto di restaurazione della monarchia, a seguito del rifiuto della maggioranza dei deputati di accettare la bandiera bianca, e il suo rifiuto di adottare la bandiera tricolore e la Costituzione. Fu l'ultimo discendente legittimo maschio di Luigi XV di Francia e di sua moglie, Maria Leszczyńska. La sua morte senza eredi, avvenuta nel 1883, segnò l'estinzione del ramo degli Artois della casata capetingia dei Borbone e l'apertura di una lite (ancora oggi in corso) tra le case borboniche di Spagna e Orleans, ciascuna reclamante il proprio ruolo di pretendente alla corona virtuale di Francia.
Con l’espressione Colpo del 16 maggio 1877 (o Crisi del 16 maggio 1877), ci si riferisce a una crisi istituzionale della Terza Repubblica francese, che oppose il Presidente della Repubblica, il maresciallo Patrice de Mac-Mahon, monarchico, alla Camera dei Deputati, eletta nel 1876 e a maggioranza repubblicana, in particolare a Léon Gambetta. La crisi si aprì il 16 maggio, allorché il Presidente nominò un capo di governo aderente alla propria visione politica, che era opposta a quella del Parlamento, per poi proseguire lungo l’intero anno 1877 sino all’epilogo del 13 dicembre 1877, allorché Mac Mahon riconobbe la propria sconfitta politica. La portata di questa crisi fu enorme: essa consolidò il regime repubblicano, allora praticamente neonato in Francia, rovinando le speranze delle diverse correnti monarchiche - bonapartiste, orleaniste e legittimiste (alle elezioni legislative del 1876, i bonapartisti avevano ottenuto 76 seggi, gli orleanisti 40 seggi, i legittimisti borbonici 24) di ottenere una restaurazione in un avvenire prossimo; essa, per tal guisa, orientò definitivamente la pratica politica delle istituzioni, mettendo da parte l’interpretazione «orleanista» delle Leggi costituzionali del 1875 (governo responsabile, allo stesso tempo, sia di fronte al Parlamento che al Capo dello Stato), a profitto di un'interpretazione strettamente repubblicana, «rivoluzionaria» addirittura (governo responsabile unicamente di fronte al Parlamento, che lo investe e lo revoca).