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Lo stemma di Pistoia è costituito da uno scudo a scacchi argento e rossi, circondato da due rami di quercia e di alloro e sormontato dalla corona della città. È sostenuto da due orsi con la testa rivolta all'indietro. Gli animali indossano un mantello tipico dell'abbigliamento degli araldi, disegnato a scacchi argento e rossi (come richiamo al disegno dello scudo) e foderato di verde. La descrizione ufficiale è fornita dal Decreto del Capo del Governo del 20 maggio 1943, che descrive lo stemma in questo modo: Lo stemma stilizzato attualmente utilizzato nelle comunicazioni del Comune è di tipo gotico e presenta superiormente una forma ovale, mentre l'estremità inferiore è appuntita. Alla base vi è un fregio che rimanda alla classica ghirlanda vegetale, sul quale poggiano gli orsi. Sopra si trova la corona di otto punte (all'antica), delle quali soltanto cinque sono visibili.
La provincia di Pistoia è una provincia italiana della Toscana di 292 502 abitanti. È la sesta provincia toscana per numero di abitanti, ed è la nona e penultima provincia toscana per superficie.
Agliana è un comune italiano di 18 181 abitanti della provincia di Pistoia in Toscana. Il suo territorio è delimitato a nord dal torrente Bure, ad est dal torrente Calice, a sud dal torrente Ombrone Pistoiese ed è attraversato, da nord ovest a sud est, dal torrente Brana. Si trova sull'asse viario che collega tra loro alcune delle maggiori città d'arte e turistiche della Toscana, ovvero Firenze, Prato, Pistoia e Lucca.
La storia di Pistoia si estende per oltre due millenni. Ricordata come oppidum romano nel II secolo a.C. da Ammiano Marcellino, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, nel 477, fu distrutta dagli Ostrogoti. Fu quindi assoggettata al potere dei Longobardi. Durante il dominio di questi ultimi, la città visse un periodo di splendore e forte rinascita economica. Divenuta Comune durante il Medioevo, durante l'epoca rinascimentale fece parte dei territori della signoria medicea, evolutasi in seguito nel Granducato di Toscana. Dopo l'unità d'Italia, la città divenne, con l'avvento del Fascismo, capoluogo dell'omonima provincia.
I memoriali della prima guerra mondiale, siano essi grandi monumenti pubblici o privati, cimiteri di guerra, tombe dedicate al Milite ignoto, parchi o sale-museo, hanno tutti in comune la funzione di commemorare le vittime della Grande guerra. Commissionati da istituzioni locali o nazionali, finanziati dai governi o dalle donazioni di privati, e costruiti in gran parte tra gli anni venti e trenta (ne sorsero 176.000 nella sola Francia), l'interesse per costruire questi memoriali diminuì dopo la seconda guerra mondiale e non crebbe fino agli anni ottanta e novanta, segnando comunque, alle loro origini, un nuovo modo per la società di ricordare i caduti, incluse cerimonie di suffragio periodiche (ancora attuali) e pellegrinaggi (molto comuni nel periodo tra le due guerre). I memoriali sono stati usati dai governi fascisti sorti nel periodo interbellico in Italia e Germania per scopi di propaganda, sfociati nella costruzione di numerosi monumenti per esaltare le vicende belliche e l'orgoglio nazionale; di contrasto, i fautori di una politica totalmente opposta hanno sfruttato i memoriali per ricordare alle folle i lutti della guerra. Infatti, a seconda delle caratteristiche del memoriale, a chi è dedicato o a chi ne ha voluto la costruzione, non sono mancate in alcuni casi polemiche tra partiti opposti, via via attenuatesi nel corso del XX secolo. Lo stile architettonico più comune è il classico abbellito con allegorie e simboli (spesso derivati dalla tradizione cristiana) raffiguranti il sacrificio, la vittoria e la morte. Altri stili architettonici usati sono quello medievale e l'Art déco.