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Matteo Pedrali (Palazzolo sull'Oglio, 24 settembre 1913 – Palazzolo sull'Oglio, 1º marzo 1980) è stato un pittore italiano.
La Fondazione "Tito Balestra" è un museo italiano d'arte moderna e contemporanea, situato nei locali del Castello Malatestiano di Longiano. Al suo interno ospita una delle raccolte d'arte moderna e contemporanea più ricche dell'Emilia-Romagna.
Bruno Cassinari (Piacenza, 29 ottobre 1912 – Milano, 26 marzo 1992) è stato un pittore e scultore italiano.
Afro Libio Basaldella (Udine, 4 marzo 1912 – Zurigo, 24 luglio 1976) è stato un pittore italiano, considerato tra i più importanti artisti del dopoguerra e tra i principali esponenti dell'Informale italiano insieme ad Alberto Burri e a Lucio Fontana, appartenne negli anni trenta anche alla Scuola Romana (la stessa di Giorgio de Chirico e Renato Guttuso).
Ferdinando Chevrier (Livorno, 6 gennaio 1920 – Livorno, 31 luglio 2005) è stato un pittore italiano, che negli anni cinquanta divenne una figura importante dell'astrattismo italiano entrando a far parte del M.A.C. Movimento arte concreta e che ha vissuto ed operato per molti anni a Milano.
La collezione Verzocchi, o Galleria Verzocchi - Il lavoro nella pittura contemporanea, è una raccolta di quadri unica nel suo genere: l'imprenditore Giuseppe Verzocchi, volendo unire l'arte contemporanea e l'industria, chiese, ottenendone l'adesione, tra il 1949 e il 1950, ad oltre settanta pittori italiani contemporanei un'opera di dimensioni prefissate (70/100) sul tema del lavoro ed un autoritratto, al prezzo di 100.000 lire per quadro, insieme ad una promessa di esposizione pubblica. Tra i pittori che accettarono vi furono Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Felice Casorati, Carlo Carrà ed Emilio Vedova. L'appartenenza di ogni quadro alla collezione Verzocchi è resa manifesta dalla presenza, in ognuno, di un mattoncino con la sigla "V & D", marchio dell'impresa del Verzocchi, che aveva già dato origine al catalogo artistico "Veni VD Vici". La collezione fu presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1950, in seguito Verzocchi ne fece dono al comune di Forlì il primo maggio 1961. Nell'occasione dell'esposizione della collezione alla Triennale di Milano nel 1986, ventuno quadri vennero rubati, ma furono ritrovati rapidamente. Due di questi furono tuttavia distrutti durante le operazioni di recupero. L'esposizione a Roma, nei mesi di maggio e giugno 2004, diede luogo alla pubblicazione di un catalogo.La collezione, precedentemente conservata presso la pinacoteca civica di Forlì ed accessibile solo su richiesta, è collocata in Palazzo Romagnoli, a pochi passi dai Musei di San Domenico e in un allestimento che ne valorizza l'unicità.Nel medesimo palazzo sono conservate anche altre opere significative del Novecento, come le sculture di Adolfo Wildt.
La Collezione Riccardo Gualino è una raccolta di pittura, scultura, reperti archeologici ed arte applicata donata dall'industriale Riccardo Gualino alla Galleria Sabauda di Torino, dove, per volontà dello stesso donatore, è esposta in forma di casa museo. L'industriale Riccardo Gualino (Biella, 1879 - Firenze, 1964), iniziò la sua raccolta d'arte verso il 1912, incoraggiato dalla moglie Cesarina Gurgo Salice (Casale Monferrato, 1890 - Roma, 1992); la collezione, costituita da mobilio, oggetti di scavo, tappeti, oreficerie, statue, ceramiche, dipinti, fu dapprima raccolta nel suo castello di Cereseto Monferrato. Alla fine della Grande Guerra, Gualino si trasferì insieme alla collezione nella sua abitazione torinese di via Bernardino Galliari 28.
Il blackface, in senso stretto, è uno stile di makeup teatrale, diffuso nel XIX secolo, che consiste nel truccarsi in modo marcatamente non realistico per assumere le sembianze stilizzate e stereotipate di una persona nera. L'utilizzo del blackface si è gradualmente concluso negli Stati Uniti con il Movimento per i diritti civili degli afroamericani di Martin Luther King, che ne denunciò i preconcetti razzisti e denigratori negli anni sessanta. La stilizzazione era così evidente da permetterne l'uso, per assurdo, agli stessi neri, che parodiavano così se stessi o, meglio, ironizzavano in modo singolare e straniante sulle parodie dei bianchi da cui venivano imitati, ottenendo spesso il risultato di parodiare la parodia.
Adolfo Wildt (Milano, 1º marzo 1868 – Milano, 12 marzo 1931) è stato uno scultore, disegnatore e medaglista italiano, nel gruppo dei primi Accademici d'Italia nominati direttamente da Mussolini nel marzo 1929. Considerato da numerosi studiosi di storia dell'arte artista di grande levatura, le sue opere rimangono oggi poco conosciute presso il grande pubblico.