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La Svizzera Pesciatina, o più anticamente Valleriana, è una caratteristica zona toscana che si estende sull'Appennino Pistoiese. Occupa gran parte dell'area montana del comune di Pescia, oltre ad alcune zone marginali del comune di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia. La pubblicistica locale fa arbitrariamente risalire il suo nome al ginevrino Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, che avrebbe riconosciuto nella zona una somiglianza con i monti della sua terra natale, la Svizzera.
La Lamina di re Agilulfo, nota anche come Trionfo di re Agilulfo, è un manufatto in rame lavorato a sbalzo e dorato, di forma trapezoidale (il bordo inferiore presenta due rientranze semicircolari) che misura 18,9 cm in lunghezza e 6,7 cm in altezza, prodotto da orafi longobardi intorno al VII secolo, riproducente una scena di trionfo. Si trova conservata a Firenze nel Museo Nazionale del Bargello.
Le soprintendenze sono organi periferici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) della Repubblica Italiana. Sono regolate principalmente dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 agosto 2014, n. 171 e dal decreto ministeriale 23 gennaio 2016. Molte delle competenze delle soprintendenze sono definite dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio" con compiti in ambito territoriale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici,
La Pescia o Pescia Maggiore, nota anche come Pescia di Pescia (burocraticamente chiamata talora il Pescia, con un'arbitraria alterazione del genere grammaticale) è un fiume a carattere torrentizio lungo circa 25 chilometri che attraversa la parte occidentale della Valdinievole, in provincia di Pistoia. Il nome Pescia (Péscia, /ˈpeʃʃa/), comune ad altri corsi d'acqua della stessa zona, deriva dal longobardo pehhia (etimologicamente corrispondente al tedesco Bach), cioè "fiume"; da qui anche il nome della città di Pescia.
I Magnani, di origine imolese si stabilirono in Valdinievole alla fine del XVIII secolo, ove grazie alla loro capacità mercantile e imprenditoriale, rilanciarono l'antica attività manifatturiera della carta, divenendo in breve una delle famiglie più visibili e facoltose della Toscana.