Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Gli uomini nei poemi omerici hanno una particolare concezione di se stessi e dei propri consimili e questo permette nello specifico di comprendere quale sia stata l'evoluzione della lingua greca dai suoi tempi remoti sino all'epoca classica. Una delle principali questioni per la comprensione del linguaggio di Omero è stata messa in evidenza fin dai tempi di Aristarco di Samotracia: è necessario attribuire a ogni vocabolo il significato che aveva a quell'epoca, evitando quelli derivati dalle successive evoluzioni culturali, per ridare innanzitutto ai testi una interpretazione più vicina all'originale e per permettere in secondo luogo di evidenziare le dissimilarità culturali tra le varie epoche della civiltà greca e facilitare la comprensione di quale sia stata l'evoluzione culturale della stessa. Se la lingua greca trova molte delle sue massime espressioni nel V secolo a.C., quella di Omero può apparire al raffronto quasi primitiva, legata più alle percezioni fisiche che alle astrazioni.
Il greco antico una lingua appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee, parlata in Grecia fra il IX secolo a.C. e VI secolo d.C. Essa copre il periodo arcaico (circa tra il IX secolo a.C. e il VI secolo a.C.), il periodo classico (all'incirca dal V secolo a.C. fino al IV secolo a.C.) e il periodo ellenistico (dal III secolo a.C. al IV secolo d.C.).
L'Iliade (in greco antico: Ἰλιάς, Iliás) è un poema epico in esametri dattilici, tradizionalmente attribuito a Omero. Il titolo deriva da Ílion (Ἴλιον), l'altro nome dell'antica Troia, cittadina dell'Ellesponto (e da non confondere con Ilion nell'Epiro). Ambientato ai tempi della guerra di Troia, narra gli eventi accaduti nei cinquantuno giorni dell'ultimo anno di guerra, in cui l'ira di Achille è l'argomento portante del poema. Opera ciclopica e complessa, è un caposaldo della letteratura greca e occidentale. Tradizionalmente datata al 750 a.C. circa, Cicerone afferma nel suo De oratore che Pisistrato ne aveva disposto la sistemazione in forma scritta già nel VI secolo a.C., ma si tratta di questione discussa dalla critica. In epoca ellenistica fu codificata da filologi alessandrini guidati da Zenodoto nella prima edizione critica, comprendente 15.696 versi divisi in 24 libri (ciascuno corrispondente a un rotolo, che ne dettava la lunghezza). Ai tempi il testo era infatti estremamente oscillante, visto che la precedente tradizione orale aveva originato numerose varianti. Ciascun libro è contraddistinto da una lettera maiuscola dell'alfabeto greco e riporta in testa un sommario del contenuto.