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Uomo nei poemi omerici

Gli uomini nei poemi omerici hanno una particolare concezione di se stessi e dei propri consimili e questo permette nello specifico di comprendere quale sia stata l'evoluzione della lingua greca dai suoi tempi remoti sino all'epoca classica. Una delle principali questioni per la comprensione del linguaggio di Omero è stata messa in evidenza fin dai tempi di Aristarco di Samotracia: è necessario attribuire a ogni vocabolo il significato che aveva a quell'epoca, evitando quelli derivati dalle successive evoluzioni culturali, per ridare innanzitutto ai testi una interpretazione più vicina all'originale e per permettere in secondo luogo di evidenziare le dissimilarità culturali tra le varie epoche della civiltà greca e facilitare la comprensione di quale sia stata l'evoluzione culturale della stessa. Se la lingua greca trova molte delle sue massime espressioni nel V secolo a.C., quella di Omero può apparire al raffronto quasi primitiva, legata più alle percezioni fisiche che alle astrazioni.

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