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Mandragola è una commedia di Niccolò Machiavelli, considerata il capolavoro del teatro del Cinquecento e un classico della drammaturgia italiana. Composta da un prologo e cinque atti, è una potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell'epoca. Prende il titolo dal nome di una pianta, la mandragola, alla cui radice vengono attribuite caratteristiche afrodisiache e fecondative. Si è ritenuto a lungo che fosse stata scritta nel 1518, ma studi più recenti la retrodatano agli anni 1514-15. Fu pubblicata la prima volta nel 1524. Nel corso della storia, la Mandragola ebbe talmente successo e attrasse un tale entusiasmo che Voltaire espresse l'opinione che questa da sola valesse più di tutte le commedie di Aristofane. Nelle sue memorie, Carlo Goldoni raccontava che, in gioventù, a diciassette anni, aveva divorato la commedia, di nascosto, leggendola dieci volte.
Il principe (titolo assegnato nell'edizione originale postuma di Antonio Blado e poi unanimemente adottato, ma il titolo originario era in lingua latina: De Principatibus, "Sui principati") è un saggio critico di dottrina politica scritto da Niccolò Machiavelli nel 1513, nel quale espone le caratteristiche dei principati e dei metodi per conquistarli e mantenerli. Si tratta senza dubbio della sua opera più nota e celebrata, quella dalle cui massime (spesso superficialmente interpretate) sono nati il sostantivo "machiavellismo" e l'aggettivo "machiavellico". L'opera non è ascrivibile ad alcun genere letterario particolare, in quanto non ha le caratteristiche di un vero e proprio trattato. Da una parte è vero che nel periodo umanista si erano molto diffusi i trattati sul sovrano ideale, anche chiamati speculum principis (ossia specchi del principe), i quali elencavano tutte le virtù che un sovrano avrebbe dovuto avere per poter governare correttamente, prendendo spunto dalla storia e dai classici latini e greci. Dall'altra l'opera del Machiavelli si pone espressamente in forte rottura con quella tradizione, giungendo di fatto a rivoluzionare per sempre la concezione della politica e del buon governo per un principe, ricevendo a tale proposito aspre critiche dei suoi contemporanei. Il Principe si compone di una dedica e ventisei capitoli di varia lunghezza; l'ultimo capitolo consiste nell'appello ai de' Medici ad accettare le tesi espresse nel testo.
Belfagor arcidiavolo è l'unica novella nota di Niccolò Machiavelli. Fu scritta tra il 1518 e il 1527 ed è nota anche come La favola di Belfagor Arcidiavolo o Il demonio che prese moglie. Ambientata al tempo di Carlo d'Angiò re di Napoli, si presenta come una sagace satira contro i costumi della Firenze di quegli anni e s'inserisce nella tradizione antifemministica, popolare e morale dell'epoca. Fu pubblicata per la prima volta nel 1545, e poi rimaneggiata, nella raccolta Rime e prose volgari di Monsignor Giovanni Brevio, che la presentò come propria opera originale; fu Bernardo Giunti, nel 1549, a pubblicarla per la prima volta a Firenze attribuendone la paternità a Machiavelli. Tuttavia, studi filologici recenti dimostrano che la paternità dell'opera non è attribuibile né a Machiavelli né a Brevio, ma ad una fonte comune, probabilmente una mano fiorentina che riadattò un racconto di Jehan Le Févre tratto dalle Lamentations de Matheolus, il quale sia Machiavelli sia Brevio indipendentemente ripresero. Del resto il personaggio leggendario del diavolo che scende sulla Terra e prende moglie era già presente in antichi racconti popolari.
La legge della sovrapposizione è un assioma e un principio fondante della stratigrafia sedimentaria, basato sulle osservazioni della storia naturale, che forma una delle basi delle scienze geologiche e archeologiche e di altri campi delle scienze naturali correlate che si occupano della stratigrafia geologica: Partendo dal presupposto che la stratificazione archeologica è una raccolta, anzi meglio un'antologia dei paesaggi del passato, nella sua forma più semplice afferma che in sequenze stratigrafiche non deformate, il giacimento più antico si troverà in fondo alla sequenza. Questo è di grande importanza per la datazione stratigrafica, che presume che la legge di sovrapposizione sia vera e che un oggetto non possa essere più vecchio dei materiali di cui è composto. Se combinato con la legge di successione faunistica correlata, la legge di sovrapposizione fornisce uno strumento molto potente per la datazione delle rocce e dei giacimenti. Il principio venne proposto per la prima volta nell'XI secolo dal geologo persiano, Avicenna (Ibn Sina); successivamente nel XVII secolo la legge venne formulata più chiaramente dallo scienziato danese Niels Stensen.
Il dotto di Stenone, dal nome del suo scopritore Niccolò Stenone, anche conosciuto come dotto parotideo, è il dotto escretore della ghiandola parotide.
La chiesa della Beata Vergine del Buon Consiglio è un luogo di culto cattolico che si trova sul viale Don Minzoni a Firenze. È officiata dai padri Gesuiti, che hanno il loro istituto in via Silvio Spaventa (con la statua dell'Immacolata posta sulla facciata). All'angolo della stessa via col viale Don Minzoni si apre il portale d'accesso alla piccola, ma armoniosa chiesa dedicata alla Vergine del Buon Consiglio. All'altar maggiore una Madonna col Bambino, maiolica policroma Richard-Ginori (1957). Sul viale è stato fondato nel 1964 l'Istituto Niels Stensen (o Niccolò Stenone, 1638-1686), scienziato danese vissuto a lungo alla corte dei Medici e sepolto in San Lorenzo. L'istituto, che si propone il recupero dei valori spirituali nella cultura contemporanea, comprende un centro culturale, una biblioteca pubblica ed una sezione per l'ospitalità. Sempre su questo lato del viale, al 27, una targa ricorda l'abitazione dello scultore Dante Sodini, noto per un Cristo benedicente al cimitero di Trespiano, il Ritratto della Regina Vittoria, quello di Gladstone e per la statua della Fede, dove un cieco cerca a tentoni di toccare una croce: