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Il santino è un cartoncino rettangolare tascabile con incisa o stampata l'immagine di un santo secondo la tradizione iconografica del tempo della chiesa cattolica in un determinato luogo in cui vi è il culto popolare di quel santo o una chiesa a lui/lei dedicata. La distribuzione dei santini oggi avviene quasi esclusivamente da parte del clero, in occasioni pubbliche o private, oppure in maniera impersonale all'ingresso della chiesa vicino alla cassetta delle offerte dei fedeli. In alcune città particolarmente importanti da un punto di vista religioso, per la presenza di un santuario, di una basilica o di una chiesa, si possono acquistare santini nei negozi come gadget devozionali legati al luogo e al santo. L'immagine può riguardare anche un beato della chiesa. Più raramente viene realizzato per celebrare un sacramento o una particolare ricorrenza religiosa. Sul retro del santino compare solitamente un testo agiografico o una preghiera relativa al santo.Il santino nasce intorno al XV secolo, ha un suo pieno sviluppo che è parallelo alle tecniche tipografiche e al culto popolare dei santi, per decadere nell'uso e nella circolazione sul finire del XX secolo. Rispetto alla figurina, che è la sua omologa del circuito commerciale secolare concepita come veicolo pubblicitario di un prodotto, il santino è un'immaginetta al solo servizio di pratiche devozionali. Pertanto non deve avere necessariamente un aspetto accattivante e piacevole da vedere, ma è sufficiente che il suo contenuto iconografico sia alla portata di tutti i fedeli, ossia che le figure sacre raffigurate siano chiaramente riconoscibili.Il nome "santino" deriva dalla parola italiana santo, come diminutivo, e quindi dal latino sanctum. Con l'avvento della repubblica vengono chiamati "santini" anche le immagini promozionali autoprodotte dai candidati alle elezioni amministrative o alle elezioni politiche, come ausilio alla campagna elettorale per veicolare il proprio volto e fornire indicazioni semplificate e chiaramente di parte su come fare a votare.
Con il titolo di santi martiri canadesi la Chiesa cattolica designa un gruppo di otto missionari (sei presbiteri e due religiosi professi) della Compagnia di Gesù di origine francese, uccisi dagli indiani Irochesi mentre svolgevano il loro ministero presso di loro e gli Uroni tra il 1642 e il 1649, nel corso della guerra fra quei due popoli. Questi i loro nomi: Renato (René) Goupil (1608-1642) Isacco (Isaac) Jogues (1607-1646) Giovanni (Jean) de La Lande (1615-1646) Antonio (Antoine) Daniel (1601-1648) Giovanni (Jean) de Brébeuf (1593-1649) Gabriele (Gabriel) Lalemant (1610-1649) Carlo (Charles) Garnier (1605-1649) Natale (Noel) Chabanel (1613-1649)Proclamati beati da papa Benedetto XV il 21 giugno 1925, vennero canonizzati il 29 giugno 1930 da papa Pio XI. La loro memoria liturgica ricorre il 19 ottobre. A loro è stato dedicato un santuario a Midland nell'Ontario, nei pressi della missione dove vennero martirizzati. Fu la devozione popolare a riunire in un unico gruppo gli otto missionari gesuiti martirizzati nella Nuova Francia e a coniare per loro il nome di "martiri canadesi". La chiesa rispettò tale indicazione beatificandoli e canonizzandoli tutti insieme. Tuttavia oggi questa denominazione solleva qualche obiezione dal momento che i confini statali non corrispondono più a quelli del XVII secolo e pertanto Goupil, Jogues e de la Lande subirono il martirio nell'attuale territorio statunitense mentre gli altri cinque in quello canadese. Di conseguenza, negli Stati Uniti la denominazione più diffusa è quella di "martiri nordamericani" e talvolta addirittura "martiri americani"; del resto nella liturgia cattolica della loro commemorazione si parla di "borealibus Americae regionibus".
Ruvo di Puglia (IPA: /ˈruvo diˈpuʎʎa/, Rèuve in dialetto ruvese, IPA: [ˈreːuvə]) è un comune italiano di 25 138 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Fa parte del Parco nazionale dell'Alta Murgia, del quale ospita un ufficio operativo, ed era inclusa nella Comunità montana della Murgia Barese Nord-Ovest. Vi ha anche sede il Museo archeologico nazionale Jatta che ha accresciuto la fama della città grazie alle migliaia di reperti archeologici di età ellenistica ivi conservati, tanto da assurgere a simbolo comunitario il vaso di Talos, pezzo pregiato della collezione. È inoltre il terzo comune per estensione della città metropolitana ed è una città dell'olio oltre che città d'arte.
Santo Antonio Abate, detto anche sant'Antonio il Grande, sant'Antonio d'Egitto, sant'Antonio del Fuoco, sant'Antonio del Deserto, sant'Antonio l'Anacoreta (in greco antico: Ἀντώνιος, Antṓnios, in latino: Antonius, in copto: Ⲁⲃⲃⲁ Ⲁⲛⲧⲱⲛⲓ; Qumans, 12 gennaio 251 – deserto della Tebaide, 17 gennaio 356), è stato un abate ed eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. A lui si deve la costituzione in forma permanente di famiglie di monaci che sotto la guida di un padre spirituale, abbà, si consacrarono al servizio di Dio. La sua vita è stata tramandata dal suo discepolo Atanasio di Alessandria. È ricordato nel Calendario dei santi della Chiesa cattolica e da quello luterano il 17 gennaio, ma la Chiesa ortodossa copta lo festeggia il 31 gennaio che corrisponde, nel suo calendario, al 22 del mese di Tobi.