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Quinto Orazio Flacco, noto più semplicemente come Orazio (in latino: Quintus Horatius Flaccus; Venosa, 8 dicembre 65 a.C. – Roma, 27 novembre 8 a.C.), è stato un poeta romano.
Le Satire (che l'autore chiamò Sermones) sono una raccolta di componimenti del poeta latino Quinto Orazio Flacco, scritti in esametri nel tipico genere della satura, ed articolati in argomenti letterario–programmatici, che vanno dal proemio al commiato a riflessioni sull'incontentabilità umana e l'avarizia, espressioni contro l'adulterio, financo un diario di viaggio, un ripensamento della propria condizione sociale e un resoconto dei rapporti con Mecenate, al quale fu dedicato il primo libro.
Publio Orazio Coclite (Latino: PUBLIUS HORATIUS·COCLES) è un eroe mitico romano del VI secolo a.C. (cocles in Latino significa "con un solo occhio") che difese da solo il ponte che conduceva a Roma contro gli Etruschi di Chiusi guidati dal loro lucumone Porsenna. Era il nipote di Marco Orazio Pulvillo che fu console nel 509 a.C.. Entrambi discendevano dai tre fratelli Orazi (536 - 490 a.C.).
L'ode (dal greco ᾠδή, pronuncia odé, "canto", dal verbo ᾄδω, "cantare") è un componimento lirico che può essere di contenuto amoroso, civile, patriottico o morale legato a una base musicale e presenta una struttura metrica notevolmente complessa e varia, che può essere a versi liberi, come quelli di Parini, oppure schematica. Spesso il termine indica un qualsiasi componimento lirico.
La pagina include la maggior parte dei frammenti dei lirici greci, vale a dire i poeti che hanno rappresentato nell'antica Grecia la lirica monodica e corale, l'elegia in distici, i giambografi e i compositori di epinici. Naturalmente, risulterebbe impossibile raggruppare tutta la mole di frammenti dei lirici greci dell'epoca arcaica (VII-V secolo a.C.), in un solo blocco, ma ci si limiterà a riportare, tradurre letteralmente, e a commentare sul confronto di edizioni critiche, e dal punto di vista contenutistico del messaggio del poeta, soltanto i frammenti più noti dei poeti, oltre ai testi giunti in versioni quasi del tutto integrali. Le edizioni principali di riferimento sono H.W. Smyth: Poeate Melici Graeci (1900), D.L. Page, Poeate Melici Graeci, Oxford, Claredon Press, 1962, M. Davies, Poetarum Melicorum Graecorum Fragmenta, E Typographeo Clarendoniano, 1991, M. L. West: The Poems and Fragments of the Greek Iambic, Elegiac, and Melics Poets (excluding Pindar and Bacchylides) Down to 450 B.C., Oxford University Press, 1999, e infine E.M. Voigt, Sappho et Alcaeus, Amsterdam: Polak & Van Gennep, 1971 per l'analisi specifica dei testi di Saffo e Alceo.
Le Epistole (Epistulæ, in latino) sono una raccolta di lettere fittizie scritte dal poeta latino Quinto Orazio Flacco. Furono comunque pubblicate nel 20 a.C.
Bellerofonte (in greco antico Βελλεροφῶν o Βελλεροφόντης; Bellerofonte, letteralmente "uccisore di Bellero", era il soprannome che gli fu dato dopo che uccise Bellero, re di Corinto), o Ipponoo, è un personaggio della mitologia greca, un eroe la cui impresa più grande fu quella di uccidere la Chimera, un mostro che Omero descrisse con la testa di un leone, il corpo di una capra e la coda di serpente. Esiodo ed altri autori tragici hanno immaginato che l'eroe fosse seduto a cavallo di Pegaso, ma nell'Iliade di Omero (libro VI) viene raffigurato senza il celebre cavallo alato. Pindaro, nelle Olimpiche (la versione più nota), lo affianca nuovamente a Pegaso, assegnando a taluni personaggi nome diverso rispetto alle versioni dei suoi contemporanei.
Anacreonte (in greco antico: Ἀνακρέων, Anakréōn; Teo, 570 a.C. circa – Atene, 485 a.C. circa) è stato un poeta greco antico. Al poeta di Teo si ispira la cosiddetta "poesia anacreontica", un genere poetico e letterario che caratterizzò il XVIII secolo in Europa, nato all'interno dell'ambiente rococò e che prende spunto dalle opere e dai temi di Anacreonte.