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Olocausto in Lituania

L'Olocausto in Lituania comportò la decimazione pressoché totale degli ebrei lituani (Litvaks) e polacchi, residenti nel Generalbezirk Litauen, la suddivisione amministrativa interna al Reichskommissariat Ostland creato dai tedeschi durante i tre anni di occupazione del Paese baltico (1941-1944). Dei circa 220.000–250.000 cittadini ebrei che popolavano la Lituania prima della seconda guerra mondiale, ne furono uccisi 190.000–195.000, la maggior parte dei quali tra giugno e dicembre 1941. Più del 95% della popolazione ebraica della Lituania perse la vita durante l'occupazione, una percentuale di gran lunga superiore a qualsiasi altro paese interessato dalla Shoah. Gli storici ritengono che ad influenzare il dato fu la massiccia collaborazione nel genocidio dei paramilitari locali non ebrei, sebbene le ragioni di questa collaborazione siano ancora oggetto di dibattito. Mai tante vittime si erano registrate in un così breve arco temporale nella storia della Lituania. L'avanzata tedesca nelle regioni occidentali dell'URSS, compresa la Lituania, avvenne di pari passo con un forte radicamento dell'antisemitismo.La propaganda nazista cavalcò il mito del bolscevismo ebraico, una ricostruzione secondo la quale la Lituania era stata precedentemente occupata dall'Armata Rossa a causa dello stretto legame tra ebrei e sovietici. Un altro elemento che permise la realizzazione di uno sterminio su vasta scala si deve all'ingente meccanismo messo in atto dai nazisti in termini di manodopera, logistica, propaganda e coordinamento con i simpatizzanti lituani.

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