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Operazione Kikusui

Operazione Kikusui (菊水作戦 Kikusui sakusen?) fu una serie di grandi attacchi aerei suicidi sferrati dai reparti kamikaze della Marina imperiale giapponese e dell'Esercito imperiale giapponese durante la battaglia di Okinawa per cercare di fermare l'invasione dell'isola da parte delle forze aeronavali e terrestri alleate. Gli attacchi aerei kamikaze, condotti con grande coraggio e determinazione dai giovani piloti volontari sotto la direzione dell'ammiraglio Matome Ugaki, si susseguirono in almeno dieci ondate dai primi giorni di aprile alla fine di giugno 1945. I disperati attacchi suicidi inflissero pesanti perdite alle forze navali alleate che ebbero numerose navi affondate o gravemente danneggiate, ma, nonostante il sacrificio della vita dei piloti giapponesi, non riuscirono a fermare la macchina militare statunitense che alla fine completò con successo la conquista dell'isola di Okinawa. L'impressionante determinazione delle unità d'attacco speciale giapponesi e la gravità delle perdite subite influì sulla decisione della dirigenza politico-militare statunitense di evitare un'invasione terrestre del Giappone e ricercare altre soluzioni per arrivare alla resa dell'irriducibile nemico. La denominazione dell'operazione, Kikusui, deriva dal nome della hata-jirushi (il vessillo di battaglia) del leggendario samurai Kusunoki Masashige.

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