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Il neofascismo è un insieme di movimenti sociali o politici nati dopo la seconda guerra mondiale con l'intento di rianimare e attuare l'ideologia fascista. Secondo lo storico Renzo De Felice durante la guerra fredda questi movimenti assorbirono e presero il posto del fascismo, favoriti in ciò dalla strategia geo-politica dell'Alleanza Atlantica che in tali gruppi vedeva un argine efficace all'espansione comunista. In Italia la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione vieta la riorganizzazione del partito fascista, mentre la legge Scelba del 1952 sanziona l'apologia del fascismo. La Legge Mancino del 1993 punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. Anche durante gli anni di piombo organizzazioni di lotta armata si sono richiamate al neofascismo. Il neofascismo non si basa su un'ideologia specifica ma costituisce un insieme di gruppi variegato con particolari differenze tra essi (e talvolta addirittura in contrasto tra di loro) seppur con comuni elementi di ultranazionalismo, autoritarismo, suprematismo bianco, xenofobia e opposizione all'immigrazione. Questi gruppi si possono ispirare al fascismo italiano, a filosofi tradizionalisti come Julius Evola, a politici come Codreanu e al falangismo spagnolo, ma anche al Nazionalsocialismo (Neonazismo).
La simbologia fascista è l'insieme dei simboli utilizzati dal fascismo e dal neofascismo. Il Fascismo storico, così inteso dalla fondazione del Popolo d'Italia e l'inizio delle campagne interventiste nel 1914 al termine della Repubblica Sociale Italiana (RSI) nel 1945, fece ampio uso della simbologia classica dell'antica Roma: esempi ne furono il Fascio littorio, il Saluto romano, l'utilizzo della lettera "V" in luogo della "U" e l'aquila romana. I movimenti neofascisti in un primo momento ripresero, modificandola leggermente, questa simbologia; mentre a partire dagli anni settanta, con la rivoluzione generazionale in atto si cominciò a fare uso della croce celtica e delle rune nordiche. All'inizio degli anni Novanta, ma più diffusamente a cavallo tra i Novanta e i Duemila, ebbe luogo un ulteriore passaggio generazionale, principalmente sulla scia del DART (Divisione ARTistica) prima e della cultura non conforme e del circuito OSA/ONC poi. In questo periodo non si ripresero simboli del passato, ma si elaborarono immagini nuove provenienti dalle sezioni artistiche dei vari movimenti, spesso accordandosi con principi tradizionali e spirituali.
Una organizzazione non governativa (ONG) è un'organizzazione senza fini di lucro che è indipendente dagli Stati e dalle organizzazioni governative internazionali. Sono organizzazioni molto diverse tra di loro, impegnate in una vasta gamma di attività, spesso a carattere umanitario o sociale, assumendo forme giuridiche differenti nelle varie parti del mondo: alcune possono avere lo status di enti benefici, mentre altre possono essere registrate per l'esenzione fiscale basata sul riconoscimento di scopi sociali. Altre possono costituire dei fronti per interessi politici, religiosi o di altro tipo. Tipicamente sono finanziate tramite donazioni oppure da elargizioni di filantropi, sebbene tutte quelle più grandi siano sostenute anche da denaro pubblico.
Un'organizzazione internazionale è un tipo di organizzazione a carattere internazionale con membri, scopo o presenza a rilievo internazionale, ovvero con sedi, attività e interessi in più paesi del mondo; si parla invece di organizzazione intergovernativa quando i componenti dell'organizzazione sono governi di Stati, i cui dipendenti sono spesso chiamati funzionari internazionali, godendo spesso di immunità diplomatiche (alcuni esempi di organizzazioni sono le Nazioni Unite, l'Unione europea, l'Organizzazione mondiale del commercio e la NATO).
Con i termini Italia settentrionale, Nord Italia, Alta Italia o semplicemente Nord o Settentrione s'intende comunemente una regione geografica e statistica composta dall'insieme delle regioni italiane più a nord del paese, vale a dire Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto. Esse ospitano circa il 46% della popolazione italiana, e producono il 59,4% del prodotto interno lordo nazionale. Geograficamente questa regione comprende la parte continentale della Repubblica italiana. A sua volta l'Italia settentrionale si divide geograficamente e statisticamente nelle regioni NUTS 1: Italia nord-occidentale o Nord-Ovest, comprendente Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d'Aosta; Italia nord-orientale o Nord-Est, comprendente Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Compromesso storico è il nome con cui si indica in Italia la tendenza al riavvicinamento tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano osservata negli anni settanta. Questa politica in ogni caso non portò mai il Partito Comunista a partecipare al governo in una grande coalizione ai sensi del cosiddetto consociativismo.
Il centrismo nella storia d'Italia è stata la formula politica imperniata sulla Democrazia Cristiana che ispirò i governi della Repubblica Italiana dal 1947 al 1958 e, almeno formalmente, fino al 1963. In senso lato, può essere definito come la tendenza a creare aggregazioni politiche di centro.
La bandiera d'Italia, conosciuta anche, per antonomasia, come il Tricolore, è il vessillo nazionale della Repubblica Italiana. È una bandiera a tre colori composta, partendo dall'asta, da verde, bianco e rosso, colori nazionali dell'Italia, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nº 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947. La legge ne regolamenta utilizzo ed esposizione, tutelandone la difesa e prevedendo il reato di vilipendio della stessa; ne prescrive altresì l'insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli patri italiani. Alla bandiera italiana è dedicata la Festa del Tricolore, istituita dalla legge nº 671 del 31 dicembre 1996, che si tiene ogni anno il 7 gennaio. Questa celebrazione commemora la prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana, che avvenne a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, sulla scorta degli eventi susseguenti alla rivoluzione francese (1789-1799) che propugnò, tra i suoi ideali, l'autodeterminazione dei popoli. I colori nazionali italiani comparvero per la prima volta a Genova su una coccarda tricolore il 21 agosto 1789, anticipando di sette anni il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, che venne adottato dalla Legione Lombarda l'11 ottobre 1796. Dopo la data del 7 gennaio 1797 la considerazione popolare per la bandiera italiana crebbe costantemente, sino a farla diventare uno dei simboli più importanti del Risorgimento, che culminò il 17 marzo 1861 con la proclamazione del Regno d'Italia, di cui il tricolore assurse a vessillo nazionale. La bandiera tricolore ha attraversato più di due secoli di storia d'Italia, salutandone tutti gli avvenimenti più importanti.