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La lingua nota oggi come spagnolo deriva da un dialetto del latino parlato sviluppatosi nella parte centro-settentrionale della Penisola iberica, in quella che adesso è la Spagna settentrionale. Nel corso degli ultimi mille anni, la lingua si diffuse a sud verso il Mar Mediterraneo, e successivamente viene esportata nell'impero coloniale spagnolo, in particolare nelle Americhe. Oggi è la lingua ufficiale di 21 nazioni e di numerose organizzazioni internazionali, ed è una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. Lo sviluppo della fonologia spagnola risulta distinto da quello delle altre lingue romanze per diverse caratteristiche: dittongazione della E e O breve accentate latine in sillaba chiusa come pure aperta (tiempo, puerta); palatalizzazione dei gruppi latini -NN- e -LL- (año, silla); la fusione fonemica di /b/ e /v/, rendendo, per esempio, il nome tubo e il verbo tuvo foneticamente equivalenti (in tutti i contesti tranne quelli di ipercorrezione o pronuncia ortografica). spirantizzazione di /b/, /d/, e /g/ — non solo dal latino originario B, D, e G (come nello sp. probar, sudar, legumbre), ma anche dal latino P, T, e C (come nello sp. sabe, vida, lago); desonorizzazione e ulteriore sviluppo delle sibilanti spagnole medievali, producendo (1) la velare fricativa [x] in parole come caja, hijo, gente, e (2) — in molti dialetti della Spagna, comprese le varietà prestigiose di Madrid, Toledo, ecc. — la interdentale [θ] in parole come cinco, hacer, e lazo; e aspirazione ed eventuale perdita della F latina, segnata nella grafia moderna dalla ‹h› muta in parole come hablar, hilo, hoja.Il sistema latino delle quattro coniugazioni del verbo nello spagnolo viene ridotto a tre. Gli infiniti latini con le terminazioni -ĀRE, -ĒRE, e -ĪRE diventano rispettivamente gli infiniti spagnoli in -ar, -er, e -ir. La terza coniugazione latina — infiniti terminanti in -ĔRE — viene ridistribuita tra quelle in -er e -ir (per es. FACĔRE > hacer, DICĔRE > decir) La morfologia verbale spagnola continua a usare alcune forme sintetiche latine, sostituite da quelle analitiche in francese e italiano (cfr. sp. lavó, fr. il a lavé, it. lavò), e il modo congiuntivo spagnolo mantiene separate le forme del presente e del passato. La sintassi spagnola fornisce una traccia evidente di alcuni oggetti diretti: il cosiddetto a "personale". Lo spagnolo, unico tra le lingue romanze, mantiene l'uso di un "ridondante" pronome oggetto indiretto (le, les), anche in presenza di un sintagma nominale oggetto indiretto. In merito ai pronomi soggetto, lo spagnolo (come l'italiano) è una lingua pro-drop, vale a dire che il sintagma verbale può spesso stare da solo senza l'uso di un pronome soggetto (o sintagma nominale soggetto). Confrontata ad altre lingue romanze, lo spagnolo ha una sintassi alquanto più libera, con restrizioni relativamente minori per quanto concerne l'ordine dei costituenti della frase soggetto-verbo-oggetto. A causa del prolungato contatto linguistico con altre lingue, il lessico spagnolo contiene prestiti dal basco, dall'arabo e dalle lingue indigene delle Americhe. Gli accenti (acuti) — usati nello spagnolo moderno per marcare la vocale della sillaba tonica in parole dove l'accento non è previsto di norma — entra in uso in modo sporadico nel XV secolo, e più massicciamente nel XVI secolo. Il loro uso inizia ad essere standardizzato nel XVIII secolo con l'avvento della Accademia Reale Spagnola.
L'ortografia della lingua tedesca (in tedesco Rechtschreibung) è da tempo oggetto di modificazioni, dibattiti e proteste: dopo l'ultima riforma ortografica sono stati fissati alcuni ulteriori criteri per la corretta grafia delle parole, sebbene essa non sia stata accettata da tutti, soprattutto da alcuni importanti giornali locali, quali la Frankfurter Allgemeine Zeitung e il Bild. C'è da ricordare anche la notevole riforma del 1998.
L'ortografia della lingua italiana è l'insieme delle convenzioni che governano la scrittura della lingua italiana per quanto riguarda i grafemi (le lettere con cui si scrivono le parole) e i segni paragrafematici (accenti grafici, apostrofi, uso della maiuscola, divisione delle parole). Alcune grammatiche considerano parte dell'ortografia anche la punteggiatura.
L'ortografia della lingua gallese è quell'insieme di regole che regolano la trascrizione della lingua gallese.
L'ortografia (dal greco ὀρθογραϕία (οῤθός (orthós) = retto, corretto + γραϕία (graphía) = grafia) è la parte della grammatica costituita dall'insieme delle norme che regolano il modo corretto di scrivere secondo il sistema di scrittura di una data lingua. In grafemica, il termine "sistema di scrittura" è preferito a "ortografia".Va distinta dalla tipografia e dai disturbi specifici della scrittura, quali la disgrafia e la disortografia.
Lo spagnolo (in spagnolo español), detto anche castigliano (castellano), è una lingua appartenente al gruppo delle lingue romanze della famiglia delle lingue indoeuropee. Secondo un'indagine di SIL International è la terza lingua più parlata al mondo (dopo l'inglese e il cinese mandarino), con oltre 550 milioni di persone che la parlano. Secondo uno studio del 2020 dell'Instituto Cervantes lo spagnolo è la seconda lingua madre al mondo (dopo il cinese) con 463 milioni di persone di lingua madre, mentre più di 538 milioni (o 585, secondo Informe 2020) sono coloro che lo parlano in tutto il mondo. Il suo lessico è molto simile a quello dell'italiano (82%) e al portoghese (89%).
Il giudeo-spagnolo, detto anche judezmo o giudesmo (in spagnolo ladino, da non confondersi però con il ladino dolomitico), è la lingua parlata dai discendenti degli ebrei espulsi dalla Spagna e Portogallo nel 1492; essa è diffusa tra gli ebrei sefarditi nel bacino del Mediterraneo, nelle città dell'ex Impero Ottomano (Salonicco, Istanbul, Smirne), ed in seguito alle emigrazioni dell'800 anche nelle Americhe. Il giudeo-spagnolo è una lingua giudeo-romanza evolutasi a partire dallo spagnolo del XV secolo; in origine questa lingua fu scritta esclusivamente in caratteri ebraici, al pari delle altre lingue degli ebrei, ma nell'ultimo secolo le è stata adattata anche una grafia in caratteri latini. Tale grafia latina si basa su una translitterazione delle parole dall'alfabeto ebraico, sicché essa risulta visivamente molto distante dalla corrispondente grafia castigliana.