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La storia della Tunisia è quella di una nazione nordafricana indipendente dal 1956. Ma si adatta oltre a coprire la storia del territorio tunisino dal periodo preistorico Capsiano e dall'antica civiltà punica, prima che il territorio passasse sotto il dominio di Romani, Vandali e Bizantini. Il VII secolo segna una svolta decisiva in una popolazione che sta diventando islamizzata e gradualmente arabizzante sotto il regno di varie dinastie che affrontano la resistenza delle popolazioni berbere. Grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, la Tunisia diventa la posta in gioco della rivalità di potenze successive, la Spagna di Carlo V, il giovane impero ottomano e la Francia, che prende il controllo della provincia ottomana per anticipare il suo rivale Italiano. Contrassegnato da profonde trasformazioni strutturali e culturali, la Tunisia vede un movimento nazionalista affermarsi rapidamente, concludendo con il potere tutelare gli accordi che portano all'indipendenza nel 1956. Da quel momento in poi, il Paese è costretto a marciare verso la modernizzazione e l'integrazione economica sotto l'impulso di un partito politico che è rimasto dominante fino alla rivoluzione del 2011.
Il Regno di Sicilia fu uno Stato sovrano esistito dal 1130 al 1816, ovvero fino all'istituzione del Regno delle Due Sicilie. Costituito nel 1130, con Ruggero II d'Altavilla (fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia e Calabria) e durato fino all'inizio del XIX secolo, la sua sovranità fu assicurata dall'assai longevo Parlamento con sede a Palermo. Per questo è considerato da diversi studiosi come il prototipo del moderno Stato europeo. Il nuovo Stato insisteva, oltre che sulla Sicilia, su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più ampio e importante degli antichi Stati della penisola italiana. A seguito di contrasti con Manfredi di Svevia, appartenente alla famiglia imperiale degli Hohenstaufen che era succeduta agli Altavilla, papa Clemente IV nominò il giorno dell'Epifania del 1266 Carlo I d'Angiò nuovo Rex Siciliae. Ma il pesante fiscalismo imposto dai sovrani della dinastia di origine angioina e il malcontento diffuso a tutti gli strati della popolazione isolana determinarono la rivolta del Vespro; seguì la guerra dei novant'anni tra Pietro III d'Aragona, imparentato con gli Hohenstaufen, e gli Angiò. Sconfitto, il 26 settembre 1282 Carlo d'Angiò lasciò definitivamente la sola Sicilia nelle mani degli Aragonesi che con Federico III di Sicilia diedero vita alla autonoma Casa regnante degli Aragona di Sicilia. Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia moderna come Regno di Napoli dal 1805) e Regnum Siciliae ultra Pharum (Regno di Sicilia, che, per un certo periodo, dal 1282 al 1416, fu noto anche come Regno di Trinacria). Dal 1412 i sovrani della dinastia Aragonese governarono il "Regno di Sicilia ultra" come vicereame. Dal 1516 il regno di Sicilia con Carlo V passò agli Asburgo di Spagna, governato da un vicerè, fino al 1713 (de facto fino al 1707). Il regno con Carlo di Borbone tra il 1734 e il 1735, fu retto in unione personale con il regno di Napoli, e così dai suoi successori, fino all'unificazione giuridica nel dicembre 1816, con la istituzione del Regno delle Due Sicilie.
Il Regno di Sardegna ebbe inizio formalmente a Roma – come Regnum Sardiniae et Corsicae – nell'antica basilica di San Pietro il 4 aprile del 1297 allorché papa Bonifacio VIII, per risolvere la contesa tra Angioini e Aragonesi circa il Regno di Sicilia (che aveva scatenato i moti popolari passati alla storia come Vespri siciliani), attraverso la bolla Ad honorem Dei onnipotenti Patris investì il re d'Aragona Giacomo II dello ius invadendi sulla Sardegna e sulla Corsica. Il nuovo regno fu poi realizzato giuridicamente e territorialmente dagli Aragonesi il 19 giugno del 1324 limitatamente alla sola Sardegna in quanto gli Aragonesi non riuscirono a sottrarre la Corsica ai Genovesi, nonostante i vari tentativi. Nel corso del XV secolo venne utilizzata la denominazione di Regnum Sardiniae e la monetazione coniata fin dall'istituzione del regno porterà il riferimento alla sola Sardegna.