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La terapia di conversione, anche detta terapia riparativa o terapia di riorientamento sessuale, è una pratica pseudoscientifica intesa a cambiare l'orientamento sessuale di una persona dall'omosessualità originaria all'eterosessualità, oppure ad eliminare o quantomeno ridurre i suoi desideri e comportamenti omosessuali. Sono state tentate diverse tecniche, incluse modificazione del comportamento, terapia dell'avversione, psicoanalisi, preghiera e terapie religiose quali l'esorcismo. La terapia di conversione è strettamente associata con il movimento degli ex-gay, il quale presenta una componente religiosa più spiccata. I gruppi di ex-gay tendono principalmente ad evitare le attività sessuali tra persone dello stesso sesso, e solo secondariamente (o a volte per nulla) a cambiare l'orientamento sessuale che sta alla base di quei comportamenti. Le ricerche condotte dalla comunità scientifica non sono mai riuscite a riprodurre i risultati dichiarati dalle associazioni che promuovono queste pratiche. Al contrario, tali ricerche ne hanno evidenziato la pericolosità. Di conseguenza, l'opinione delle organizzazioni mediche e psichiatriche è che "non esiste una ricerca scientificamente adeguata che dimostri che la terapia [...] sia sicura oppure efficace", e che esistano anzi alcune prove di quanto essa sia potenzialmente dannosa. Tutte le maggiori organizzazioni per la salute mentale hanno espresso preoccupazioni al riguardo di questi trattamenti. L'Associazione degli Psicologi Americani (American Psychological Association) ha affermato che «sembra probabile che la promozione di terapie di cambiamento rinforzi gli stereotipi e contribuisca ad un clima negativo per le persone lesbiche, gay e bisessuali.» Le linee guida etiche delle maggiori organizzazioni per la salute mentale nel mondo variano da inviti ammonitori sulla sicurezza e l'efficacia di queste pratiche e sui pericoli dei pregiudizi ad essa associati, alle raccomandazioni rivolte ai medici professionisti di astenersi dall'utilizzare il trattamento o dall'indirizzare i pazienti ad altri medici che ne facciano uso. Sebbene le organizzazioni rispettino comunque il diritto all'autodeterminazione del paziente, in conseguenza dell'opinione medica, emarginano ampiamente la terapia di conversione. I suoi sostenitori odierni, nonostante i suddetti elementi medici e scientifici, rivendicano l'importanza etica della libertà della persona di autodeterminarsi. Il cambiamento dell'orientamento sessuale è divenuto un argomento molto politicizzato, e i dibattiti seguenti «hanno oscurato i dati scientifici chiamando in causa le motivazioni e persino i caratteri degli individui da entrambi i lati del problema.» La National Gay and Lesbian Task Force ha descritto il fenomeno come «la destra cristiana [che] ripresenta la sua campagna anti-gay in termini più edulcorati. Invece di denunciare semplicemente gli omosessuali come individui moralmente e socialmente corrotti, la destra cristiana ha cambiato strategia enfatizzando [...] il movimento ex-gay. Dietro questa maschera di compassione, comunque, l'obiettivo rimane lo stesso: ri-eliminare la protezione legale per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali [...]». Di contro, alcune persone, che affermavano di aver tratto beneficio dalla terapia di conversione sono state attaccate dai gruppi per i diritti delle persone omosessuali, che li definivano "poster boys", ovvero "ragazzi immagine" (delle terapie). In molti casi queste persone hanno poi ammesso di essere stati costretti a definirsi ex-gay dalla pressione sociale o familiare, pur non essendolo. Randy Thomas ha detto: «Come ex-omosessuale, quando negli anni 80 collaboravo a promuovere la liberazione dei gay, il nostro unico scopo era di ottenere la tolleranza, mentre l'attivismo politico odierno si è spostato dalla tolleranza alla dominazione politica e al potere. È sconcertante guardare un gruppo formato da persone che si dichiaravano oppresse diventare esso stesso oppressore.» Tuttavia nel 2015, come nel caso di John Paulk, anche Randy Thomas ha ammesso di non essere affatto un ex-gay, ma di essere sempre stato gay.
L'omeopatia (dal greco ὅμοιος, òmoios, «simile» e πάθος, pàthos, «sofferenza») è una pratica di medicina alternativa basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo. Alla base vi è il privo di riscontro "principio di similitudine del farmaco" (similia similibus curantur, letteralmente: «i simili si curano coi simili») enunciato dallo stesso Hahnemann. Si tratta di un concetto privo di fondamento scientifico, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita e "dinamizzata"; la misura della diluizione è definita dagli omeopati "potenza".
La malattia di Crohn o morbo di Crohn, nota anche come enterite regionale, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino (MICI) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una vasta gamma di sintomi. Essa causa principalmente dolori addominali, diarrea (che può anche essere ematica se l'infiammazione è importante), vomito o perdita di peso, ma può anche causare complicazioni in altri organi e apparati, come eruzioni cutanee, artriti, infiammazione degli occhi, stanchezza e mancanza di concentrazione. La malattia di Crohn è considerata una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario aggredisce il tratto gastrointestinale provocando l'infiammazione, anche se viene classificata come un tipo particolare di patologia infiammatoria intestinale. Ci sono prove di una predisposizione genetica per la malattia e questo porta a considerare gli individui con fratelli ammalati tra gli individui ad alto rischio. La malattia di Crohn tende a presentarsi inizialmente negli adolescenti e nei ventenni, con un altro picco di incidenza tra i cinquanta e i settant'anni, anche se la malattia può manifestarsi a qualsiasi età. Non esiste ancora una terapia farmacologica risolutiva o una terapia chirurgica eradicante la malattia di Crohn. Le possibilità di trattamento sono limitate al controllo dei sintomi, al mantenimento della remissione e alla prevenzione delle ricadute. La malattia prende il nome dal gastroenterologo statunitense Burrill Bernard Crohn che, insieme a due colleghi nel 1932, ha descritto per primo una serie di pazienti con infiammazione dell'ileo terminale, solitamente la zona più colpita dalla malattia. Per questo motivo, la malattia è stata anche chiamata ileite regionale o enterite regionale.
Giuseppe Moscati (Benevento, 25 luglio 1880 – Napoli, 12 aprile 1927) è stato un medico, fisiologo e accademico italiano. Beatificato da papa Paolo VI nel corso dell'Anno Santo 1975 e canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987, fu definito "medico dei poveri".
La febbre tifoide o tifo addominale (o ileotifo) è una malattia infettiva sistemica, febbrile, a trasmissione oro-fecale provocata dal batterio Salmonella enterica, detto anche bacillo di Eberth o di Gaffky. La salmonellosi, invece, è una forma di enterite provocata da microrganismi appartenenti al genere Salmonella spp. diversi da Salmonella enterica subsp. enterica, serovar Typhi, detti salmonelle "non tifoidi".
In questa pagina viene trattato il tema degli effetti della cannabis sulla salute, con particolare riferimento ai possibili effetti indesiderati o dannosi che possono manifestarsi con il consumo di questa pianta. I possibili utilizzi ed effetti terapeutici non sono invece trattati in questa voce: per approfondire le possibili applicazioni terapeutiche della canapa vedi la voce uso medico della cannabis.
I cannabinoidi o cannabinoli sono sostanze chimiche di origine naturale e biochimicamente classificati come terpenofenoli. Sono composti accomunati dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi.
Il termine bulimia (AFI: /buliˈmia/; dal greco βουλιμία, boulimía, propriamente "fame da bue", composto di βοῦς, bôus, "bue", e λιμός, limós, "fame") indica, nel linguaggio medico, una voracità patologica ed eccessiva associata a malattie di diversa natura (diabete, anchilostomiasi, oligofrenia, eccetera).La bulimia nervosa è, insieme all'anoressia nervosa, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Una persona affetta spesso si provoca il vomito dopo aver mangiato, utilizza dei lassativi, digiuna e pratica intensa attività fisica. La maggior parte delle persone che soffrono di bulimia presenta un peso corporeo normale. La forzatura di vomito può provocare pelle ispessita sulle nocche e danni ai denti. La bulimia è associata ad altri disturbi mentali come la depressione e l'ansia, e a problemi come la tossicodipendenza o l'alcolismo. Si riscontra anche un elevato rischio di suicidio e di pratiche autolesionistiche.La bulimia è più comune tra coloro che hanno un parente stretto che ha sofferto o soffre della condizione. La percentuale del rischio stimato attribuibile a fattori genetici è compresa tra il 30% e l'80%. Altri fattori di rischio per la malattia includono lo stress psicologico, una pressione culturale per un certo tipo di corpo, scarsa autostima e l'obesità. Vivere in un ambiente familiare in cui i genitori promuovono la dieta e che si preoccupano del peso è un fattore di rischio. La diagnosi si basa sulla storia clinica di una persona, tuttavia è difficile da scoprire in quanto chi ne è affetto tende ad essere molto riservato su queste abitudini. Inoltre la diagnosi di anoressia nervosa ha la precedenza su quella della bulimia. Altri disturbi simili includono il disturbo da alimentazione incontrollata, la sindrome di Kleine-Levin e il disturbo borderline di personalità.La terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento primario per la bulimia. L'assunzione di antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o gli antidepressivi triciclici, può portare un modesto beneficio. Anche se la prognosi della bulimia è in genere migliore di quella dell'anoressia, il rischio di morte tra le persone colpite è superiore a quella della popolazione generale. Dopo 10 anni dall'inizio del trattamento, circa il 50% delle persone ha ottenuto una completa guarigione.A livello globale si stima che nel 2013 la bulimia interessasse 6,5 milioni di persone. Circa l'1% delle giovani donne soffre di bulimia per un certo periodo di tempo e circa il 2-3% delle donne ha sperimentato la condizione in un momento della vita. La condizione si presenta meno comunemente nei paesi in via di sviluppo. C'è un rischio di circa nove volte superiore che la bulimia si presenti nelle femmine rispetto ai maschi. Tra le femmine la maggior parte dei casi si riscontra nelle adolescenti. La bulimia è stata nominata e descritta per la prima volta nel 1979 dallo psichiatra britannico Gerald Russell.