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La stazione di Leopardi è una stazione della ex Circumvesuviana, posta sulla linea Napoli-Poggiomarino, a servizio di una frazione del comune di Torre del Greco chiamata Leopardi, proprio perché in zona visse il celebre poeta Giacomo Leopardi. La stazione ha quattro binari, di cui tre passanti per il servizio passeggeri e muniti di banchina e sottopassaggio, mentre un quarto è tronco ed utilizzato da carri per la manutenzione per la linea. Nelle vicinanze vi è il santuario della Madonna del Buon Consiglio.
Mario Marti (Cutrofiano, 19 maggio 1914 – Lecce, 4 febbraio 2015) è stato un critico letterario e accademico italiano. Italianista autorevole, fu apprezzato in Italia e all'estero soprattutto per i suoi studi sulla letteratura dei primi secoli, su quella del Rinascimento e su Leopardi. Percorse tutti i gradi della carriera accademica, venendo infine nominato professore emerito dell'Università di Lecce.
La Villa delle Ginestre (già Carafa d'Andria-Ferrigni), è una delle Ville vesuviane del XVIII secolo, tra quelle non allineate lungo il Miglio d'oro, situata sulla collina dei Camaldoli, nella frazione Leopardi del comune di Torre del Greco. La villa è legata anche alla vicenda biografica e artistica di Giacomo Leopardi, che vi trascorse l'ultima stagione di sua vita, e vi compose alcuni suoi componimenti, tra cui la celebre La ginestra, da cui la villa ha preso il nome.
Il Museo civico diocesano è un museo situato a Penne, in provincia di Pescara, gestito dall'arcidiocesi di Pescara-Penne e fondato nel 1978. È ospitato in ambienti annessi alla cripta del duomo di Penne (ingresso e cortile, cripta, sala degli argenti, pinacoteca sala dei codici e saletta dei paramenti vescovili), appositamente restaurati. I materiali esposti comprendono dipinti dalla fine del XIII al XVIII secolo, sculture dal XII al XVIII secolo, oggetti liturgici preziosi dal XIV al XIX secolo, codici dal XIV al XVIII secolo e paramenti vescovili del XVI-XVIII secolo. Si citano in particolare la testa di una statua di epoca romana, un Cristo deposto del Maestro di Tivoli (XIII-XIV secolo), una Madonna con Bambino e Santo e una Crocifissione attribuiti al Maestro di Offida (XIV secolo), una Madonna del Latte attribuita alla bottega di Arnolfo di Cambio (XIV secolo), la pala di San Giovanni del pittore Samberlotti di Montorio (datata al 1617), San Giovanni scrive l'Apocalisse di Battista Gamba (XVIII secolo), e una serie di ritratti di dame e cavalieri di Malta di Penne (XVI-XVIII secolo). Del percorso di visita fa parte la cripta del duomo con volta affrescata del XIV-XV secolo.
L'infinito è una delle liriche più famose dei Canti di Giacomo Leopardi, che il poeta scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819. La lirica, composta da 15 endecasillabi sciolti, appartiene alla serie di scritti pubblicati nel 1826 con il titolo "Idilli". Oltre all'Infinito, in questa serie sono presenti anche altre note liriche, come Alla luna e La sera del dì di festa. Il termine greco "idillio" (εἰδύλλιον), di solito riferito a componimenti poetici incentrati sulla descrizione di scene agresti, subisce, con Leopardi, una ridefinizione: negli idilli leopardiani sono assenti le tematiche bucoliche proprie dei componimenti scritti dai poeti greci Teocrito, Mosco, Bione, e da poeti bucolici latini (Virgilio, Calpurnio Siculo e Nemesiano), poi imitati in età umanistica e rinascimentale da Jacopo Sannazaro e da Torquato Tasso. L'idillio leopardiano è un componimento connotato da un forte intimismo lirico: in esso l'elemento del paesaggio naturale (spesso privo dei connotati del paesaggio ideale antico) è strettamente legato all'espressione degli stati d'animo dell'uomo. Tale espressione del proprio io, non vuole essere una fuga nell'irrazionale o nel sogno (come accade nella lirica romantica), ma solo una nuova occasione di un'ampia riflessione sul tempo, sulla storia, e sul triste destino degli uomini. Gli idilli leopardiani, inoltre, presentano differenze stilistiche rispetto ad altre composizioni, in particolare colpisce l'abile e sapiente mescolanza di registri linguistici che spazia da quello letterario (Ermo colle) a quello semplice, piano e colloquiale (Sempre caro). Questo idillio si divide in due parti ben distinte: nella prima il poeta esprime concetti a lui usuali mentre, nella seconda, usa l'immaginazione e si perde nell'infinito. Il manoscritto originale è conservato presso la biblioteca nazionale di Napoli, insieme ad altre opere del poeta. Un secondo manoscritto, con molti altri autografi, è conservato nel Museo dei manoscritti del comune di Visso in provincia di Macerata. Nel mese di ottobre 2016, in seguito al terremoto che ha colpito la zona, questi manoscritti sono stati provvisoriamente trasferiti a Bologna.
Conte Giacomo Leopardi (al battesimo Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi; Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837) è stato un poeta, filosofo, scrittore, filologo italiano. È ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del romanticismo letterario, sebbene criticherà sempre la corrente romantica di cui rifiuta l'arido vero, ritenendosi vicino al Classicismo. La profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana – di ispirazione sensista e materialista – ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale, con ricadute che vanno molto oltre la sua epoca. Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura, inizialmente sostenitore del classicismo, ispirato alle opere dell'antichità greco-romana, ammirata tramite le letture e le traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano ed altri, approdò al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei, quali Byron, Shelley, Chateaubriand, Foscolo, divenendone un esponente principale, pur non volendo mai definirsi romantico. Le sue posizioni materialiste – derivate principalmente dall'Illuminismo – si formarono invece sulla lettura di filosofi come il barone d'Holbach, Pietro Verri e Condillac, a cui egli unisce però il proprio pessimismo, originariamente probabile effetto di una grave patologia che lo affliggeva ma sviluppatesi successivamente in un compiuto sistema filosofico e poetico. Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, di edema polmonare o scompenso cardiaco, durante la grande epidemia di colera di Napoli. Il dibattito sull'opera leopardiana a partire dal Novecento, specialmente in relazione al pensiero esistenzialista fra gli anni trenta e cinquanta, ha portato gli esegeti ad approfondire l'analisi filosofica dei contenuti e significati dei suoi testi. Per quanto resi specialmente nelle opere in prosa, essi trovano precise corrispondenze a livello lirico in una linea unitaria di atteggiamento esistenziale. Riflessione filosofica ed empito poetico fanno sì che Leopardi, al pari di Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche e più tardi di Kafka, possa essere visto come un esistenzialista o almeno un precursore dell'Esistenzialismo.
La chiesa di Sant'Agostino è un edificio religioso di Recanati. La struttura è nota per il suo campanile che ha ispirato la poesia Il passero solitario di Giacomo Leopardi.