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Nel periodo immediatamente successivo alla sua emersione, nel X secolo, la nazione polacca venne guidata da una serie di decisi governanti che portarono alla conversione dei Polacchi al Cristianesimo, crearono un solido Stato nell'Europa Centrale e integrarono la Polonia nella cultura europea. Formidabili nemici e la frammentazione interna erosero questa struttura iniziale nel corso del XIII secolo, ma il consolidamento seguito nel XIV secolo gettò le basi per il successivo potente regno polacco. A partire dal granduca lituano Jogaila, divenuto re di Polonia con il nome di Ladislao II la dinastia degli Jagelloni (1385-1569) costituì l'Unione Polacco-Lituana, che si rivelò positiva sia per i Polacchi che per i Lituani e che giocò un ruolo dominante in uno dei più potenti imperi europei dei successivi tre secoli. L'atto conosciuto come Nihil novi, adottato dal parlamento polacco (Camera dei deputati della Polonia) nel 1505 trasferì gran parte del potere legislativo del monarca al parlamento stesso. Questo evento segnò l'inizio del periodo conosciuto come "Democrazia dei Nobili" (in polacco Rzeczpospolita szlachecka con il primo termine coniato sul latino res publica), in cui lo Stato fu governato dai "liberi ed uguali" della nobiltà polacca (szlachta) con quella che viene definita la "Libertà Dorata". L'Unione di Lublino del 1569 stabilì la Confederazione Polacco-Lituana come un elemento di primaria importanza nella politica europea e come una vivace entità culturale. Nel 1596 l'Unione di Brest stabilì un compromesso anche di tipo religioso: le regioni slave dell'attuale Bielorussia e Ucraina accettavano di far parte della Chiesa uniata, con dogmi cattolici e riconoscimento dell'autorità papale, ma continuando a mantenere il rito bizantino. Entro il XVIII secolo la "Democrazia dei Nobili" si andò lentamente trasformando in anarchia, basata sul principio del liberum veto (l'opposizione anche di un solo nobile paralizzava le deliberazioni del Parlamento) rendendo la Confederazione, un tempo potente, facile preda agli interventi stranieri. Il paese venne infine spartito tra gli stati confinanti di Prussia, Russia e Austria e definitivamente cancellato dalle carte geografiche nel 1795. Sebbene la maggioranza dei nobili accettasse la fine della Confederazione, l'idea dell'indipendenza della Polonia restò viva e alimentata dagli eventi sia interni che esterni per tutto il XIX secolo. La collocazione della Polonia nel centro dell'Europa divenne particolarmente significativa in un periodo in cui sia la Prussia che la Russia erano fortemente coinvolte nelle alleanze e rivalità europee e in cui le nazioni moderne si andarono stabilendo sull'intero continente. La Polonia ottenne nuovamente la propria indipendenza nel 1918, ma la Seconda Repubblica di Polonia fu eliminata da Germania e Unione Sovietica con l'invasione della Polonia del 1939, con la quale iniziò la seconda guerra mondiale. Il governo polacco in esilio non si arrese e contribuì alla liberazione dall'occupazione nazista, che avvenne all'opera dell'Armata Rossa sovietica. Venne creata la Repubblica Popolare Polacca, uno Stato satellite dell'Unione Sovietica, ma alla fine degli anni ottanta si sviluppò il movimento riformatore di Solidarność, che riuscì ad imporre una pacifica transizione alla democrazia e alla formazione della Terza Repubblica Polacca. I territori sotto la sovranità della Polonia si sono fortemente modificati nel corso della sua storia millenaria: nel XVI secolo la Confederazione Polacco-Lituana fu il secondo Stato d'Europa per estensione dopo la Russia, e i suoi confini si spostarono in modo consistente, sia con la sua rifondazione nel 1918, sia dopo la seconda guerra mondiale.
Seconda Repubblica di Polonia è il nome non ufficiale applicato alla Repubblica di Polonia nel periodo compreso tra la prima e la seconda guerra mondiale. La repubblica confinava con la Germania, la Cecoslovacchia, la Romania, l'Unione Sovietica, la Lettonia, la Lituania e la Città Libera di Danzica. Quando i confini dello stato furono stabiliti nel 1922, aveva una superficie di 388.600 km² (il sesto stato dell'Europa), e 27,2 milioni di abitanti, secondo il censimento di quell'anno. Nel 1939, subito prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, aveva circa 35,1 milioni di abitanti. Un terzo di questi erano appartenenti alle minoranze nazionali (17% di ucraini e bielorussi, 10% di ebrei, 5% di tedeschi e 2% di lituani e cechi). La Seconda Repubblica è spesso associata a tempi di grande avversità; dovette destreggiarsi nelle difficoltà economiche conseguenti alla Grande Guerra, alla guerra sovietico-polacca, alla guerra polacco-lituana ed alla Guerra polacco-ucraina, e in seguito con la crescente ostilità della Germania nazista. La Polonia non giunse mai ad ottenere un livello di sviluppo economico e di prosperità comparabile a quello dei paesi dell'Europa occidentale, anche se le realtà di Varsavia, Cracovia e Leopoli si innalzarono al livello delle principali città occidentali. L'esistenza dello stato è importante per essere stato il primo stato polacco, 123 anni dopo la spartizione del 1795. La Repubblica scomparve nel 1939 a causa dell'attacco della Germania nazionalsocialista (Campagna di Polonia) e dell'intervento successivo dell'Unione Sovietica che occupò le aree orientali secondo le zone d'influenza stabilite nel Patto Molotov-Ribbentrop.
Robert Lewandowski ('Robert Levan'dofskʲi ; Varsavia, 21 agosto 1988) è un calciatore polacco, attaccante del Bayern Monaco e della nazionale polacca, della quale è capitano. Considerato uno dei migliori calciatori della sua generazione, è tra i marcatori più prolifici della storia ed è stato nominato calciatore polacco dell'anno per otto volte, sette di fila, dal 2011 al 2017. Nel 2013, nel 2015 e nel 2019 è stato selezionato tra i 23 candidati al Pallone d'oro FIFA, classificandosi quarto nel 2015 e ottavo nel 2019. Nel 2020 è stato nominato UEFA Men's Player of the Year e The Best FIFA Men's Player.Dopo aver vinto un campionato polacco (2009-10), una Coppa di Polonia (2008-09) e una Supercoppa polacca (2009) con il Lech Poznań, nel 2010 si è trasferito al Borussia Dortmund, con cui ha vinto due campionati tedeschi (nel 2011 e nel 2012), una coppa nazionale (2011-12) e una Supercoppa tedesca (2013). Dopo quattro stagioni, è passato al Bayern Monaco, con cui si è aggiudicato sei campionati (dal 2015 al 2020), tre coppe nazionali (2015-16, 2018-19, 2019-20), quattro supercoppe nazionali (2016, 2017, 2018, 2020), una UEFA Champions League (2019-20) e una Supercoppa UEFA (2020). A titolo individuale, ha vinto per una volta la classifica marcatori del campionato polacco (2009-10), per cinque volte quella del campionato tedesco (2013-14, 2015-16, 2017-18, 2018-19, 2019-20) e per una volta quella della UEFA Champions League (2019-20). È inoltre il calciatore straniero ad avere segnato più gol nella storia della Bundesliga e il terzo marcatore di sempre di questa competizione, nonché primo tra i calciatori ancora in attività.È il migliore marcatore di tutti i tempi della nazionale polacca, con cui ha preso parte a due edizioni del campionato d'Europa (Polonia-Ucraina 2012 e Francia 2016) e un'edizione del campionato del mondo (Russia 2018).
La nazionale di calcio della Polonia (pol. Reprezentacja Polski w piłce nożnej mężczyzn) è la rappresentativa calcistica della Polonia ed è posta sotto l'egida della federazione calcistica polacca. In coppa del mondo la Polonia si è classificata due volte terza, nel 1974 e nel 1982. Ha partecipato per la prima volta alla fase finale di un campionato europeo a Euro 2008 e ha raggiunto per la prima volta i quarti di finale a Euro 2016. La nazionale olimpica ha vinto la medaglia d'oro nel 1972 e la medaglia d'argento nel 1976 e nel 1992. Nella classifica mondiale della FIFA, stilata per la prima volta nell'agosto 1993, la Polonia ha raggiunto come miglior piazzamento il 5º posto nell'agosto 2017, mentre la posizione peggiore è stata il 75º posto del marzo 2012. Occupa attualmente il 19º posto della graduatoria.
Morto Stalin, se ne fa un altro (The Death of Stalin) è un film del 2017 diretto da Armando Iannucci. Adattamento cinematografico del romanzo a fumetti La morte di Stalin di Fabien Nury e Thierry Robin, il film, in forma di commedia nera, racconta gli eventi che seguirono la morte di Iosif Stalin nel 1953.
Iosif Vissarionovič Džugašvili (in russo: Ио́сиф Виссарио́нович Джугашви́ли? ; in georgiano: იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი?, Ioseb Besarionis Dze Jughašvili; Gori, 6 dicembre 1878 – Mosca, 5 marzo 1953) è stato un rivoluzionario, politico e militare sovietico. Conosciuto anche come Iosif Stalin (in russo: Ио́сиф Ста́лин?), fu segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica a partire dal 1924, fino alla morte, avvenuta nel 1953. Nativo della Georgia, di umili origini, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista attivista, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, nonché strettamente fedele alle direttive di Lenin, Stalin divenne uno dei principali capi della rivoluzione d'ottobre e del nuovo Stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij. Nonostante le critiche mossegli da Lenin nell'ultima parte della sua vita e il duro contrasto con Trockij, alla morte di Lenin assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, il potere supremo in Unione Sovietica. Dopo aver sconfitto politicamente prima la sinistra di Trockij, poi l'alleanza tra Trockij, Zinov'ev, Kamenev e poi la destra di Bucharin, Rykov e Tomskji, Stalin adottò una prudente politica di costruzione del "socialismo in un solo Paese", mentre nel campo economico mise in atto le politiche di interruzione della NEP, di collettivizzazione forzata delle campagne e di industrializzazione mediante i piani quinquennali, lo stakanovismo e la crescita dell'industria pesante.A metà degli anni trenta, in una fase di superamento delle difficoltà economiche e di crescita industriale, Stalin cominciò il tragico periodo delle purghe e del grande terrore in cui progressivamente eliminò fisicamente, con un metodico e spietato programma di repressione, tutti i suoi reali o presunti avversari nel partito, nell'economia, nella scienza, nelle forze armate e nelle minoranze etniche. Per rafforzare il suo potere e lo Stato sovietico contro possibili minacce esterne o interne di disgregazione, Stalin utilizzò il vasto sistema di campi di detenzione e lavoro (gulag) in cui furono imprigionati in condizioni miserevoli milioni di persone.Nel campo della politica estera Stalin, timoroso delle minacce tedesche e giapponesi alla sopravvivenza dell'Unione Sovietica, in un primo momento adottò una politica di collaborazione con l'Occidente secondo la dottrina della sicurezza collettiva; dopo l'accordo di Monaco Stalin, sospettoso delle potenze occidentali e intimorito dalla potenza tedesca, preferì ricercare un accordo temporaneo con Adolf Hitler che favorì l'espansionismo sovietico verso occidente e i Paesi Baltici. Colto di sorpresa dall'attacco iniziale tedesco con il quale la Germania nazista violava il patto di non aggressione sottoscritto dalle due potenze solo due anni prima, nonostante alcuni errori di strategia militare nella fase iniziale della guerra, Stalin seppe riorganizzare e dirigere con efficacia il Paese e l'Armata Rossa fino a ottenere, pur a costo di gravi perdite militari e civili, la vittoria totale nella grande guerra patriottica. Stalin rivestì un ruolo di grande importanza nella lotta contro il nazismo e nella sconfitta di Hitler; le sue truppe, dopo aver liberato l'Europa orientale dall'occupazione tedesca, conquistarono Berlino e Vienna, costringendo lo stesso Hitler al suicidio.Dopo la vittoria Stalin, divenuto detentore di un enorme potere in Unione Sovietica e nell'Europa centro-orientale e assurto al ruolo di capo indiscusso del comunismo mondiale, accrebbe il suo dispotismo violento riprendendo politiche di terrore e di repressione. Morì a causa di un'emorragia cerebrale nel 1953, lasciando l'Unione Sovietica ormai trasformata in una grande potenza economica, una delle due superpotenze mondiali dotata di armi nucleari, e guida del mondo comunista. Dal 1956, a partire dal XX Congresso del PCUS, Stalin, che era stato oggetto di un vero e proprio culto della personalità da parte di dirigenti e simpatizzanti del comunismo mondiale, è stato sottoposto a pesanti critiche da parte di politici e storici per la sua attività politica e per i suoi spietati metodi di governo.
La Nuova Politica Economica (in russo: Новая Экономическая Политика?, traslitterato: Novaja Ėkonomičeskaja Politika), fu un particolare sistema economico misto, caratterizzato da un'economia di libero mercato nell'ambito della produzione agricola e del variegato complesso commerciale di piccole e medio-piccole imprese nazionali e dalla forte presenza di una solida e rigida pianificazione e regolamentazione dirigenziale degli altri asset economici del Paese (tutti strenuamente nazionalizzati), che Lenin istituì in Unione Sovietica nel 1921 (nelle intenzioni come espediente temporaneo) e che durò fino al 1929, quando Stalin assurse preminentemente al potere e implementò un'economia centralmente pianificata tramite i suoi famosi piani quinquennali. La NEP, nelle intenzioni di Lenin e del gruppo dirigente bolscevico, rappresentava una temporanea soluzione di riparazione e ricostruzione economica dopo le carestie e i profondi dissesti socio-economici del cosiddetto comunismo di guerra, introdotto dal regime bolscevico durante la guerra civile russa.
Germania nazionalsocialista (o più comunemente nazista) o Terzo Reich (in tedesco: Drittes Reich, lett. Terzo Impero o Terzo Stato) sono le definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla Germania tra il 1933 e il 1945, quando venne governata dal regime totalitario del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori guidato dal cancelliere Adolf Hitler, che assunse il titolo di Führer. Il termine "Terzo Reich" intendeva connotare la Germania nazista come il successore storico del medievale Sacro Romano Impero (962-1806) fondato da Ottone I di Sassonia, e del moderno Impero tedesco (1871-1918), fondato dal Kaiser Guglielmo I. Le denominazioni ufficiali furono Deutsches Reich (tale denominazione era in uso sin dal 1871) dal 30 gennaio 1933 al 26 giugno 1943 e Großdeutsches Reich ("Grande Reich Tedesco") dal 26 giugno 1943 all'8 maggio 1945, ma anche Tausendjähriges Reich ("Reich millenario") per alludere a concetti escatologici. Il 30 gennaio 1933, Hitler venne nominato cancelliere del Reich e, nonostante inizialmente fosse a capo di un governo di coalizione, si liberò velocemente dei partiti alleati, per poi nel giro di un anno accentrare nel governo e nella sua persona sia il potere esecutivo sia quello legislativo, esautorando completamente il Reichstag, e ponendo le basi per quel governo totalitario di estrema destra dalle forti connotazioni nazionalistiche, militaristiche, collettiviste, stataliste, antisemite, e fortemente aggressivo in politica estera. All'epoca, i confini tedeschi erano ancora quelli stabiliti dal Trattato di Versailles del 1919 tra la Germania e le potenze Alleate (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Italia, Giappone e altri) dopo la fine della prima guerra mondiale; a nord la Germania era limitata da mare del Nord, mar Baltico e Danimarca; a est era divisa in due parti e confinava con Lituania, la Città Libera di Danzica, Polonia e Cecoslovacchia; a sud confinava con Austria e Svizzera, mentre a ovest toccava Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Renania e Saar. Questi confini cambiarono dopo che la Germania riprese il controllo di Renania, Saar e Territorio di Memel e si annesse l'Austria, i Sudeti e la Boemia e Moravia. Durante la seconda guerra mondiale, la Germania si espanse trasformandosi nella Großdeutschland ("Grande Germania"), secondo i principi del pangermanismo, già sviluppati nel secolo precedente, ma particolarmente cari a Hitler; tale processo di espansione iniziò nel 1938 con l'Anschluss, ossia l'annessione dell'Austria, ma fu l'aggressione alla Polonia che spinse il Regno Unito e la Francia alla dichiarazione di guerra. Nel corso della guerra, la Germania e le altre potenze dell'Asse europee (Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia) conquistarono e occuparono tutta l'Europa (con l'eccezione delle isole britanniche, della Svizzera, della Svezia, della penisola iberica e della Turchia europea), nonché parte della Russia europea; la Germania nazista fu l'impero che, fatta eccezione per l'impero romano, unificò e dominò maggiormente la superficie europea in tutta la storia dell'umanità. I nazisti perseguitarono e assassinarono milioni di ebrei e di appartenenti ad altre minoranze etniche, in particolare popolazioni zingare e slave, commettendo il genocidio noto come Olocausto, perseguito, per quanto riguarda gli ebrei, secondo il programma delineato nella cosiddetta "soluzione finale della questione ebraica" (Endlösung der Judenfrage in tedesco), che in ultimo assunse i connotati di un vero e proprio sterminio di massa e che venne illustrato ai capi di varie burocrazie naziste alla conferenza di Wannsee per ottenerne la collaborazione operativa. Furono inoltre perseguitati e spesso uccisi diversi esponenti antinazisti (perlopiù socialisti e comunisti) eseguendo condanne a morte con il Volksgerichtshof (Tribunale del Popolo), nonché Massoni, testimoni di Geova, rom e sinti (quest'altro genocidio è noto come Porajmos), omosessuali tramite il paragrafo 175 del codice penale tedesco del tempo e anche persone affette da malattie ereditarie e congenite gravi sia di tipo fisico sia mentale, tramite il programma Aktion T4. Tra il 1943 e il 1945 la Germania subì una continua serie di pesanti sconfitte da parte degli Alleati, in particolare Unione Sovietica, Stati Uniti e Regno Unito. Ciò portò all'occupazione del territorio tedesco e allo smembramento in quattro settori d'occupazione, poi ridotti a due, dei quali uno filo-occidentale (la Germania Ovest) e l'altro filo-sovietico (la Germania Est).