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Un pellegrinaggio (dal latino peregrinus, "straniero") è un viaggio compiuto per devozione, ricerca spirituale, o penitenza, verso un luogo considerato sacro. Il termine proviene dal latino peregrinus, da per + ager (i campi), dove indicava colui che non abita in città, quindi lo straniero, ovvero qualcuno costretto a condizioni di civilizzazione ridotta. La definizione di pellegrinaggio indica un particolare tipo di viaggio, un andare finalizzato, un tempo che l'individuo stralcia dalla continuità del tessuto ordinario della propria vita (luoghi, rapporti, produzione di reddito), per connettersi al sacro. Il suo uso successivo invece - il nostro - implica una scelta. Chi parte in pellegrinaggio non si trova ad essere, ma si fa straniero e di questa condizione si assume le fatiche e i rischi, sia interiori che materiali, in vista di vantaggi spirituali - come incontrare il sacro in un luogo lontano, offrire i rischi e i sacrifici materialmente patiti in cambio di una salvezza o di un perdono metafisici - e perché no anche materiali, grazie alle avventure e occasioni che, strada facendo, non possono mancare. In tutte le grandi religioni storiche esistono indicazioni, forme, destinazioni e finalizzazioni, del pellegrinaggio.Attualmente la diminuzione dei tempi, dei rischi e dei costi di viaggio, nonché la desacralizzazione delle culture, fanno sì che la categoria culturale del pellegrinaggio sia ormai sempre più intrecciata con quella del turismo di massa, del quale viene anzi spesso considerata una specie di sottoclasse, almeno dagli operatori economici del settore (turismo religioso).
Nell'uso tradizionale, il culto di una religione, indipendentemente dalle sue sacre scritture, dalla sua teologia, mitologia, o dalla fede personale dei suoi credenti, è la totalità della pratica religiosa esteriore. Il culto è letteralmente la "cura" dovuta alla divinità e al suo sacrario. Il termine "culto" deriva direttamente dal latino cultus, che significa "cura, coltivazione, adorazione", participio passato di colere, "coltivare". Tra le osservanze nel culto di una divinità ci sono i rituali, che possono comprendere preghiere e inni recitati o cantati, danze e spesso sacrifici, o sostituti del sacrificio. Altre manifestazioni del culto di una divinità sono la conservazione di reliquie o la creazione di immagini, come le murti o le icone (termine che di solito indica un'immagine piatta dipinta) o immagini di culto tridimensionali (statue o crocifissi) e l'identificazione di luoghi sacri, cime di colli e di monti, grotte, sorgenti e stagni, o boschi, che possono essere la sede di un oracolo. Queste particolari espressioni del culto sono considerate illecite nel Protestantesimo perché secondo la propria dottrina contrarie all'insegnamento delle Sacre Scritture. Il luogo sacro può essere lasciato allo stato naturale oppure può essere elaborato a causa della costruzione di santuari o templi, sui quali è concentrata l'attenzione pubblica durante le festività religiose e che possono diventare la meta di un pellegrinaggio. Lo studio comparato della pratica cultuale fa parte delle discipline dell'antropologia della religione e della sociologia della religione, due aspetti della religione comparata.
I cinque pilastri dell'islam (in arabo: أركان الإسلام Arkān al-Islām) indicano i cinque obblighi fondamentali previsti dalla Legge religiosa (Sharīʿa) per ogni credente musulmano di qualsiasi sesso, in ottemperanza alla volontà di Dio (Allah); sono riassunti nel famoso ḥadīth di Gabriele.In breve: la Testimonianza di fede (shahāda) la preghiera (salāt) l'elemosina legale (zakāt) il digiuno (ṣawm o ṣiyam) nel mese di Ramadan il pellegrinaggio (ḥajj) alla Mecca.
Il Cammino di Santiago di Compostela è una rete di itinerari che, a partire dal Medioevo, i pellegrini hanno percorso attraverso l'Europa per giungere alla Cattedrale di Santiago di Compostela, presso la quale si troverebbero le reliquie dell'Apostolo San Giacomo il Maggiore. Ad oggi, l'itinerario più utilizzato è il cosiddetto camino Francés, lungo circa 800 km, che normalmente vengono percorsi in circa un mese. Nel 1993 le strade francesi e spagnole che compongono l'itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
La cattedrale Notre-Dame di Chartres è il principale luogo di culto cattolico di Chartres, nel dipartimento dell'Eure-et-Loir, nel nordovest della Francia, basilica minore (dal 1908) e sede vescovile dell'omonima diocesi.La figura più importante nella storia di questa diocesi fu il vescovo Fulberto, teologo scolastico riconosciuto in tutta Europa, che cominciò nell'XI secolo la costruzione della cattedrale sull'area precedentemente occupata da un antico santuario pagano. Nell'anno mille, il dominio di Chartres era amministrato da Hildouin de Breteuil (detto anche d'Haudouin o Geldouin), Signore di Nanteuil-Le-Haudouin, sposò Emmeline de Chartres nel 1028 e divenne il visconte di Chartres e Grand Maître de France con Re Roberto II di Francia, da cui discende la famiglia de Nanteuil (di Natoli).La cattedrale è il più celebre monumento della città ed è considerata uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Il fattore decisivo che la fa prevalere tra le altre cattedrali francesi è il suo buono stato di conservazione, specialmente delle sculture e delle vetrate. Grande luogo di pellegrinaggi, principalmente grazie al rinnovato interesse per il cammino di Santiago di Compostela di cui Chartres è una tappa per i pellegrini che vengono per la via di Parigi, questa cattedrale e le sue torri dominano la città e la circostante piana della Beauce, risultando visibili da molte decine di chilometri di distanza. La cattedrale è classificata dal 1862 come monumento storico di Francia e nel 1979 l'UNESCO l'ha dichiarata Patrimonio culturale dell'Umanità.
Bernadette: miracolo a Lourdes (Je m'appelle Bernadette) è un film del 2011 diretto da Jean Sagols. È la storia biografica di Santa Bernadette Soubirous.
Marie-Bernarde Soubirous, detta Bernadette (in occitano Maria Bernarda, o Bernadeta, Sobirós; in italiano Maria Bernarda, Bernadetta o Bernardetta Soubirous; Lourdes, 7 gennaio 1844 – Nevers, 16 aprile 1879), è stata una religiosa e mistica francese, proclamata santa da papa Pio XI nel 1933. È conosciuta per le apparizioni mariane alle quali riferì di aver assistito in una grotta del suo paese natale (grotta di Massabielle). Tali visioni riguardano una "signora vestita di bianco", divenuta nota poi come Nostra Signora di Lourdes, cui l'allora quattordicenne Bernadette ha assistito. Gli accadimenti di cui fu protagonista la giovane Bernadette hanno reso Lourdes uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per chi professa la fede cattolica.
La basilica del Santo Sepolcro (in ebraico כנסיית הקבר - Cnesiat HaChever, ovvero Chiesa della Tomba; in arabo: كنيسة القيامة, Kanīsat al-Qiyāma, ossia Chiesa della Resurrezione), chiamata anche la chiesa della Resurrezione (Ναός της Αναστάσεως, Naòs tis Anastàseos in greco e Սուրբ Հարության տաճար, Surp Harut'yan tachar in armeno dai cristiani ortodossi), si tratta di una delle più importanti chiese cristiane di tutto il mondo essendo costruita sul luogo che la tradizione indica come quello della crocifissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù. Secondo la tradizione ortodossa, ogni anno, a mezzogiorno, durante la celebrazione del Sabato Santo della Pasqua ortodossa, vi si ripete il «miracolo del Fuoco Santo». Situata a Gerusalemme, è ricompresa all'interno delle mura della Città Vecchia, al termine della Via Dolorosa, e ingloba sia quella che è ritenuta la «collina del Golgota», luogo della crocifissione, sia il sepolcro scavato nella roccia, dove il Nuovo Testamento riferisce che Gesù fu sepolto. Oggi è la sede del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, il quale, al centro della chiesa, vi ha il proprio Katholikon, ossia la propria cattedrale, e la propria cattedra. La chiesa del Santo Sepolcro è una delle mete principali e irrinunciabili dei pellegrini che visitano la Terra Santa, insieme con la Basilica dell'Annunciazione di Nazareth e la Basilica della Natività di Betlemme. Ma, a differenza di queste ultime, il Santo Sepolcro è l'unico luogo della cui esistenza si possiedono prove archeologiche risalenti ad appena un centinaio d'anni dopo la morte di Gesù. Formalmente è anche la sede del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini; tuttavia il Patriarca cattolico latino non ha la libertà di celebrare se non negli spazi e nei tempi assegnati nel 1852 dallo Statu Quo alla Custodia di Terra Santa e secondo gli accordi con la stessa comunità monastica. Il Patriarca latino quindi risiede effettivamente in una sede presso la concattedrale del Santissimo Nome di Gesù, chiesa principale della diocesi e chiesa madre, dove egli ha la propria cattedra e celebra normalmente.
La serie di sedici ampolle dei pellegrini di Terrasanta, custodita nel Museo e tesoro del duomo di Monza, costituisce una particolarmente importante raccolta di oggetti devozionali databili alla seconda metà del VI secolo. Era consuetudine dei pellegrini di riportare nei propri luoghi d'origine delle piccole ampolle, di forma lenticolare in stagno (come queste di Monza), o di ceramica o anche di vetro, contenenti piccole quantità dell'olio che ardeva nelle lampade poste vicino a sepolcri di santi o anche olio "santificato" dal loro contatto (da ciò la definizione di eulogie, o benedizioni). Le ampolline potevano avere, durante il viaggio, anche lo scopo di contenere l'olio destinato ai sacramenti. Le ampolle di Monza sono realizzate a stampo, congiungendo due valve decorate a leggero rilievo e presentano varie scene e simboli cristiani, tra cui la Crocifissione e la raffigurazione del Santo Sepolcro. La loro presenza nel Tesoro del Duomo di Monza è da ricollegare alla figura della regina Teodolinda, principessa bavara di fede cattolica, regina dei Longobardi in quanto moglie di Autari e poi di Agilulfo. Particolarmente devota, riuscì a procurarsele dai pellegrini di ritorno dalla Terra Santa. Nell'Abbazia di San Colombano a Bobbio ve ne sono conservate altre, forse donate dalla stessa regina al santo in occasione della fondazione dell'abbazia.