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Il Teatrodante Carlo Monni si trova nel centro della città di Campi Bisenzio, proprio di fronte al Palazzo Comunale, nella piazza dedicata al grande poeta fiorentino. Il teatro nacque intorno al 1870, quando l'amministrazione comunale del tempo si dichiarò disposta a cedere a titolo gratuito un lotto dei terreni acquistati dalla famiglia Benini ad una società che si fosse impegnata alla costruzione di un teatro. La cittadina non aveva mai avuto una simile struttura, salvo una piccola costruzione in legname che doveva trovarsi dove ora sorge la Sala Consiliare e questa mancanza era particolarmente sentita negli anni del massimo splendore della musica lirica italiana. Nel 1871 alcuni cittadini benestanti campigiani, sotto l'egida del conte Giovanni Rucellai, si unirono per fondare l'Accademia dei Perseveranti, una società avente come scopo la costruzione del teatro e di cui furono vendute rapidamente le azioni. Il comune, aderendo all'iniziativa, volle assicurarsi il "palco reale" per le proprie manifestazioni. Il progetto dell'opera fu affidato all'architetto campigiano Mariano Falcini che rispolverò un suo vecchio progetto per un teatro di Alessandria d'Egitto. La costruzione procedette comunque rapida ed il teatro, dedicato al massimo poeta italiano, venne inaugurato già nel 1873. Il Teatro Dante si fece ben presto un'ottima reputazione tra i teatri della Toscana per la qualità delle rappresentazioni e degli artisti che vi calcavano le scene, tanto che Campi venne soprannominata "la piccola Parma" e il suo pubblico di appassionati era noto per la sua esigenza: rimasero celebri alcune contestazioni verso artisti che non ne avevano soddisfatto le aspettative (addirittura un cantante fu rincorso fino a Peretola). Sulle scene del Dante fecero il loro debutto alcuni cantanti lirici campigiani destinati a fulgide carriere nei maggiori teatri italiani ed esteri come il tenore Gino Fratesi, il basso Ugo Novelli e il baritono Rolando Panerai. Il teatro si conservò nelle sue forme originali, con la classica struttura ottocentesca a palchi, fino al 1938, quando fu sottoposto ad alcune modifiche atte a permetterne l'uso anche come sala cinematografica. Nel 1952 il teatro venne sottoposto ad un vero e proprio scempio, che portò alla distruzione dei palchi e degli arredi interni ed alla sua trasformazione in semplice cinema. Da questa data, dell'originaria costruzione rimase solo la facciata. La carriera del cinema Dante durò fino agli anni settanta del XX secolo, quando con la crisi del cinema esso vide sempre di più la propria programmazione dedicata ai film a luci rosse; alla fine degli anni ottanta l'amministrazione comunale cercò di risollevarne le sorti impegnandosi a favorire la proiezione di prime visioni ma senza successo. Il cinema chiuse così i battenti e rimase in stato di abbandono fino alla fine del secolo, quando fu acquistato dall'amministrazione comunale per essere restaurato e riportato agli antichi splendori. Fu elaborato un progetto di ripristino molto moderno e iniziati i lavori, terminati ad inizio 2007. L'amministrazione comunale, che ideò e lanciò la vendita di azioni ai cittadini per finanziare il restauro, nominò Alessandro Benvenuti primo direttore artistico del teatro, la cui riapertura avvenne il 9 febbraio 2007. Nel maggio 2014 il teatro è stato intitolato all'attore campigiano Carlo Monni ed ha assunto il nuovo nome di Teatrodante Carlo Monni.
Guglielmo Micheli (Livorno, 12 ottobre 1866 – Livorno, 7 settembre 1926) è stato un pittore italiano. Fu allievo di Giovanni Fattori e insegnante di Amedeo Modigliani e Gino Romiti. Attraverso l'influenza di Giovanni Fattori entrò nella scia dei Macchiaioli.
Don Giuseppe Cioni (Poggibonsi, 1902 – Campi Bisenzio, 1963) è stato un artista, compositore e religioso italiano, per lunghi anni priore della chiesa di San Martino a Campi Bisenzio.
Gino Terreni (Martignana, 13 settembre 1925 – Empoli, 28 novembre 2015) è stato un pittore, scultore e xilografo italiano, uno dei più significativi rappresentanti dell'espressionismo europeo.
Gino Romiti (Livorno, 1881 – Livorno, 1967) è stato un pittore italiano, soprannominato Il pittore della primavera per il suo amore per tutti i doni della natura e celebre per i suoi ritratti raffiguranti paesaggi naturali con la frequente presenza di alberi, pinete e fiori.
Gino Fratesi (Campi Bisenzio, 31 dicembre 1906 – 6 luglio 1993) è stato un tenore italiano. Il suo vero nome era Gino Frati. Nato da famiglia contadina, scoprì di avere una bella voce durante il servizio militare a Napoli e decise di studiare canto lirico. Il suo debutto artistico avvenne il 6 maggio 1934 con Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti al Teatro Dante (oggi Teatrodante Carlo Monni) della sua cittadina natale. La sua carriera si svolse fino al 1952 attraverso i maggiori teatri lirici italiani (la Scala di Milano, Opera di Roma, Teatro Regio di Parma, Teatro Comunale di Firenze, Petruzzelli di Bari, Massimo di Palermo) e con tournée in Spagna (da ricordare una rappresentazione davanti al generale Francisco Franco), Croazia, Libia, Egitto (da ricordare un concerto alla corte di Re Faruk), Stati Uniti e Canada. La sua carriera artistica lo vide interpretare diversi ruoli classici della lirica italiana: fu Alfredo Germont in La Traviata, accanto a mitiche "Violetta" come Gilda Dalla Rizza, Magda Olivero, Lina Pagliughi, Mafalda Favero, Maria Caniglia, Gina Cigna e Margherita Carosio; Mario Cavaradossi in Tosca; Pinkerton in Madama Butterfly; Rodolfo in La bohème; Turiddu in Cavalleria rusticana; il Duca di Mantova in Rigoletto; Edgardo in Lucia di Lammermoor e Federico in L'Arlesiana (lo stesso compositore Francesco Cilea lo definì "il mio miglior Federico"). Gino Fratesi fu anche partner di grandi soprano come Toti Dal Monte, Cloe Elmo, Iva Pacetti, Augusta Oltrabella, Mercedes Capsir; cantò con i baritoni Carlo Tagliabue, Mariano Stabile, Rolando Panerai, Enzo Mascherini, Titta Ruffo, e fu diretto anche da "bacchette" come Gavazzeni, Votto e Serafin. Da ricordare anche l'interpretazione di alcune "prime assolute" di opere come Cecilia di Don Licinio Refice (1937); Ginevra degli Almieri di Mario Peragallo (1938); e dell'oratorio Saint Frances of Assisi di Teodosio Longo (1947).