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Raffaele Orgitano (Napoli, 1770 circa – Parigi, 1812) è stato un compositore italiano. Orgitano discendeva da una famiglia di musicisti: suo padre Vincenzo era anch'egli compositore e suo zio Paolo clavicembalista. Dopo aver studiato musica sotto la guida di Nicola Sala al Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, nel 1790 entrò con la carica di maestro di cappella straordinario nella Cappella del Tesoro della Cattedrale partenopea e il 20 luglio dell'anno successivo fu inoltre nominato organista soprannumerario della cappella reale. Nel 1800 seguì la famiglia reale napoletana a Palermo, la quale fuggì a causa dello scoppio della Rivoluzione partenopea del 1799. Successivamente, sino al 1802, fu in viaggio attraverso l'Italia per rappresentare le proprie opere buffe, le quali riscossero un gran successo nei teatri di Venezia, Roma e Napoli. Si stabilì infine a Parigi, dove non risulta che abbia continuato la propria attività compositiva. Tra i suoi lavori, si ricordano in particolare Non credere alla apparenze e Amore ed interesse, le quali rimasero dei cartelloni dei palcoscenici italiani per oltre un decennio.
Jefte e sua figlia (Jefta und seine Tochter) è un romanzo dello scrittore tedesco israelita Lion Feuchtwanger, pubblicato nel 1957. Il soggetto del romanzo, l'ultimo scritto da Feuchtwanger, è tratto dall'Antico Testamento.
Iefte (talvolta Jefte, o Jephta; dall'ebraico יפתח Yiftach / Yiptha) è un personaggio biblico della tribù di Manasse menzionato nel Libro dei Giudici, che servì come giudice di Israele per un periodo di sei anni (Giudici 12,7) e liberò gli Israeliti dalla oppressione degli Ammoniti, che da 18 anni sottoponevano gli Israeliti a continue scorrerie e rivendicavano il possesso dei territori transgiordani, il Galaad. Prima di intraprendere la guerra Iefte pronunciò a Dio il voto che gli avrebbe immolato il primo che fosse uscito a venirgli incontro («... e io l'offrirò in olocausto"».(Giudici 11,30-31). Al suo ritorno vincitore la prima che gli si fece incontro fu la sua unica figlia. La Bibbia riporta semplicemente che «egli fece di lei secondo il voto che aveva fatto» (Giudici 12,40) e questo viene tradizionalmente interpretato nel senso che la figlia di Iefte sia stata immolata da Iefte, alcuni studiosi però interpretano diversamente questo passo e sostengono che in realtà sia stata dedicata al servizio di Dio in un tempio.