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Piantagioni dell'Irlanda

Le piantagioni dell'Irlanda tra XVI e XVII secolo, furono il frutto della confisca delle terre agricole irlandesi da parte della corona inglese e la successiva e conseguenze colonizzazione di queste stesse terre da parte degli abitanti di Inghilterra e Scozia. Già dal XII secolo, l'Irlanda aveva conosciuto un'immigrazione, seppur su scala ridotta, che aveva portato ai cosiddetti Hiberno-Normanni. Piantagioni non ufficiali erano gestite privatamente da signori locali, in particolare nelle contee di Antrim e Down. Dal XVI secolo le piantagioni vennero distribuite più su vasta scala con la confisca delle terre occupate dalle dinastie gaeliche e hiberno-normanne, ma principalmente nelle province di Munster e Leinster. La Corona inglese concesse queste terre ai coloni ("planters") provenienti dall'Inghilterra. Questo processo iniziò durante il regno di Enrico VIII e continuò sotto Maria I ed Elisabetta I. Venne accelerato sotto il regno di Giacomo I, quando la piantagione dell'Ulster ebbe luogo e vennero confiscate nuove terre ai capi gaelici che avevano contravvenuto ai concordati con l'Inghilterra, continuando con Carlo I e con Oliver Cromwell; in queste ultime tre fasi le terre vennero concesse anche a proprietari provenienti dalla Scozia. Le prime piantagioni nel XVI secolo venivano condotte come piccole colonie "esemplari". Le ultime erano basate su confische di massa di terre ai danni dei proprietari terrieri irlandesi e l'arrivo in massa di immigranti da Inghilterra e Galles e poi dalla Scozia. L'ultimo piano governativo per le piantagioni irlandesi venne stilato all'epoca del Commonwealth inglese e del Protettorato di Cromwell nel corso della metà del XVII secolo, quando migliaia di roundheads si insediarono in Irlanda. Oltre al fenomeno delle piantagioni, l'immigrazione in Irlanda continuò per tutto il XVIII secolo, sia dalla Gran Bretagna che dall'Europa continentale. Le piantagioni cambiarono la demografia dell'Irlanda creando vaste comunità con identità britannica e fede religiosa protestante. Le classi dominanti rimpiazzarono l'antica classe dominante cattolica, la quale condivideva con la popolazione irlandese una comune identità nazionale e medesime attitudini politiche. La nuova classe dominante rappresentava sia gli interessi inglesi che quelli scozzesi in Irlanda. La natura fisica ed economica della società irlandese venne mutata, introducendo ad esempio il concetto di proprietà privata, di commercio e di credito. Questi cambiamenti portarono alla creazione di una Protestant Ascendancy che durante il XVII secolo assicurò alla Corona il governo dell'Irlanda da Dublino.

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