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L'uncinetto è un attrezzo costituito da un bastoncino munito a un'estremità di un uncino che serve per prendere e guidare il filo nelle lavorazioni all'uncinetto delle arti tessili. Oggi sono fatti a macchina, normalmente in metallo (alluminio e acciaio) o plastica, ma possono essere anche in legno e persino in avorio. Hanno numerose dimensioni, determinate secondo l'International Standard Range (ISR), e vanno da 0,60 mm di diametro per cotone fine a 10 mm per filato molto grosso. Ce ne sono per i lavori che richiedono uncinetto molto fine, anche da 0,55 mm. In altre parti del mondo viene usato un sistema di numerazione differente. Dal momento che, a differenza del ferro per il lavoro a maglia, l'uncinetto non deve reggere i punti ma solamente l'occhiello di lavorazione, hanno tutti una lunghezza standard di circa 20 cm. Esistono poi gli uncinetti per punto Tunisi lunghi 30 cm. L'uncinetto di solito è schiacciato al centro per una migliore impugnatura.
La chippà (o, con grafia francese chéchia, it. scescia, in arabo: ﺷﺎﺷﻴـة, shāshiyya) è un copricapo maschile indossato da numerose popolazioni del mondo islamico. In particolare, si può considerare il copricapo nazionale della Tunisia. La chippà è in origine un berretto a forma di semplice calotta. La tradizione attribuisce l'origine della sua fabbricazione a Qayrawan, nel secondo secolo dell'Egira. Il suo nome però è un aggettivo sostantivato derivato da Shash (nome dell'odierna Tashkent in Uzbekistan). Di forma cilindrica e solitamente di colore rosso vermiglione, la chippà venne importata, nella sua forma attuale, dai mori espulsi dall'Andalusia dopo la conquista di Granada nel 1492. Stabilendosi in Tunisia, loro nuova patria, vi importarono l'artigianato della shashia. Confezionata da esperti artigiani (shawashi), la shashia giunse ben presto ad occupare tre interi suq della medina (città vecchia) di Tunisi. Il suo successo è tale che dà lavoro a migliaia di persone. Viene esportata in Algeria, Marocco e in Sudan, ma anche nel Vicino Oriente e fin nel cuore dell'Asia. La shashia tradizionale è fatta di lana pettinata, lavorata a maglia dalle donne che fabbricano le calotte kabbous. Questi berretti vengono poi inviati alla follatura: vengono intrisi di acqua calda e di sapone e gli uomini li pigiano coi piedi per infeltrirli, a tal punto che le maglie del tessuto finiranno quasi per sparire. Viene quindi il trattamento della pettinatura con cardi, per trasformare il feltro in un velluto lanuginoso. Sempre più spesso, però, il cardo viene sostituito da una spazzola metallica. È in questa fase della lavorazione che la shashia viene tinta del suo caratteristico rosso vermiglione, anche se ormai capita di trovarne anche di vari colori. A partire dagli anni Venti, gli indipendentisti tunisini portano sempre più spesso la shashia testouriyya (originaria di Testour) perché il suo nome ricordava quello del loro partito (Destour).
Maglie (Màje in dialetto salentino; Μάḍḍιαι, Màḍḍie o anche Màje in griko) è un comune italiano di 13 812 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato in posizione nodale per il medio-basso Salento, 29 km a sud del capoluogo provinciale, è un importante centro stradale, ferroviario, scolastico, economico e culturale. Dista 19 km da Otranto, 31 km da Gallipoli e 42 km da Santa Maria di Leuca, punto più meridionale della penisola salentina. Comprende anche la piccola frazione di Morigino.