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Sant'Appiano (Genova ?, IV - V secolo – 6 novembre IV - V secolo) è considerato il primo evangelizzatore della Valdelsa ed è il titolare della Pieve a lui dedicata. Si tratta di un santo locale, non appartenente al Calendario Universale della Chiesa, che ha suscitato perplessità circa la sua autenticità storica.
Barberino Val d'Elsa è una frazione del comune italiano di Barberino Tavarnelle, nella città metropolitana di Firenze, in Toscana. Ha dato i natali allo scrittore Andrea de' Mengabotti, conosciuto come Andrea da Barberino, autore de Il Guerrin Meschino.
Barberino Tavarnelle è un comune sparso di 12 076 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana. È stato istituito il 1º gennaio 2019 dalla fusione dei comuni di Barberino Val d'Elsa e Tavarnelle Val di Pesa (sede comunale).
La chiesa di San Martino si trova a Pàstine una frazione di Barberino Val d'Elsa, in provincia di Firenze, appartenente alla diocesi della medesima città.
La chiesa di San Filippo si trova nei pressi dell'abitato di Ponzano, nel comune di Barberino Val d'Elsa, in provincia di Firenze, diocesi della medesima città.
La pieve di San Pietro in Bossolo è una chiesa situata a Tavarnelle Val di Pesa, in provincia di Firenze, diocesi della medesima città.
I Gherardini di Montagliari (o di Toscana) sono una famiglia storicamente rilevante nelle vicende toscane tra il IX e il XIV secolo, nelle vicende venete ed emiliane tra il XVI e il XVIII secolo, e nel risorgimento italiano. Si tratta di una famiglia che ha suscitato la curiosità di numerosi storici del Medioevo per la sua indole irrequieta e combattiva. Proveniente dalla tradizione feudale, fu una delle famiglie fondatrici della Repubblica fiorentina e una delle colonne dell'antica aristocrazia repubblicana che resse Firenze del X e XI secolo sino a quando venne duramente bandita dalla città al mutare degli assetti politici, ai primi segni della futura Signoria. Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, la collocò nel V Cielo del Paradiso, quello di Marte, tra gli "spiriti militanti". Dopo il suo esilio dalla Toscana nel XII secolo (conflitto tra guelfi e ghibellini) ha proseguito nella sua vocazione feudale/assembleare (ostile ai poteri assoluti, monarchici o religiosi) nella Repubblica di Venezia e in alcuni feudi sopra gli Appennini. La sua autonomia politica, infine, cessa proprio a causa di una delle maggiori espressioni assolutistiche europee: il regime napoleonico. Da qui, presumibilmente, il suo interesse a sostenere il processo unitario italiano. Il loro simbolo è un'arme di rosso a tre fasce di vaio, che nel Seicento fu inquartato con l'aquila imperiale. è stato così mantenuto dai discendenti. Appartiene a questa famiglia il più antico sepolcro cavalleresco in Toscana (nella Pieve di Sant'Appiano) e il simbolo più alto della resistenza contro mercantilismo fiorentino (il castello di Montagliari):
La chiesa di Sant'Andrea è una chiesa a Vico d'Elsa, una frazione del comune di Barberino Val d'Elsa, in provincia di Firenze. Costruita nel Trecento, ha subito numerosi restauri nel corso dei secoli, in particolare uno nel Seicento e restauro stilistico nel 1934, che le ha conferito un aspetto neogotico. Contiene pregevoli opere d'arte locale.
L'abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano è un monastero della Congregazione vallombrosana situato nel territorio delle colline del Chianti, in località Passignano, nel comune di Barberino Tavarnelle, nella città metropolitana di Firenze. Il monastero adottò la regola vallombrosana già nell'XI secolo per opera di Giovanni Gualberto, che qui morì nel 1073. Più volte distrutto e ricostruito, oggi appare più come un castello che come una comunità monastica. Il complesso monastico appare ancora oggi racchiuso all'interno della cortina muraria quattrocentesca a pianta quadrangolare con torri d'angolo ma sono evidenti le integrazioni neogotiche realizzate alla fine del XIX secolo quando, soppressa la comunità monastica, venne trasformato in una villa. La chiesa abbaziale, a pianta a croce latina, è stata quasi interamente ricostruita dalla seconda meta del XVI secolo e internamente affrescata dal Passignano e da Alessandro Allori. Il complesso monastico dal 1986 è tornato di proprietà dei monaci vallombrosani.