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La metrica italiana è la branca della filologia che si occupa dello studio della struttura ritmica di un componimento poetico in lingua italiana. La forma di una poesia ne determina il ritmo, che è una sua caratteristica fondamentale. Come nelle altre lingue romanze, anche in italiano la metrica si fonda sul numero e l'accentuazione delle sillabe e su rime e assonanze tra le parole, soprattutto se collocate nelle posizioni finali dei versi. Particolare rilievo, nella metrica italiana, assumono la lunghezza e il tipo dei suoi versi, ossia la specifica collocazione degli accenti tonici, e il modo con il quale i versi sono raggruppati, che definisce il tipo di strofe. Altri elementi di rilievo sono le figure metriche e le licenze poetiche. L'analisi della metrica impiegata in un componimento poetico è detta partizione metrica.
L'alessandrino o martelliano è un verso composto da due emistichi di almeno sei sillabe ciascuno, nei quali la sesta sillaba è accentata. Nella metrica francese e provenzale, l'alessandrino è un verso composto da un doppio esasillabo (hexasyllabe). Nella metrica italiana all'esasillabo corrisponde il settenario. Quindi l'alessandrino o martelliano può essere definito anche come un doppio settenario. In altre parole è formato da due parti giustapposte, ognuna delle quali è detta emistichio, indipendenti l'una dall'altra. Esso fa parte dunque della serie di "versi composti" della metrica italiana. Alcuni studiosi chiamano questo metro anche "tetradecasillabo".
Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
La Lassa è una strofa tipica della poesia medievale (in genere tipica della poesia in "lingua d'oïl") costituita da un numero variabile di decasillabi, uniti da una medesima rima o, molto più spesso, assonanzati. In lasse erano composte le Chansons de geste, come ad esempio la Chanson de Roland: La lassa, sul modello francese, ha avuto una discreta fortuna anche nella letteratura italiana, nei cantari italiani popolari; composta da un numero variabile di versi legati da una stessa rima (di solito versi alessandrini), la lassa fu adoperata nell’antica poesia didattica. Nella poesia italiana moderna, per estensione si intende una strofe formata da un numero variabile di versi, anche non legati dalla rima. Esempi di lassa si trovano in Leopardi, in Carducci (La battaglia di Legnano), D'Annunzio (Notte di Caprera), Bertolucci (La camera da letto).
Casa Carducci è un edificio storico di Bologna, così chiamato perché fu residenza del poeta Giosuè Carducci e oggi sede di un Istituto culturale a lui dedicato che comprende la dimora storica con giardino e monumento inaugurato nel 1928 dedicato al poeta dallo scultore Leonardo Bistolfi, biblioteca e archivio, casa-museo, raccolta di oggetti e documenti carducciani, centro di informazione specializzata sull'opera dello scrittore, centro per gli studi letterari del XIX e XX secolo. L'istituto è sezione speciale della Biblioteca dell'Archiginnasio.
I Canti raccolgono la parte principale (e più conosciuta) della produzione in versi di Giacomo Leopardi.
La bandiera d'Italia, conosciuta anche, per antonomasia, come il Tricolore, è il vessillo nazionale della Repubblica Italiana. È una bandiera a tre colori composta, partendo dall'asta, da verde, bianco e rosso, colori nazionali dell'Italia, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall'articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nº 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947. La legge ne regolamenta utilizzo ed esposizione, tutelandone la difesa e prevedendo il reato di vilipendio della stessa; ne prescrive altresì l'insegnamento nelle scuole insieme agli altri simboli patri italiani. Alla bandiera italiana è dedicata la Festa del Tricolore, istituita dalla legge nº 671 del 31 dicembre 1996, che si tiene ogni anno il 7 gennaio. Questa celebrazione commemora la prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana, che avvenne a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, sulla scorta degli eventi susseguenti alla rivoluzione francese (1789-1799) che propugnò, tra i suoi ideali, l'autodeterminazione dei popoli. I colori nazionali italiani comparvero per la prima volta a Genova su una coccarda tricolore il 21 agosto 1789, anticipando di sette anni il primo stendardo militare verde, bianco e rosso, che venne adottato dalla Legione Lombarda l'11 ottobre 1796. Dopo la data del 7 gennaio 1797 la considerazione popolare per la bandiera italiana crebbe costantemente, sino a farla diventare uno dei simboli più importanti del Risorgimento, che culminò il 17 marzo 1861 con la proclamazione del Regno d'Italia, di cui il tricolore assurse a vessillo nazionale. La bandiera tricolore ha attraversato più di due secoli di storia d'Italia, salutandone tutti gli avvenimenti più importanti.
Ahi serva Italia, di dolore ostello è il verso iniziale di una celebre invettiva di Dante Alighieri presente nel VI canto del Purgatorio della Divina Commedia: introduce la sua amara riflessione sulla condizione politica dell'Italia, alla vista dei poeti Virgilio e Sordello che si abbracciano dopo aver saputo di essere due compatrioti mantovani. Essa prosegue: La parafrasi è: «Povera Italia ridotta in schiavitù, dimora di sofferenza, nave alla deriva nel pieno della tempesta, non più signora dei popoli, ma luogo di prostituzione!».