Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
La religione è quell'insieme di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l'essere umano, o una comunità, nell'esperienza di ciò che viene considerato sacro, in modo speciale con la divinità, oppure è quell'insieme di contenuti, riti, rappresentazioni che, nell'insieme, entrano a far parte di un determinato culto religioso. Va tenuto presente che «il concetto di religione non è definibile astrattamente, cioè è al di fuori di una posizione culturale storicamente determinata e di un riferimento a determinate formazioni storiche». Lo studio delle "religioni" è oggetto della "Scienza delle religioni" mentre lo sviluppo storico delle religioni è oggetto della "Storia delle religioni".
La storia delle religioni è la disciplina che indaga il tema delle religioni secondo il procedimento storico ovvero avvalendosi delle documentazioni storiche, archeologiche, filologiche, ma anche di ambito etnologico, antropologico, ermeneutico ed esegetico. Tale documentazione viene usata dallo storico delle religioni nella consapevolezza che sta operando su contesti culturali e sociali assolutamente specifici o diacronici.
La valutazione di quali siano le religioni maggiori, ovvero le principali religioni del mondo, può essere fatta con una pluralità di metodi; in molti casi, le affermazioni sull'importanza relativa di una religione riflettono un particolare punto di vista (molti aderenti ad una religione considerano la propria fede più influente o diffusa di quanto non sia in realtà). Due metodi sono utilizzati in questa voce: numero di aderenti e definizione usata dagli studiosi delle religioni. Per le relazioni tra di esse si vedano le voci pluralismo religioso e dialogo interreligioso. Anche se non sono religioni, nelle statistiche però compaiono anche gli atei e gli agnostici (considerati non religiosi, circa il 16% dell'umanità al 2005).
Le religioni abramitiche sono quelle che rivendicano Abramo (in ebraico "Abraham" אַבְרָהָם,; in Arabo "Ibrahim" ابراهيم) come parte della loro storia sacra. Il concetto di religioni abramitiche è recente ed è divenuto di uso comune solo negli ultimi due o tre decenni, spesso usato in alternativa ad altre denominazioni, come "religioni monoteiste", o "religioni del Libro" per indicare l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam. Sulla terra vi sono anche le religioni dharmiche e le religioni taoiche. Il concetto di "religione abramitica" è un concetto controverso. È nota presso gli storici delle religioni la teoria e prassi teologica della "tolleranza all'indietro", per cui un Bahaista riconoscerà sia l'Ebraismo sia il Cristianesimo che l'Islam come "religione abramitica" e aggiungerà la propria religione al novero delle religioni abramitiche, un musulmano (il concetto di religioni abramitiche è di origine islamica) riconoscerà come abramitiche Ebraismo, Cristianesimo e la propria religione, ma escluderà i Bahai, un cristiano teologicamente coerente parlerà di "tradizione giudaico-cristiana", mentre un giudaico osservante non riconoscerà, almeno dal punto di vista teologico, nessuno dei "fratelli minori".
Il rapporto fra religione e scienza è stato da sempre un oggetto di studio di filosofi, teologi, scienziati e altri, fin dall'Antichità classica. Le prospettive sono diverse in base alle regioni geografiche, le culture e le epoche storiche, alcune delle quali caratterizzano il rapporto come un conflitto, altre lo descrivono come armonioso, e altre ancora dicono che vi sia una minore interazione.
L'esposizione e affermazione di critiche alla religione comprende la critica delle credenze, delle superstizioni, delle verità, dei dogmi e delle pratiche religiose, comprese le sue implicazioni politico-sociali. Le prime registrazioni storiche di critiche rivolte alla religione in Occidente risalgono almeno al V secolo a.C. nell'antica Grecia con il filosofo Diagora di Milo (465–410 a.C.), sofista esponente dell'ateismo dichiarato. Nell'antica Roma uno dei massimi esempi di critica alla religione fu l'epicureo Lucrezio nel suo De Rerum Natura (I secolo a.C.). La critica della religione è complicata dal fatto che esistono più definizioni e concetti di religione in diverse culture e lingue. Con l'esistenza di diverse categorie di religione come il monoteismo, il politeismo, il panteismo, le religioni non-teistiche e diverse religioni specifiche come il cristianesimo, l'ebraismo, l'islam, il taoismo, il buddhismo e molte altre, non è sempre chiaro verso chi o cosa la critica sia rivolta o in che misura sia applicabile ad altre religioni. Ogni religione che promuove le rivendicazioni esclusive delle proprie verità necessariamente denigra le affermazioni di verità di altre religioni. I critici della religione generalmente considerano spesso la religione come un istituto oramai obsoleto, dannoso per l'individuo, dannoso per la società, un ostacolo al progresso della scienza, fonte di atti o costumi immorali ed infine nella sua qualità di strumento politico di controllo sociale.
Alfredo il Grande (in inglese antico: Ælfred; Wantage, 849 – 26 ottobre 899) è stato re del regno anglosassone occidentale del Wessex dall'871 all'899, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e come grande uomo di Dio dalla Chiesa anglicana. Alfredo è famoso per la sua difesa del regno contro i danesi (Vichinghi-Normanni), da qui l'epiteto di "grande". Fu anche il primo re del Wessex a chiamarsi "re d'Inghilterra". Condusse una lunga guerra contro i danesi che avevano occupato le regioni centrorientali dell'Inghilterra e li sconfisse nella battaglia di Ethandun nell'878. Da quell'anno divenne re degli Anglosassoni. Uomo colto, Alfredo incoraggiò l'istruzione e migliorò il sistema di leggi dello stato (Doom Book); per questo fu detto "il Giustiniano inglese". Alfredo favorì lo sviluppo della cultura traducendo o facendo tradurre dal latino, testi di teologia e di storia. Egli stesso contribuì alla stesura della Cronaca anglosassone, il primo documento di storia scritto in inglese antico. Inoltre, fece costruire la prima flotta da guerra inglese.