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Il Regno del Portogallo fu una monarchia situata nella Penisola iberica, comprendente all'incirca il territorio dell'attuale Portogallo, ed è esistito dal 1139 al 1815 e dal 1825 al 1910. Nel 1139, Alfonso Henriques, dopo una vittoria sui Mori, iniziò a considerarsi re del Portogallo, e nel 1140 invase la Galizia. Alfonso VII di Castiglia, a Valdevez, gli propose una tregua, che fu accettata e nel 1143, a Zamora, fu sancita la pace, e di fronte al legato del papa Innocenzo II, in cambio della signoria di Astorga, Alfonso VII riconobbe al cugino, Alfonso Henriquez, il titolo di re del Portogallo, che divenne così Alfonso I del Portogallo. Nel 1189 Sancho I conquistò ai Mori i territori della città di Silves, e con essi creò il Regno dell'Algarve, che rimase formalmente in unione personale con il Portogallo sino al 1815. Tuttavia, poco dopo, i Mori si riappropriarono dell'Algarve, che venne definitivamente riconquistato solo nel 1249. I portoghesi realizzarono grandi conquiste coloniali fra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, creando così l'Impero coloniale portoghese. Tra il 1581 e il 1640, sotto la dinastia asburgica, il regno fu in unione personale con le corone di Aragona e di Castiglia, costituendo la cosiddetta Unione Iberica. L'Unione cessò di esistere quando la nobiltà portoghese si oppose alle politiche centraliste del valido Olivares, eleggendo come proprio re Giovanni IV di Braganza, in opposizione a Filippo III d'Asburgo, dando il via alla Guerra di Restaurazione Portoghese, che si concluse soltanto nel 1668 con il Trattato di Lisbona, il quale riconobbe l'indipendenza del Portogallo. Nel 1808, a seguito dell'invasione napoleonica, la corte venne spostata, con l'aiuto dei britannici, in Brasile, a Rio de Janeiro, dove rimase in esilio forzato sino al Congresso di Vienna, durante il quale la colonia del Brasile venne trasformata nel Regno del Brasile, che il 16 dicembre 1815 fu unito alle corone di Portogallo e di Algarve, formando così il Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve. Quest'ultima entità statale si estinse il 29 agosto 1825, con il Trattato di Rio de Janeiro, che sancì la ricostituzione del Regno del Portogallo e l'indipendenza dell'Impero del Brasile. Il regno terminò definitivamente il 5 ottobre 1910 quando, con un colpo di stato rivoluzionario a Lisbona, venne deposto re Manuele II e il Regno venne ufficialmente trasformato nella Repubblica portoghese.
Il portoghese ( português, /puɾtuˈɣeʃ/, /poɾtuˈɡes/ o /poɾtuˈɡeis/ a seconda delle varietà) è una lingua romanza, appartenente al gruppo delle lingue gallo-iberiche; con 228 milioni di locutori madrelingua (L1), è la nona lingua madre più parlata al mondo, la prima dell'emisfero sud e del subcontinente sudamericano (circa metà dei parlanti), ed è inoltre la seconda lingua neolatina più parlata, dietro soltanto spagnolo La lingua portoghese si diffuse nel mondo nel XV e XVI secolo, cioè nel momento in cui il Portogallo, il primo e più duraturo impero coloniale e commerciale d'Europa, stava estendendosi dal Brasile, nelle Americhe, fino a Macao, in Cina, e in Giappone. Il risultato di questa espansione è che il portoghese, al giorno d'oggi, è la lingua ufficiale di nove Paesi indipendenti ed è largamente parlato o studiato come seconda lingua in molti altri. Esistono ancora circa venti lingue creole basate sul portoghese. Importante lingua minoritaria in Andorra, Germania, Lussemburgo, Paraguay, Namibia, Svizzera e Sudafrica, esistono, inoltre, comunità parlanti portoghese in molte città e regioni del mondo, come per esempio Parigi in Francia, Tokyo in Giappone, Boston, New Jersey e Miami negli Stati Uniti d'America, nonché le province argentine di Corrientes, Misiones, Entre Ríos e Buenos Aires.
L'Impero del Brasile fu l'entità politica che comprendeva gran parte del territorio del Brasile odierno, governata dagli imperatori Pietro I e suo figlio Pietro II. Fondato nel 1822 con l'indipendenza dalla corona portoghese, ebbe fine nel 1889, con la proclamazione della repubblica. A causa della occupazione di Napoleone del Portogallo, i Braganza andarono in esilio in Brasile, la colonia più importante dell'impero portoghese. Il periodo che seguì vide lo Stato diventare la capitale del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves con il governo della dinastia Braganza senza rispondere dell'autorità di Lisbona. Questo causò un risentimento nei confronti dell'idea di ritornare allo status quo ante bellum dopo che Napoleone conquistò il Portogallo. Il Brasile diventò indipendente sotto il governo della famiglia reale portoghese. Dopo l'indipendenza raggiunta il 7 settembre 1822, il Brasile diventò una monarchia, che rimase fino alla creazione della repubblica il 15 novembre 1889. Due imperatori si sedettero al trono, Pietro I dal 1822 al 1831, e Pietro II dal 1831 al 1889. Inoltre il Re Giovanni VI del Portogallo tenne il titolo di Imperatore come stabilito dal trattato che riconobbe l'indipendenza brasiliana. La fine dell'Impero nel 1889 fu il risultato di uno sviluppo reazionario in seguito all'abolizione della schiavitù nel 1888, che minò gli interessi della oligarchia economica e politica.