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La storia degli ebrei risalirebbe, secondo la tradizione ebraica, ai patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, che vissero a Canaan verso il XVIII secolo a.C.. gli ebrei discendono in gran parte dalle Tribù di Giuda e Simeone, e parzialmente da altre tribù israelite, specialmente quelle di Beniamino e Levi, che insieme avevano formato l'antico Regno d'Israele e, in seguito, il Regno di Giuda. La prima menzione d'Israele come popolo è stata rinvenuta iscritta sulla Stele di Merenptah, che risale agli anni 1213-1203 a.C.
Il sionismo è un movimento politico internazionale il cui fine è l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno.Il movimento, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, fu importante ma minoritario nel mondo ebraico per tutta la prima metà del XX secolo, per poi divenire maggioritario in seguito alla Shoah. Dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948, in cui oggi vive circa il 30% degli ebrei del mondo, il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale alla costituzione di tale Stato, oltre a continuare il tradizionale aiuto all'immigrazione in Israele (aliyah). Oggigiorno, il termine "sionista" viene applicato a varie fazioni politiche israeliane, sia di sinistra che di destra, le quali hanno in comune il sostegno dello stato d'Israele come entità ebraica.
L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP; in arabo: منظمة التحرير الفلسطينية, Munaẓẓamat al-Taḥrīr al-Filasṭīniyya) è un'organizzazione politica palestinese, considerata dalla Lega araba a partire dal 1974 la legittima "rappresentante del popolo palestinese".Fondata a Gerusalemme nel maggio 1964 da una riunione di 422 personalità nazionali palestinesi, a seguito di una precedente decisione della Lega araba, il suo obiettivo era la "liberazione della Palestina" attraverso la lotta armata. L'originale Statuto dell'OLP (del 28 maggio 1964) dichiarava che "la Palestina all'interno dei confini che esistevano al momento del mandato britannico è una singola unità regionale" e ha cercato di "vietare ... l'esistenza e l'attività" del sionismo. Lo Statuto fa anche riferimento al diritto al ritorno e all'auto-determinazione per i palestinesi. Uno Stato palestinese non è citato, anche se nel 1974 l'OLP ha chiesto uno Stato indipendente nel territorio del Mandato di Palestina. Nel 1988, l'OLP ha adottato ufficialmente una soluzione a due Stati, con Israele e la Palestina che vivono fianco a fianco e con Gerusalemme Est come capitale dello Stato di Palestina.Nel 1993, il presidente e capo terrorista dell'OLP Yasser Arafat ha politicamente riconosciuto lo Stato di Israele in una lettera ufficiale al suo primo ministro Yitzhak Rabin. Eppure ad oggi non ha mai eliminato dal suo statuto l'articolo che auspica l'eliminazione dello Stato d'Israele. In risposta alla lettera di Arafat, Israele pur di avere una controparte con la quale trattare per arrivare alla pace, ha comunque riconosciuto l'OLP come il rappresentante del popolo palestinese. Arafat è stato il presidente del Comitato esecutivo dell'OLP dal 1969 fino alla sua morte nel 2004. È stato sostituito da Mahmūd Abbās (noto anche come Abu Mazen). Secondo un report del "National Criminal Intelligence Service", l'Olp è stato "il più ricco di tutte le organizzazioni terroristiche", con 8 - 10 miliardi di dollari in attività e un reddito annuo di 1,5 - 2 miliardi di dollari da "donazioni, estorsioni, saldi, traffici illegali di armi, il traffico di stupefacenti, riciclaggio di denaro sporco, frodi, ecc". The Daily Telegraph ha riferito nel 1999 che l'OLP aveva 50 miliardi di dollari di investimenti in segreto in tutto il mondo.L'etichetta di "organizzazione terroristica" è stata contestata ed è stata de facto superata nel 1993, a seguito della stipula degli accordi di Oslo.
L'esodo palestinese del 1948 (in arabo: الهجرة الفلسطينية, al-Hijra al-Filasṭīniyya), conosciuto soprattutto nel mondo arabo, e fra i palestinesi in particolare, come nakba (in arabo: النكبة, al-Nakba, letteralmente "disastro", "catastrofe", o "cataclisma"), è l'esodo della popolazione araba palestinese durante la guerra civile del 1947-48, al termine del Mandato Britannico, e durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele. Nakba è il nome assegnato a questo evento dalla storiografia, non solo araba. Durante tale conflitto, più di 700.000 arabi palestinesi abbandonarono città e villaggi, o ne furono espulsi, e, successivamente, si videro rifiutare ogni loro diritto al ritorno nelle proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto. La proporzione fra i palestinesi che erano fuggiti o che furono cacciati, le cause e le responsabilità dell'esodo, il suo carattere accidentale o intenzionale, come pure il diniego, dopo la cessazione dei combattimenti, del diritto al ritorno degli abitanti arabo-palestinesi (musulmani e cristiani), sono un soggetto fortemente dibattuto sia da parte degli studiosi del conflitto israelo-palestinese, sia da parte degli storici specialisti degli eventi di tale periodo. Questo esodo è anche all'origine della successiva problematica dei rifugiati palestinesi, che costituisce uno dei contenziosi più difficili da risolvere del più ampio conflitto arabo-israeliano e del conflitto israelo-palestinese. I rifugiati palestinesi e i loro discendenti registrati dall'UNRWA erano 5.149.742 nel 2015, distribuiti in Giordania, Striscia di Gaza, Cisgiordania, Siria e Libano; di questi molti risiedevano nei campi-profughi palestinesi.L'espressione Yawm al-Nakba (in arabo: يوم النكبة, "Giorno della Nakba"), identifica la ricorrenza, commemorata ogni anno il 15 maggio, con la quale le genti palestinesi e lo Stato di Palestina, con altri paesi arabi, rievocano l'estromissione nel 1948 di buona parte degli abitanti arabi della Palestina dai confini dello Stato d'Israele. Nel febbraio 2010 la Knesset ha varato una legge che proibisce di manifestare pubblicamente in Israele lutto e dolore il 15 maggio.La nuova storiografia israeliana ha definito l'esodo palestinese un atto di pulizia etnica.