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Una proiezione cartografica è il risultato di trasformazioni geometriche, matematiche o empiriche di punti geografici espressi in coordinate geografiche in punti espressi in coordinate cartesiane. Le proiezioni vengono usate in cartografia per rappresentare su un piano (con le carte geografiche) un fenomeno che nella realtà esiste sulla superficie della sfera (più propriamente di un ellissoide). È impossibile evitare deformazioni (lo stesso globo, o mappamondo, ne subisce alcune), ma alcune proiezioni vengono privilegiate per i pregi che presentano. Essendo storicamente utilizzate per la navigazione, alcune proiezioni cartografiche possono contenere linee lossodromiche, che incontrano ogni meridiano sotto lo stesso angolo, e linee ortodromiche, che indicano il tragitto più corto tra due punti.
La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico e primitivo che consiste nello spostare sentimenti o caratteristiche propri, o parti del Sé, su altri oggetti o persone. Benché per la psicoanalisi la proiezione quale processo psichico venga considerata come una modalità universale dello psichismo, Freud si appoggia soprattutto a questo meccanismo della psiche per rendere conto di alcune fenomenologie psicopatologiche, in particolare la paranoia.
In algebra lineare e analisi funzionale, una proiezione è una trasformazione lineare P {\displaystyle P} definita da uno spazio vettoriale in sé stesso (endomorfismo) che è idempotente, cioè tale per cui P 2 = P {\displaystyle P^{2}=P} : applicare due volte la trasformazione fornisce lo stesso risultato che applicandola una volta sola (dunque l'immagine rimane inalterata). Nonostante la definizione sia piuttosto astratta, si tratta di un concetto matematico simile (e in qualche modo legato) alla proiezione cartografica.