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Con il termine prostituzione minorile si indica normalmente la prostituzione esercitata da un minorenne per ottenere benefici finanziari; può a volte esser sinonimo di prostituzione infantile intendendo con ciò lo sfruttamento sessuale di bambini (al di sotto quindi dell'età del consenso e a scopo commerciale), ma questo caso rientra nel reato di pedofilia: entrambe sono pratiche illegali nella maggioranza dei Paesi. In molti Paesi vi sono leggi specifiche contro la prostituzione minorile, che possono includere le persone più vecchie dell'età del consenso ma non ancora maggiorenni: in Italia qualsiasi rapporto sessuale tra un adulto e un minore - tra i 14 e i 17 anni - in cambio di denaro o altri guadagni materiali è illegale e pertanto perseguito a norma di legge. Qualsiasi rapporto sessuale tra adulti e minori di 14 anni rientra invece automaticamente nella pedofilia. Quella forma specifica di prostituzione minorile cercata da turisti stranieri occidentali in Paesi solitamente meno sviluppati, asiatici, africani o sudamericani (questo al fine di evitare le leggi e le pene del paese di residenza) è conosciuta come turismo sessuale minorile; può essere o meno coinvolto un intermediario o protettore, che controlla e supervisiona il minore a scopo di lucro. Una buona fetta di clienti è in ogni caso di origine locale: mentre i turisti sessuali occidentali hanno giocato un ruolo fondamentale nella crescita del settore, i principali clienti delle prostitute a contratto in Asia e di prostitute bambine sono prevalentemente asiatici.
In Italia la prostituzione è definita come scambio di servizi sessuali per denaro ed è lecita, mentre è illegale ogni altra attività collaterale come il favoreggiamento, lo sfruttamento, l'organizzazione in luoghi chiusi come bordelli ed il controllo in generale da parti terze. I bordelli vennero banditi nel 1958 dalla legge Merlin, dal nome della prima firmataria e propositrice, Lina Merlin, partigiana socialista. Un eufemismo un tempo usato frequentemente per descrivere le prostitute era in lingua italiana lucciole per chi esercitava in strada e squillo per quelle di appartamento.
Il trattamento legale della prostituzione in Europa varia nei diversi Paesi. In alcuni Stati il compiere prestazioni sessuali a pagamento è illegale, mentre in altri la prostituzione in sé è lecita, mentre sono punite varie forme di favoreggiamento (come l'agire come protettore, il prestare favoreggiamento, ogni attività che porti ad ottenere profitto dalla prostituzione, l'induzione, etc.) nel tentativo di rendere più difficile il prostituirsi.
Con il termine prostituzione si indica l'attività di chi offre prestazioni sessuali dietro pagamento di un corrispettivo in denaro. L'attività, fornita da persone di qualsiasi genere e orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, sottoposto, professionale, abituale o saltuario. Strettamente legato alla prostituzione è il suo sfruttamento, o lenocinio, praticato per trarre profitto dall'attività di chi offre il servizio, da parte di persone che generalmente si presentano e s'impongono come protettori, o lenoni, cioè intermediari e procacciatori di clienti. Inoltre vi sono altre figure legate al fenomeno della prostituzione per cui può configurarsi, al posto dello sfruttamento vero e proprio, il reato di favoreggiamento. La prostituzione nel mondo è regolamentata giuridicamente in modo estremamente variegato: passando da società che contemplano una legalizzazione completa ad altre che ne reprimono lo svolgimento per mezzo della pena di morte. Le persone dedite a questa attività sono nella stragrande maggioranza donne mentre la maggioranza dei clienti e degli sfruttatori sono uomini.