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Lanza (in alcuni documenti Lancia fino al XVII secolo) è una famiglia della nobiltà siciliana. Originaria del Piemonte, in quanto discendente degli aleramici marchesi di Busca, la casata dei Lancia si trapiantò in Sicilia in epoca sveva, grazie agli stretti legami politici e di parentela con l'imperatore e re Federico II. Egli infatti intrattenne una lunga relazione con Bianca Lancia, che divenne sua moglie in articulo mortis e fu madre del suo successore, Manfredi. In seguito alla conquista angioina i Lancia divennero i capofila del partito legittimista, e Galvano e Federico, fratelli di Bianca e zii di Manfredi, seguirono l'ultimo svevo, Corradino, fino alla tragica sconfitta di Tagliacozzo nel 1268. Nuovamente esiliati, i figli di Federico, Corrado I Lancia e Manfredi, entrarono al servizio del re Pietro III d'Aragona, di cui furono tra i principali capitani durante la Guerra del Vespro. Corrado, valoroso ammiraglio, morì nella Battaglia di Capo d'Orlando nel 1299. Nei secoli successivi i Lancia, ormai Lanza per l'influsso della pronuncia catalana, divennero una delle più potenti e ramificate dinastie feudali del Regno di Sicilia, i cui possedimenti erano concentrati nell'area del messinese e dei Nebrodi, antico luogo di radicamento dell'emigrazione lombarda in Sicilia, cui erano legati per origine etnica. Fiorirono in particolare le baronie di Ficarra, Longi, Piraino, Brolo e Mojo Alcantara. Dai baroni di Longi nacque nel 1466 Blasco Lanza (chiamato anche Lancia), insigne giurista, stretto collaboratore del vicerè spagnolo Ugo di Moncada e capostipite dei principi di Trabia, conti di Mussomeli, divenuti a partire dal XVII Lanza-Branciforte, avendo incamerato per matrimonio i beni e i titoli dei Branciforte principi di Butera. Questo ramo del casato, tuttora fiorente, fu nei secoli al vertice della nobiltà siciliana. Il principe Pietro Lanza di Scordia e Butera fu uno dei capi della rivoluzione siciliana del 1848 e fu ministro dell'istruzione, ministro degli esteri del Regno di Sicilia (1848-1849) e ultimo presidente del Consiglio dei ministri del governo indipendentista. Il nipote Pietro Lanza di Scalea fu un importante uomo politico e diplomatico dell'età giolittiana, mentre il fratello Giuseppe fu sindaco di Palermo dal 1920 al 1924. L'ultimo discendente diretto del ramo principesco di Trabia fu il celebre dandy Raimondo Lanza di Trabia, nipote del deputato e senatore principe Pietro e della moglie Giulia Florio, della nota famiglia di imprenditori palermitani, definito l'"ultimo dei Gattopardi".
Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (San Vito dei Normanni, 29 settembre 1901 – Elche de la Sierra, 5 gennaio 1981) è stato un filosofo, poeta e scrittore italiano. Esponente della nobile famiglia siciliana dei Lanza di Trabia. Il suo vero nome è infatti Giuseppe Giovanni Luigi Enrico Lanza di Trabia-Branciforte. La sua personalità eccezionale riunisce caratteristiche disparate: poeta, scrittore, filosofo, pensatore religioso con una forte vena mistica, ma anche patriarca fondatore di comunità rurali sul modello di quelle gandhiane e attivista nonviolento contro la guerra d'Algeria o gli armamenti nucleari.
Ferdinando Lanza (Nocera dei Pagani, 10 aprile 1788 – Napoli, 21 maggio 1865) è stato un generale italiano, tenente generale nell'Esercito del Regno delle Due Sicilie nel corso della seconda metà del XIX secolo. Figlio del tenente Gaetano di Nocera dei Pagani, fu solo omonimo dei Lanza di Sicilia.