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L'inglese (in inglese English, /ˈɪŋglɪʃ/) è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, assieme all'olandese, all'alto e basso tedesco e al frisone. Conserva ancora un'evidente parentela col basso-tedesco continentale. Secondo alcuni studiosi scandinavi, l'inglese, almeno dalla sua fase media, è invece più affine alle lingue germaniche settentrionali (scandinave) che non a quelle continentali. Ogni Paese o territorio in cui l'inglese è parlato come lingua madre viene detto anglofono. È la prima lingua più parlata al mondo per numero di parlanti totali (nativi e stranieri) ed è la terza per numero di parlanti madrelingua (L1) totali (la prima è il cinese).
L'inglese americano è la versione della lingua inglese parlata negli Stati Uniti d'America, dove vivono circa due terzi dei madrelingua inglesi.La lingua inglese fu introdotta negli Stati Uniti dalla colonizzazione britannica. La prima ondata di coloni di lingua inglese arrivò in Nord America nel diciassettesimo secolo. In quel periodo, in Nord America vi erano inoltre gruppi di popolazione di lingua spagnola, francese, olandese, tedesca, norvegese, svedese, scozzese, gallese, gaelica irlandese, finlandese, italiana, russa e delle varie lingue dei nativi americani.
L'allitterazione (dal latino umanistico allitteratio, -onis, derivazione di littĕra, "lettera") è una figura di parola, ricorrente soprattutto in poesia, che consiste nella ripetizione, spontanea o ricercata (per finalità stilistiche o come aiuto mnemonico), di un suono o di una serie di suoni, acusticamente uguali o simili, all'inizio (più raramente all'interno) di due o più vocaboli successivi, producendo omofonia (al pari della rima); è un fenomeno che non interessa soltanto l'arte retorica, ma appartiene anche alla lingua comune. L'allitterazione ha dato origine a varie locuzioni di uso corrente (bello e buono, tosto o tardi, senza capo né coda). Come artificio retorico, è frequente presso gli autori latini (famoso è rimasto l'esametro degli Annali di Ennio: "O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti", 'O Tito Tazio, tiranno, tu stesso ti attirasti atrocità tanto tremende!'); nell'antica poesia germanica è elemento fondamentale del verso. Al pari di altre figure, l'allitterazione è usata in ambito pubblicitario.
Oxford English Dictionary (OED) è il nome con cui si indica comunemente il New English Dictionary on Historical Principles, monumentale dizionario storico della lingua inglese antica e moderna pubblicato dalla casa editrice Oxford University Press. Fu promosso dalla Philological Society di Londra nel 1857. Il lavoro di compilazione iniziò a pieno regime nel 1879 sotto l'energica direzione di Sir James Murray. Cominciata nel 1884, la pubblicazione si concluse nel 1928 col dodicesimo volume. Nel 1933 ne fu pubblicata una edizione ridotta (Shorter Oxford Dictionary) che ha conosciuto diverse edizioni successive. Le sue definizioni sono ordinate per lo più tenendo conto della prima comparsa di ciascun lemma e sono illustrate da citazioni (con indicazione della data, quando possibile) tratte dalla letteratura e da altre fonti. Una seconda edizione in 20 volumi è stata pubblicata nel 1989.
Il giapponese (日本語 Nihongo?) è una lingua parlata in Giappone e in numerose aree di immigrazione giapponese. Insieme alle lingue ryūkyūane forma la famiglia linguistica delle lingue nipponiche. Poco si conosce della preistoria della lingua, o di quando essa apparve per la prima volta in Giappone. I documenti cinesi del III secolo registravano alcune parole giapponesi, ma testi sostanziali non apparvero prima dell'VIII secolo. Durante il periodo Heian (794-1185), il cinese ebbe considerevole influenza sul vocabolario e sulla fonologia del giapponese antico. Il giapponese tardomedio/tardo giapponese medio (1185–1600) vide cambiamenti nelle caratteristiche che lo portarono più vicino alla lingua moderna, nonché la prima apparizione di prestiti linguistici europei. Il dialetto standard si spostò dalla regione di Kansai alla regione di Edo (la moderna Tokyo) nel periodo del Primo giapponese medio (inizio del XVII secolo-metà del XIX secolo). In seguito alla fine nel 1853 dell'isolamento autoimposto del Giappone, il flusso dei prestiti linguistici dalle lingue europee aumentò significativamente. I prestiti linguistici inglesi in particolare sono diventati frequenti e le parole giapponesi con radici inglesi sono proliferate. Dal punto di vista filogenetico il giapponese si considera solitamente una lingua isolata, per l'impossibilità di ricostruire con sicurezza la sua origine. Alcune delle teorie proposte ipotizzano che il giapponese possa avere origini comuni con la lingua ainu (parlata dalla popolazione indigena Ainu tuttora presente nell'isola di Hokkaidō), con le lingue austronesiane oppure con le lingue altaiche. Le ultime due ipotesi sono attualmente le più accreditate: molti linguisti concordano nel ritenere che il giapponese sarebbe costituito da un substrato austronesiano a cui si è sovrapposto un apporto di origine altaica. Evidenti sono le somiglianze sintattiche e morfologiche con il coreano, trattandosi di lingue agglutinanti (che formerebbe con il giapponese il gruppo macro-tunguso), da cui differisce sul piano lessicale. Vari studiosi utilizzano il termine protogiapponese per indicare la protolingua di tutte le varietà delle lingue moderne del Giappone, ovvero la lingua moderna giapponese, i dialetti del Giappone e tutte le forme di lingua parlata nelle isole Ryukyu. Dal punto di vista tipologico il giapponese presenta molti caratteri propri delle lingue agglutinanti del tipo SOV, con una struttura "tema-commento" (simile a quella del coreano). La presenza di alcuni elementi tipici delle lingue flessive ha spinto tuttavia alcuni linguisti a definire il giapponese una lingua "semi-agglutinante".
I dizionari della lingua siciliana, possono essere suddivisi in quelli in uso, che descrivono il lessico siciliano effettivamente in uso e in vocabolari etimologici e storici, che hanno l'obiettivo di documentare e illustrare la storia, la semantica e l'etimologia delle parole. Il Vallilium, primo dizionario bilingue, dal latino al siciliano (volgare), fu pubblicato nel 1514. Nel 1520 ci fu la prima traduzione in castigliano, a opera di Lucio Cristoforo Scobar, mentre nel 1751 l'abate Michele Del Bono vi aggiunse l'italiano.