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Il Piano Marshall, ufficialmente chiamato piano per la ripresa europea (in lingua originale "European Recovery Program"), fu uno dei piani politico-economici statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale. Annunciato in un discorso del segretario di Stato statunitense George Marshall il 5 giugno 1947 all'Università di Harvard, questo piano consisteva in uno stanziamento di oltre 12,7 miliardi di dollari.
William Averell Harriman (New York, 15 dicembre 1891 – Yorktown Heights, 26 luglio 1986) è stato un imprenditore, diplomatico e politico statunitense. Figlio di E. H. Harriman, proprietario della Union Pacific Railroad, una delle principali compagnie ferroviarie del mondo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, alla morte del padre ereditò una delle più cospicue fortune dell'epoca. Dopo gli studi a Yale Harriman seguì la carriera paterna negli affari, divenendo presidente della Union Pacific e amministratore delegato della Illinois Central Railroad. Realizzò la più imponente flotta commerciale civile degli Stati Uniti durante la Prima guerra mondiale, creando la Merchant Shipbuilding Corporation per dedicarsi successivamente alla finanza. Nel 1925 visitò l'Unione Sovietica e negoziò con Lev Trockij l'acquisizione di miniere di manganese nel Caucaso. Fondò poi nel 1931, insieme al fratello Roland, la Brown Brothers Harriman, tuttora la più antica banca d'affari di Wall Street tra quelle ancora in attività. Quando il suo amico d'infanzia, Franklin Delano Roosevelt, divenne Presidente degli Stati Uniti nel 1933, Harriman si avvicinò al Partito democratico e fu uno dei pochi uomini d'affari che appoggiarono il New Deal. Fu presidente della National Recovery Administration dal 1934 al 1935 e la sua influenza fu decisiva per la nomina di Harry Hopkins a Segretario per il Commercio nel 1938. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Harriman divenne l'inviato personale di Roosevelt presso Winston Churchill e Iosif Stalin, allo scopo di stabilire un legame diretto con i capi dei Paesi nemici della Germania nazista. In questa veste Harriman fu il negoziatore della legge Affitti e Prestiti, che sostenne con materiali e armamenti la Gran Bretagna e la Russia nei momenti più difficili del conflitto. Harriman fu uomo di fiducia e stretto confidente sia di Churchill che di Roosevelt, ma venne apprezzato anche da Stalin divenendo una figura chiave della diplomazia alleata durante l'intero conflitto. Questo ruolo fu riconfermato con la sua nomina ad ambasciatore in Unione Sovietica, incarico che ricoprì dal 1943 al 1946. Durante l'incarico Harriman assunse il delicato compito di mantenere le relazioni diplomatiche della Grande Alleanza, guadagnandosi la fiducia dei sovietici e riuscendo a impedire l'annessione dell'isola giapponese di Hokkaidō da parte dell'Urss. Partecipò come consigliere diplomatico a tutte le principali conferenze interalleate della guerra, a Casablanca, Teheran, Jalta e Potsdam. Noto nei circoli diplomatici come "il Coccodrillo", per il suo stile sornione, ma duro nei negoziati, Harriman divenne dopo la conclusione della guerra mondiale uno degli Wise men ("i saggi"), gli architetti dell'ordine mondiale post-bellico. Brevemente ambasciatore a Londra nel 1946, fu ispiratore del famoso telegramma redatto da George F. Kennan, da lui chiamato a collaborare all'ambasciata di Mosca e in seguito suo successore, che definì la Dottrina Truman di contenimento dell'Unione Sovietica, pilastro della Guerra fredda. In qualità di Segretario al Commercio nel gabinetto Truman (1946-1948) e, in seguito, direttore dell'European Recovery Program (1948-1950), Harriman fu, insieme al suo caro amico, il Segretario di Stato Dean Acheson, uno dei principali artefici del Piano Marshall e tra i padri fondatori del Patto Atlantico. Sostenuto da Truman, Harriman si candidò alle primarie per le elezioni presidenziali del 1952, ma fu sconfitto da Adlai Stevenson II. Fu eletto governatore di New York nel 1954 e in questa veste promosse politiche riformiste, di contrasto alla povertà e difesa dei diritti civili, che saranno poi riprese da Lyndon B. Johnson negli anni '60. Sconfitto alle elezioni del 1958, Harriman rimase uno dei maggiorenti del Partito democratico e figura diplomatica di fama mondiale. Schieratosi al fianco di John Fitzgerald Kennedy, sostenne finanziariamente e con la sua influenza la sua campagna elettorale. Harriman divenne così una figura chiave della nuova amministrazione democratica: ricoprì a varie riprese la carica di ambasciatore itinerante (Ambassador at-large) e Sottosegretario di Stato nelle amministrazioni Kennedy e Johnson. In questa veste fu tra coloro che definirono il programma della Nuova Frontiera: convinse Kennedy a sostenere in Italia il governo di centro-sinistra, negoziò con successo il Trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari con l'Unione sovietica, favorì il disimpegno americano nel Sud-est asiatico e fu il principale artefice dell'accordo di neutralizzazione che pose fine alla guerra civile in Laos. Incaricato dal presidente Johnson di trovare una soluzione negoziata alla guerra del Vietnam, guidò la delegazione che aprì i colloqui di pace di Parigi nel 1968. Nel corso degli anni '70, Harriman rimase sulla scena, anche se a causa dell'età i suoi impegni diminuirono. Durante le presidenze di Gerald Ford e Jimmy Carter guidò diverse delegazioni diplomatiche in Unione Sovietica e sostenne la ratifica del trattato SALT II. Il suo ultimo viaggio ufficiale nell'Urss ebbe luogo nel 1983, quando incontrò Jurij Vladimirovič Andropov per conto di Ronald Reagan. Morì infine nella sua casa di Georgetown nel 1986, all'età di 94 anni. Fu membro del Club di Roma e Presidente del Council on Foreign Relations.
Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e dei beni liberi per le generazioni future, che ha dato vita all'economia sostenibile, appoggiandosi almeno in parte alla cosiddetta economia verde. Tante sono le organizzazioni pubbliche e private che adottano i bilanci sociali o report di sostenibilità e misurano gli impatti sociali generati dalle proprie attività economiche per essere in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. L’economia non è orientata solo al profitto, ma al benessere e a migliorare la qualità della vita, infatti alcune organizzazioni internazionali sono arrivate ad adottare il cosiddetto ‘bilancio integrato’ che unisce la rendicontazione delle attività finanziare con quella delle attività non finanziarie (bilanci sociali). Il concetto di sostenibilità è parte centrale e fondamentale dello sviluppo sociale, economico e ambientale di tutte le Nazioni. I Paesi sotto-sviluppati sono quelli che più necessitano di sviluppo, di aiuti umanitari e di tutela dei diritti poiché l’ordinamento giuridico è a supporto di tutti gli interventi e le politiche strategiche ed attuative, operative caratterizzate da una forte trasparenza dei processi.
La storia dell'urbanistica è la disciplina che studia l'evoluzione degli insediamenti umani, a partire dall'antichità fino agli sviluppi contemporanei e contemporaneamente l'evoluzione dell'urbanistica come attività e disciplina che ha come fine la pianificazione, il riordinamento, il risanamento, l'adattamento funzionale di aggregati urbani già esistenti e la progettazione di nuovi aggregati.
Il secondo dopoguerra italiano indica un periodo storico compreso tra la fine della seconda guerra mondiale e gli anni seguenti in un periodo il cui termine va considerato nel contesto complessivo e che può essere determinato schematicamente da date diverse tra di loro, includendo comunque i primi decenni della Prima Repubblica. Secondo un'interpretazione storiografica, il deterioramento del governo di Centro-sinistra "organico", nato come un tentativo di riformare le istituzioni politiche italiane, segnò la fine di quelle speranze di rinnovamento diffuse nel secondo dopoguerra che in Italia andrebbe quindi collocato in un periodo che va approssimativamente dal 1945 agli anni sessanta, anni che segnarono la crisi definitiva dei partiti e della società civile che avevano fondato la Repubblica nata dopo la guerra.
La seconda rivoluzione industriale è il processo industriale che rappresentò la seconda fase di sviluppo industriale (dopo la prima rivoluzione industriale) e che viene cronologicamente riportato dagli storici al periodo compreso tra il Congresso di Parigi (1856) e quello di Berlino (1878), giungendo a pieno sviluppo nell'ultimo decennio del XIX secolo, sia pure in concomitanza con la grande depressione di fine Ottocento: in Europa, nel periodo tra il 1850 ed il 1914, si assistette ad una serie di cambiamenti importanti, che mutarono la vita del continente; le innovazioni non furono della stessa portata in tutti i paesi: più significative in alcuni, meno evidenti in altri; tuttavia, gli Europei avevano l'impressione di essere giunti ad una svolta. Nella seconda metà dell'Ottocento l'Europa occidentale infatti estese e consolidò la propria presenza nel mondo. Il suo prestigio si fondava sulla superiorità nel campo scientifico e tecnologico e sulla potenza industriale e capitalistica, rafforzato in seguito alla scoperta di nuove fonti di energia, come il petrolio e l'elettricità, all'utilizzo di nuovi sistemi di comunicazione e di trasporto, al dominio incontrastato del commercio mondiale. Intanto, le grandi potenze europee portavano a termine le conquiste coloniali, soprattutto in Africa, spinte dal desiderio di procurarsi nuovi mercati di vendita per i prodotti nazionali e di accaparrarsi materie prime e risorse energetiche a basso costo. A questo prodigioso sviluppo industriale, che si protrasse fino agli inizi nel Novecento e che interessò anche altri Paesi del mondo, come gli Stati Uniti d'America ed il Giappone, è stato dato il nome di seconda rivoluzione industriale.
L'Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OECE) è stata un'organizzazione internazionale attiva dal 1948 al 1961. Fu istituita il 16 aprile 1948 per controllare la distribuzione degli aiuti statunitensi del Piano Marshall per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale e favorire la cooperazione e la collaborazione fra i Paesi membri. Fu la prima organizzazione internazionale a svilupparsi in Europa nel dopoguerra. Nel 1961 fu riorganizzata e si trasformò nell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD o OCSE in Italiano). L'organizzazione aveva sede al Chateau de la Muette a Parigi.
L'Europa (/euˈrɔpa/) è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente in base a fattori storico-culturali e geopolitici, l'unico situato interamente nell'emisfero settentrionale. Costituisce l'estremità occidentale del supercontinente Eurasia, o anche una delle tre parti del supercontinente Eurafrasia. È stata la culla della civiltà occidentale, assieme al Medio Oriente. La storia e la cultura europea hanno influenzato notevolmente quelle degli altri continenti, verso i quali, a partire dal XVI secolo, sono state frequenti e massicce le migrazioni, specialmente in America e in Oceania, dove gli europei sono ora in maggioranza rispetto alle popolazioni locali; varie forme di colonialismo e di imperialismo europeo hanno influenzato profondamente la Storia degli ultimi secoli.
L'era della ricostruzione è il periodo della storia degli Stati Uniti d'America compreso tra il 1863 e il 1877. Nel contesto globale della storia statunitense il termine ha due accezioni: la prima riferita al lasso di tempo vissuto dall'intera nazione tra il 1865 e il 1877 in seguito alla guerra di secessione americana (1861-65); la seconda riguarda il tentativo di trasformazione socio-economica e politica degli Stati Uniti meridionali dal 1863 al 1877 così come fu stabilito dalle disposizioni adottate dal Congresso. La Ricostruzione pose fine ai resti del nazionalismo confederato e allo schiavismo, donando ai cittadini afroamericani i diritti civili apparentemente garantiti dai 3 nuovi emendamenti costituzionali (inseriti nel più ampio alveo degli Atti di Ricostruzione). La presidenza di Abraham Lincoln prima e la presidenza di Andrew Johnson poi assunsero ufficialmente delle posizioni moderate volte a ricondurre il profondo Sud nell'Unione il più rapidamente possibile, mentre i parlamentari Radical Republicans ricercarono misure più forti per migliorare la situazione dei liberti, compreso il XIV emendamento, con una contemporanea riduzione dei diritti degli ex confederati, ad esempio con le disposizioni prescritte dalla Wade-Davis Bill. Andrew Johnson, ex senatore del Partito Democratico e governatore del Tennessee - nonché proprietario di schiavi - seguirà una politica decisamente indulgente nei confronti di quelli che erano stati i "ribelli secessionisti"; gli ultimi discorsi di Abraham Lincoln dimostrano che questi si stava preparando a sostenere la concessione egualitaria dei diritti civili nei confronti di tutti gli schiavi liberati, mentre a ciò il suo successore rimase fermamente contrario. Le interpretazioni date da Johnson alle politiche di Lincoln prevalsero almeno fino alle elezioni di metà mandato del 1866, a cui seguirono subito dopo esplosioni di violenza contro i neri in molti tra gli ex Stati Confederati d'America tra i quali i disordini razziali di Memphis e il massacro di New Orleans. Nel frattempo la tornata elettorale diede al Partito Repubblicano la maggioranza congressuale, permettendo in tal modo alle frange più radical di assumere il completo controllo della politica di Ricostruzione con la conseguente rimozione dei sudisti dal potere e la loro sostituzione con i liberti. Coalizioni repubblicane bi-razziali conquistarono il governo in quasi tutti gli Stati del Sud, proponendosi di trasformare la sconfitta società agricola dei grandi piantatori con il creare al suo posto un sistema economico fondato sul lavoro libero, usando il Freedmen's Bureau e facendo un largo impiego dell'esercito statunitense. Si cercò di proteggere i diritti legali dei liberti, negoziando contratti d'impiego e fondando appositamente per loro sia scuole che chiese. Migliaia di settentrionali giunsero al Sud come missionari, insegnanti, uomini d'affari e politici. I bianchi ostili iniziarono a riferirsi a loro con il nomignolo di carpetbagger. L'Assemblea, approvate le leggi sui diritti civili, le inviò al presidente per la controfirma; il primo disegno di legge estendeva l'operatività del Bureau - originariamente costituito come organizzazione temporanea incaricata di assistere i rifugiati e gli schiavi liberati -, mentre il secondo definiva tutte le persone nate sul suolo nazionale come naturalmente cittadini con totale parità di fronte alla legge. Dopo che Johnson pose il veto il parlamento glielo annullò, facendo del Civil Rights Act la prima importante legislazione della storia americana entrata in vigore attraverso il superamento di un veto presidenziale. I radical, sempre più frustrati dall'opposizione pregiudiziale attuata da Johnson, presentarono un'accusa formale contro di lui: l'impeachment di Andrew Johnson, ma l'azione fallì per un risicatissimo scarto di voti. La richiesta di nuove leggi nazionali per la Ricostruzione, innanzitutto il diritto di voto per i liberti, scatenò l'ira dei razzisti bianchi del Sud e dando così origine al Ku Klux Klan: tra il 1867 e il 1869 i Klansmen assassinarono repubblicani dichiarati e liberti in tutto il Sud, compreso il deputato dell'Arkansas James M. Hinds. La presidenza di Ulysses S. Grant sostenne fortemente la Ricostruzione portata avanti dai radical e impose la protezione degli afroamericani del Sud attraverso le Enforcement Acts, leggi usate efficacemente per combattere il Klan il quale venne presto sostanzialmente spazzato via; anche se una sua rinnovata incarnazione sarebbe tornata alla ribalta nazionale negli anni 1920. Il presidente tuttavia non fu in grado di risolvere le crescenti tensioni interne ai Repubblicani, tra i nordisti da una parte e quelli originariamente provenienti dal Sud dall'altra (quest'ultimo gruppo sarebbe stato etichettato come scalawag da parte degli avversari). Nel frattempo i redeemers, sedicenti conservatori e in stretta collaborazione con una corrente politica Democratica, si distinsero per la loro fiera opposizione alla Ricostruzione. Si cominciò a denunziare la diffusa corruzione dei carpetbagger, l'eccessiva spesa statale e la rovinosa tassazione; intanto il sostegno pubblico alle politiche di Ricostruzione, le quali richiedevano una continua supervisione del Sud, svanì nel Nord dopo che i Democratici riguadagnarono il controllo della Camera dei rappresentanti a partire dal 1874. Nel 1877, come parte di un accordo bilaterale per eleggere il repubblicano Rutherford B. Hayes alla carica di presidente a seguito delle controverse ed assai dibattute elezioni presidenziali del 1876, le truppe militari non poterono più sostenere i governi statali Repubblicani nel Sud. La Ricostruzione fu un capitolo significativo nella storia del movimento per i diritti civili degli afroamericani.