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Salvino Salvini (Livorno, 26 marzo 1824 – Arezzo, 4 giugno 1899) è stato uno scultore italiano.
L'Astrattismo è un movimento artistico che nasce nei primi anni del XX secolo, in zone della Germania lontane tra loro, dove si sviluppò senza intenti comuni. Il termine indica quelle opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione di oggetti reali. L'astrattismo usa un linguaggio visuale di forme, colori e linee con lo scopo di creare una composizione che possa esistere con un grado di indipendenza dalle referenze visuali nel mondo. L'arte occidentale è stata, dal Rinascimento fino al XIX secolo, segnata dalla logica della prospettiva e dal tentativo di riprodurre un'illusione della realtà visibile. Ma l'accessibilità alle arti delle culture altre rispetto a quelle europee mostrano modi alternativi di descrivere l'esperienza visiva agli artisti. Dalla fine del XIX secolo molti artisti sentirono il bisogno di creare un nuovo tipo di arte che includesse i cambiamenti fondamentali che stavano avvenendo nella tecnologia, nelle scienze e nella filosofia. Le fonti da cui gli artisti estraevano i loro argomenti teorici erano diverse, e riflettevano le ansie sociali e intellettuali in tutte le culture occidentali del tempo.
Anton Maria Salvini (Firenze, 12 gennaio 1653 – Firenze, 17 maggio 1729) è stato un grecista italiano.
Adelson e Salvini è la prima opera di Vincenzo Bellini. Il libretto di Andrea Leone Tottola, già musicato nel 1816 da Valentino Fioravanti, si basa sul romanzo di François-Thomas-Marie de Baculard d'Arnaud, Épreuves du Sentiment (1772). L'opera fu rappresentata in prima assoluta nel febbraio del 1825 (forse il giorno 12) al teatrino del Conservatorio di San Sebastiano, a Napoli. La prima ripresa in tempi moderni ha avuto luogo il 6 novembre 1985 al Teatro Metropolitan di Catania. Negli anni successivi Bellini rielaborò profondamente la partitura, riducendo gli atti da 3 a 2, sostituendo i dialoghi parlati con i recitativi. Questa è l'unica opera in cui il compositore fa uso dei recitativi secchi. La parte di Bonifacio, il personaggio buffo, fu tradotta dal napoletano in lingua italiana. Nel corso dell'Ottocento la nuova versione, completata nel 1828 e destinata al Teatro del Fondo di Napoli, non fu mai rappresentata, ma fu pubblicata da Ricordi nella riduzione per canto e pianoforte. Ha debuttato il 23 settembre 1992 al Teatro Massimo Bellini di Catania, nell'edizione curata dal musicologo catanese Domenico De Meo.