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Vittorio Emanuele II di Savoia (Vittorio Emanuele Maria Alberto Eugenio Ferdinando Tommaso di Savoia; Torino, 14 marzo 1820 – Roma, 9 gennaio 1878) è stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878). Dal 1849 al 1861 fu inoltre Duca di Savoia, Principe di Piemonte e Duca di Genova. È ricordato tutt'oggi con l'appellativo di Re galantuomo per aver mantenuto in vigore lo Statuto Albertino. Coadiuvato dal presidente del Consiglio Camillo Benso, conte di Cavour, portò a compimento il Risorgimento nazionale con la Proclamazione del Regno d'Italia. Per aver realizzato l'Unità d'Italia, viene indicato come Padre della Patria, così come compare nell'iscrizione nel monumento nazionale che da lui prende il nome di Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia.
Solferino (Sulfrì in dialetto alto mantovano) è un comune italiano di 2 682 abitanti della provincia di Mantova in Lombardia. È particolarmente conosciuto per la battaglia (24 giugno 1859) che ne prese il nome, combattuta fra l'esercito austriaco-veneto e quello franco-sardo come atto finale e conclusivo della seconda guerra d'indipendenza. La battaglia si concluse a Solferino con la presa della Rocca, più conosciuta come la "Spia d'Italia" per la sua posizione dominante. Nel 2016 è stata costituita l'unione dei comuni di Medole, Ponti sul Mincio e Solferino denominata "Unione dei comuni Castelli Morenici". Il comune, dal 2018, si fregia del riconoscimento di qualità turistico-ambientale della bandiera arancione, conferito dal Touring Club Italiano.
I principi di Ramondetto San Martino Pardo (o Sanmartino o Sammartino o Ramondetta) sono una famiglia della nobiltà siciliana, di origini risalenti al Basso Medioevo; prima baroni e poi principi del Pardo, ma anche altrimenti titolati nei diversi rami e nei singoli personaggi: duchi di San Martino di Ramondetto (o Ramondetta), duchi di (San Martino) Montalbo, baroni e duchi di Fabbrica, duchi San Martino De Spucches e di Santo Stefano di Briga, conti di San Martino, baroni di Santa Caterina, marchesi (di San Pasquale, eredi della casata Pastore), etc.. La famiglia è storicamente divisa in più rami, sparsi per lo più tra Sicilia orientale (Catania, Messina) e occidentale (Palermo). Ai fini di una ricostruzione più aggiornata e approfondita della storia patria interessa sottolineare il ruolo politico-militare protagonista avuto in continuità dal primo al secondo risorgimento dei suoi ultimi e in tal senso più illustri rappresentanti: Francesco, figlio primogenito di Raimondo San Martino Principe del Pardo (circa 1758 - Catania 1842); Gaspare di lui figlio e degno continuatore, ultimo erede araldicamente riconosciuto della casata. Fratello minore del detto Raimondo fu il matematico Agatino San Martino Pardo (circa 1773 - Catania 1856), ritenuto dalle accademie delle scienze italiane e straniere – di cui era socio onorario – “uno dei più alti matematici del reame di Napoli”. Egli fu anche senatore di Catania ed uomo di singolare pietas: è ricordato tra i cittadini più illustri con un busto nel giardino Bellini. Nipote di Raimondo, figlio del secondogenito Antonino, fu un altro Francesco (Palermo, 1859 - Messina, 1925) più noto come San Martino De Spucches o anche solo De Spucches. Questi, da esperto giurista, fu cultore di studi storico-nobiliari e soprattutto autore della monumentale e documentaria Storia dei feudi e dei titoli nobiliari in Sicilia, in dieci imponenti volumi, e de L'archivio storico che illustra le norme di successione in Sicilia. Lo stesso è ricordato a Messina (sede privilegiata del casato dei San Martino De Spucches) tra i suoi uomini più illustri.
Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
Il ponte Solferino è un ponte sul fiume Arno, nella città di Pisa.
Le guerre d'indipendenza italiane furono tre conflitti che ebbero come esito l'estensione territoriale del Regno di Sardegna e la proclamazione del Regno d'Italia. Tali eventi furono gli episodi cardine del Risorgimento e furono il punto di arrivo della politica del Regno di Sardegna, guidato dal primo ministro conte di Cavour, e dei vari movimenti e gruppi (fra cui quelli ispirati da Giuseppe Mazzini) che a partire dalla fine delle guerre napoleoniche propugnavano l'unificazione delle terre abitate da italiani. Tale unificazione si realizzò come un'espansione, sancita da plebisciti, dello Stato sabaudo, sostenuto politicamente dall'Inghilterra liberale e dall'alleanza militare con l'Impero francese retto da Napoleone III prima e con la Prussia di Otto von Bismarck poi, ai danni dei preesistenti Stati formatisi nella penisola a seguito del Congresso di Vienna e dei possedimenti della Casa d'Asburgo.
La battaglia di Solferino e San Martino venne combattuta il 24 giugno 1859 in Lombardia nel contesto della seconda guerra d'indipendenza italiana dall'esercito austriaco da un lato e da quello francese e piemontese dall'altro. Vide la sconfitta dell'Austria che con essa perse la guerra e la Lombardia. Viene ricordata in Italia come primo concreto passo verso l'unità nazionale e in tutto il mondo per aver ispirato a Henry Dunant l'idea della Croce Rossa Internazionale. I tre eserciti erano comandati dai rispettivi sovrani: Napoleone III per la Francia, Vittorio Emanuele II per il Regno di Sardegna (ufficialmente alle dipendenze dell'imperatore francese) e Francesco Giuseppe per l'Austria. I due eserciti alleati combatterono insieme e i piemontesi formarono l'ala sinistra dello schieramento. Tuttavia, la storiografia post-risorgimentale separò l'azione dei piemontesi isolandola come un evento a sé stante al quale si diede il nome di battaglia di San Martino. Oggi si riconosce l'unità dell'evento, benché in Italia resti la denominazione di battaglia di Solferino e San Martino. Altrove è invece conosciuta come battaglia di Solferino. Fu la prima grande battaglia dopo quelle napoleoniche, avendovi preso parte, complessivamente, 235.000 uomini circa. Il fronte dello scontro si estese dal lago di Garda fino a Castel Goffredo per circa 20 km. La vittoria alleata fu determinata principalmente dall'impiego oculato del corpo d'élite della Guardia, da un uso migliore della cavalleria e dall'impiego dei nuovi cannoni a canna rigata francesi, più precisi e potenti di quelli austriaci.
La battaglia di Solferino (24 giugno 1859) fu combattuta fra l'esercito austriaco e quello francese durante la seconda guerra d'indipendenza nel contesto della battaglia di Solferino e San Martino, alla quale parteciparono anche i soldati dell'esercito piemontese.