Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
I Rom abruzzesi si autodenominano così a partire dalla regione che fino alla prima metà del Novecento ha ospitato i percorsi del loro nomadismo stagionale. Di fatto tale denominazione include anche Rom molisani e del nord della Puglia: essi sono legati fra loro non solo territorialmente ma anche attraverso una fitta rete di legami parentali. Gli appartenenti al gruppo, filiazione che si ottiene per lignaggi patrilineari, si autodistinguono da altri Rom italiani meridionali come quelli del Cilento, della Basilicata e della Calabria, che pure incontravano non di rado nei loro percorsi nomadici.
Porajmos o Porrajmos (pronuncia italiana: poràimos; in romaní: [pʰoɽai̯ˈmos]; traducibile come "grande divoramento" o "devastazione") è il termine con cui da diversi decenni viene indicato lo sterminio delle popolazioni romanì (Rom, Sinti, Manush, Kalé e altre con diverse autodenominazioni) perpetrato da parte della Germania nazista e dai paesi dell'Asse durante la seconda guerra mondiale. Si stima che tale eccidio provocò la morte di 500.000 di essi. Porrajmos è però anche un termine, diffuso inizialmente da Ian Hancock, uno dei massimi studiosi del genocidio, che viene oggi messo in discussione dalle stesse comuntà romanì, perché da molti considerato inadeguato. Anche per questo motivo viene sempre più utilizzato il termine Samudaripen, (Samudaripen = sa+mudaripen = tutti+uccisione = uccisione di tutti = sterminio, genocidio) ritenuto più appropriato.