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La campagna dei Balcani fu l'invasione della Jugoslavia e della Grecia, da parte delle forze dell'Asse, principalmente l'Italia e la Germania, avvenute tra l'ottobre del 1940 ed il maggio del 1941, durante la seconda guerra mondiale.
La storia dell'Islam riguarda gli sviluppi culturali, sociali, politici ed economici della civiltà islamica, inizialmente articolatasi nel contesto arabo del VII secolo d.C. nella Penisola araba e, più specificamente, nella regione nord-occidentale del Ḥijāz. Dalla sua sede originaria, tale credo religioso si diffuse progressivamente nel Vicino e Medio Oriente. Ad ovest, si impose fin dal VII secolo nell'Africa settentrionale, coinvolgendo oltre alle regioni del Nordafrica le popolazioni stanziate ai bordi del Deserto del Sahara. Ad est furono progressivamente sconfitte, e con difficoltà convertite, le popolazioni suddite dei Persiani sasanidi e, ancora più a est, tra l'VIII e il IX secolo, le popolazioni iranizzate della Transoxiana. Le forze islamiche (essenzialmente afghane, ma al comando di ufficiali arabi), tra il X e il XII secolo assoggettarono quote significative quote delle aree del settentrione indiano.La spinta mercantile infine spinse l'islam negli arcipelaghi del sud-est asiatico, islamizzando parzialmente le popolazioni della cosiddetta Insulindia. In Europa l'Islam penetrò nel momento della sua iniziale spinta espansiva, tra l'VIII e il IX secolo, insediandosi in vaste parti della Penisola iberica e in Sicilia (a lungo contesa ai Bizantini). Grazie a Maometto il Conquistatore e a Solimano il Magnifico, l'Impero ottomano cominciò ad annettere dal XV secolo vaste porzioni delle aree balcaniche slave, proseguendo nella sua formidabile spinta nei due secoli successivi, fino ad assorbire per qualche tempo la stessa Ungheria. Vaste aree russe furono conquistate e convertite invece, non senza difficoltà, dalle forze mongole (ma anche turche e cumane operanti nella cosiddetta Orda d'Oro), già a partire dall'XI e dal XII secolo.
La prima guerra balcanica (in albanese: Lufta e parë ballkanike; in bulgaro: indicata semplicemente come Балканска война, balkanska vojna; in greco: Πρώτος βαλκανικός πόλεμος, Pròtos balkanikòs pòlemos; in serbo: Први балкански рат, Prvi balkanski rat; in turco: Birinci balkan savaşı) iniziò l'8 ottobre 1912, quando il Regno del Montenegro dichiarò guerra all'Impero ottomano; pochi giorni più tardi scesero in campo, a fianco del primo, anche i regni di Bulgaria, Serbia e Grecia dando vita alla Lega Balcanica, ed estendendo il conflitto a tutta la parte meridionale dei Balcani. In meno di due mesi l'esercito dell'Impero ottomano subì una lunga serie di sconfitte, per mare e per terra, ad opera delle forze dei coalizzati che conquistarono la quasi totalità dei possedimenti ottomani nella penisola balcanica. Un primo armistizio fu stabilito il 3 dicembre 1912 (a cui la Grecia aderì solo il 24 dicembre), ma le trattative diplomatiche per giungere alla conclusione delle ostilità, mediate dalle potenze europee, non ebbero esito e i combattimenti ripresero il 3 febbraio 1913: le residue piazzeforti ottomane nei Balcani (Adrianopoli, Scutari, e Giannina) furono espugnate dai coalizzati, e un secondo armistizio fu stipulato il 24 aprile (il Montenegro vi aderì il 4 maggio). Con la mediazione delle principali potenze europee, il 30 maggio 1913 fu firmato il trattato di Londra, che pose fine alla guerra: l'Impero ottomano perse quasi tutti i suoi territori europei che furono spartiti tra gli Stati della Lega balcanica; i dissensi circa la spartizione della regione della Macedonia provocarono attriti e contrasti tra i coalizzati, sfociati poi nella seconda guerra balcanica nel giugno-luglio 1913.
La penisola balcanica, nota anche come Balcani (dalla forma abbreviata di Monti Balcani, sistema montuoso tra Bulgaria e Serbia; dal turco balkan ‘monteʼ), è una penisola dell'Europa orientale; è delimitata a ovest dal mare Adriatico, a sud-ovest dal mar Ionio, a est dal mar Nero, a sud-est dal Mar di Marmara, e a sud dal mar Egeo.
Le guerre jugoslave sono state una serie di conflitti armati, inquadrabili tra una guerra civile e conflitti secessionisti, che hanno coinvolto diversi territori appartenenti alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, una decina di anni dopo la morte di Tito, tra il 1991 e il 2001, causandone la dissoluzione. Diverse le motivazioni che sono alla base di questi conflitti. La più importante è il nazionalismo imperante nelle diverse repubbliche a cavallo fra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta (in particolare in Serbia, Croazia e Kosovo, ma in misura minore anche in Slovenia e nelle altre regioni della Federazione), con una propaggine finale nel XXI secolo del conflitto nella Repubblica di Macedonia del 2001. Influenti anche le motivazioni economiche, culturali, gli interessi e le ambizioni personali dei leader politici coinvolti e la contrapposizione spesso frontale fra etnie e religioni diverse (cattolici, ortodossi e musulmani), fra le popolazioni delle fasce urbane e le genti delle aree rurali e montane, oltre che gli interessi di alcune entità politiche e religiose (anche esterne) a porre fine all'esperienza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Le guerre balcaniche (in albanese: luftërat ballkanike; in bulgaro: Балкански войни; Balkanski vojni; in greco: Βαλκανικοί πόλεμοι, Valkanikì pòlemi; in rumeno: Războaiele balcanice; in serbo: Балкански ратови, Balkanski ratovi; in turco: Balkan Savaşları) furono due guerre combattute nell'Europa sud-orientale nel 1912-1913 nel corso delle quali gli stati componenti la Lega Balcanica (Regno di Bulgaria, Grecia, Regno del Montenegro e Regno di Serbia) dapprima conquistarono agli ottomani la Macedonia e gran parte della Tracia e poi si scontrarono tra loro per la spartizione delle terre conquistate. Le promesse disattese ed i malumori furono causati dal mancato completamento del processo di emancipazione delle terre balcaniche da quel che rimaneva dell'Impero Ottomano durante il XIX secolo. I serbi, durante la guerra russo-turca del 1877-78, avevano infatti conquistato molti territori; mentre la Grecia si era annessa la Tessaglia nel 1881 (anche se poi ne dovette restituire una piccola parte agli Ottomani nel 1897) e la Bulgaria (principato autonomo dal 1878) la provincia della Rumelia orientale nel 1885. Questi tre stati, insieme al Montenegro, nutrivano mire espansionistiche verso quei territori, ancora sotto il dominio ottomano, noti con il nome di "Rumelia" e che comprendevano la Rumelia orientale, la Macedonia e la Tracia. Del resto, già a metà Ottocento, le tensioni fra gli stati balcanici desiderosi di sottrarre terre in Macedonia e Tracia all'Impero Ottomano avevano spinto le grandi potenze a far sì che lo status quo fosse mantenuto e che le autorità ottomane garantissero l'incolumità delle popolazioni cristiane a loro sottomesse, già coinvolte nella lotta per la liberazione dal dominio ottomano. Queste questioni, tuttavia, si ripresentarono quando nel luglio del 1908 i Giovani Turchi costrinsero il Sultano a ripristinare la Costituzione ottomana da lui stesso sospesa. Fu così che l'Austria-Ungheria approfittò dell'instabilità politica dell'Impero Ottomano per annettersi la provincia della Bosnia ed Erzegovina (già occupata, in realtà, nel 1878). A sua volta, la Bulgaria si proclamò un regno completamente indipendente (ottobre 1908), mentre i greci procedettero con l'annessione dell'isola di Creta (le Grandi Potenze, tuttavia, bloccarono quest'ultima operazione). Deluso dall'annessione all'Austria-Ungheria della Bosnia (dove vivevano 825.000 serbi di fede ortodossa e abitavano molti altri sostenitori della causa serba) e costretto a riconoscere tale annessione nel marzo 1909 mettendo così un freno alle agitazioni dei nazionalisti serbi, il governo serbo rivolse le sue mire espansionistiche verso sud, in quella che era la "Vecchia Serbia" (il Sangiaccato di Novi Pazar e la provincia del Kosovo). Alle mire serbe si aggiunsero quelle bulgare: dopo aver ottenuto l'appoggio della Russia nell'aprile 1909, la Bulgaria desiderava infatti annettere i territori ottomani in Tracia e Macedonia. Nel frattempo, il 28 agosto 1909 in Grecia, un gruppo di ufficiali (Stratiotikos Syndesmos) chiesero una riforma costituzionale, la rimozione della famiglia reale dalla guida delle forze armate e una politica estera più decisa e nazionalista con cui poter risolvere la questione cretese e ribaltare l'esito della sconfitta del 1897. A questi avvenimenti si aggiunse l'insurrezione del marzo 1910 della popolazione albanese in Kosovo (appoggiata dai Giovani Turchi) e, nell'agosto 1910, il Montenegro diventò a sua volta un regno. Nel 1911, l'occupazione italiana della Tripolitania, regione appartenente nominalmente all'Impero Ottomano, ne indebolì la posizione internazionale stimolando ulteriormente le mire dei piccoli stati balcanici.
Balcanizzazione è un termine geopolitico indicante una situazione interna instabile e condizionata da continue disgregazioni e problemi che causano la frammentazione dello Stato in più regioni o statuti autonomi.Il termine è un chiaro riferimento alla penisola dei Balcani, che, a partire dall'espansione in territorio europeo dell'Impero ottomano, è stata oggetto di continui disordini e ripartizioni tra i contendenti, tanto da essere infine marcata spregiativamente come "polveriera d'Europa".