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La Repubblica cecena di Ichkeria (in ceceno: Нохчийн Республик Ичкери, Nóxçiyn Paçẋalq Içkeri; in russo: Чеченская Республика Ичкерия?, traslitterato: Čečenskaja Respublika Ičkerija; fino al 1994 Noxçiyçö) è stata un'entità statuale non riconosciuta creata dal governo separatista ceceno e proclamata dal leader secessionista ceceno Džochar Dudaev nel 1991. Alla fine del 2007 il Presidente della Repubblica di Ichkeria in esilio Dokka Umarov ha ripristinato la denominazione Noxçiyçö, proclamando l'annessione della regione al cosiddetto Emirato del Caucaso, altra realtà politica non riconosciuta della quale si è autoproclamato emiro. Questo mutamento di status è stato tuttavia rifiutato dal resto del movimento separatista ceceno e dalle milizie separatiste che tuttora operano sul campo per l'autonomia della Cecenia.
La prima guerra cecena venne combattuta tra Russia e Cecenia dal 1994 al 1996 e finì con la dichiarazione d'indipendenza della Cecenia dalla Russia e la nascita della Repubblica Cecena d'Ičkeria. Dopo la campagna iniziale del 1994-1995, culminata con la devastante battaglia di Groznyj, le forze federali russe cercarono di controllare le varie aree montuose della Cecenia ma vennero respinti dalla guerriglia cecena e dai raid condotti in pianura, nonostante la preponderante maggioranza di uomini russi, la superiorità negli armamenti e il supporto aereo di cui fruivano. La diffusa demoralizzazione delle forze federali e la quasi universale opposizione dell'opinione pubblica russa riguardo al conflitto, portarono il governo di Boris El'cin a dichiarare il cessate il fuoco nel 1996 e a siglare un trattato di pace l'anno seguente. Le stime ufficiali indicano 5.500 vittime tra i militari russi, mentre altre fonti le indicano tra 3.500 e 7.500, altre ancora fino a 14.000. Stime ufficiali e accurate per i guerriglieri ceceni non ci sono, i numeri vanno da 3.000 a 14.000. Le vittime civili oscillano tra le 30.000 e le 100.000 e più di 200.000 feriti; più di 500.000 persone furono costrette a lasciare la loro terra e le città, così come molti villaggi, vennero lasciate in rovina lungo tutto il paese.
La Cecenia (in russo: Чечня?, traslitterato: Čečnja; in ceceno: Нохчичоь, Noxçiyçö), ufficialmente Repubblica Cecena (in russo: Чеченская Республика, Čečenskaja Respublika; in ceceno: Нохчийн Республика, Noxçiyn Respublika), è una repubblica della Federazione Russa. Confina a nord-ovest con il Territorio di Stavropol', ad est e nord-est con la repubblica del Daghestan, a sud con la Georgia e ad ovest con le repubbliche dell'Inguscezia e dell'Ossezia del Nord-Alania. Si trova sulle montagne del Caucaso nel Circondario federale del Caucaso Settentrionale della Federazione Russa.
Con il termine crisi del teatro Dubrovka ci si riferisce al sequestro avvenuto fra il 23 e il 26 ottobre 2002 al teatro Dubrovka di Mosca, nel quale vennero sequestrati e tenuti in ostaggio circa 850 civili da parte di un gruppo di 40 militanti armati ceceni che rivendicavano fedeltà al movimento separatista ceceno chiedendo il ritiro immediato delle forze russe dalla Cecenia e la fine della seconda guerra cecena. Dopo un assedio durato oltre due giorni, le forze speciali russe Specnaz pomparono un misterioso agente chimico all'interno del sistema di ventilazione dell'edificio provocando la morte di 129 ostaggi e di 39 combattenti ceceni facendo poi irruzione. Altre stime portarono invece la morte dei civili ad un numero superiore alle 200 unità proprio dovute all'irroramento del fentanyl (potente analgesico oppioide sintetico) o del gas nervino nella sala del teatro Dubrovka.Ufficiosamente la stampa di quasi tutto il mondo negò qualsiasi responsabilità dello stesso presidente Vladimir Putin, altri invece gli imputarono fin dai momenti successivi alla tragedia la responsabilità della decisione di usare il fentanyl. Nel 2020 è stato presentato alla 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il film Konferentsiya (Conference) di I. Tverdovskly che ripercorre alcuni momenti del sequestro.