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Teresa Mattei, detta Teresita (Genova, 1º febbraio 1921 – Casciana Terme Lari, 12 marzo 2013), è stata una partigiana, politica e pedagogista italiana. Combattente nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù (con la qualifica di Comandante di Compagnia) prese parte all'organizzazione dell'uccisione del filosofo Giovanni Gentile, di cui fu allieva. Fu anche la più giovane eletta all'Assemblea Costituente, dove assunse l'incarico di segretaria nell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea Costituente.Dirigente nazionale dell'Unione Donne Italiane, fu insieme a Teresa Noce e a Rita Montagnana l'inventrice dell'uso della mimosa per l'otto marzo: Luigi Longo le chiese se sarebbe stato opportuno scegliere le violette, come in Francia, per celebrare quel giorno; Teresa Mattei gli suggerì la mimosa, un fiore più povero e diffuso nelle campagne.
La storia del movimento partigiano a Genova ha radici precoci, antecedenti la lotta di Resistenza al fascismo che toccò il suo vertice durante la seconda guerra mondiale. I primi moti partigiani a Genova e in Liguria si ebbero, infatti, fin dal primo apparire del movimento politico fondato da Benito Mussolini che condusse nel 1922 alla marcia su Roma.
La Resistenza italiana, semplicemente Resistenza, anche detta Resistenza partigiana o Secondo Risorgimento, fu l'insieme di movimenti politici e militari che in Italia dopo l'armistizio di Cassibile si opposero al nazifascismo nell'ambito della guerra di liberazione italiana. Nella Resistenza vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale e che, a guerra finita, scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princìpi della democrazia e dell'antifascismo. Il movimento della Resistenza – inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazifascista – fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra. Il periodo storico in cui il movimento fu attivo ha inizio dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre), e termina nei primi giorni del maggio 1945, durando quindi venti mesi circa. La scelta di celebrare la fine di quel periodo con il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell'appello diramato dal CLNAI per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano dell'Alta Italia. Alcuni storici hanno evidenziato più aspetti contemporaneamente presenti all'interno del fenomeno della Resistenza: "guerra patriottica" e lotta di liberazione da un invasore straniero; insurrezione popolare spontanea; "guerra civile" tra antifascisti e fascisti, collaborazionisti con i tedeschi; "guerra di classe" con aspettative rivoluzionarie soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.
Guido Buffarini Guidi (Pisa, 17 agosto 1895 – Milano, 10 luglio 1945) è stato un politico italiano. Esponente politico fascista, è stato sindaco di Pisa, dove fu anche podestà e federale, deputato al Parlamento, membro del Gran consiglio del fascismo, sottosegretario al ministero dell'interno per il decennio 1933-1943 e in seguito ministro sempre dell'Interno nel governo della Repubblica Sociale Italiana. Fu condannato a morte e fucilato alla fine della guerra.
Lady Oscar (ベルサイユのばら Berusaiyu no bara?, lett. "Le rose di Versailles"), è un manga shōjo di Riyoko Ikeda, ispirato a Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica, la biografia di Maria Antonietta scritta da Stefan Zweig nel 1932. L'opera è stata serializzata originariamente su rivista dal 1972 al 1973 e quindi raccolta in volumi tankōbon. Ne sono stati tratti un film cinematografico in co-produzione internazionale, Lady Oscar (1979) diretto da Jacques Demy, e una serie televisiva animata prodotta dalla Tokyo Movie Shinsha nel 1979, diretta da Tadao Nagahama e Osamu Dezaki. Il titolo originale è spesso abbreviato dai fan giapponesi in Berubara (ベルばら?). In Italia, così come in altri paesi europei, il successo dell'opera è stato determinato dalla trasmissione nel 1982 della serie televisiva, per la quale è stato utilizzato il titolo internazionale Lady Oscar (mutuato dal film cinematografico). Dal 1990 è trasmessa sulle reti italiane come Una spada per Lady Oscar. Tra il manga e l'anime ci sono consistenti differenze. Il manga è infatti incentrato su Maria Antonietta: Oscar François de Jarjayes appariva inizialmente solo come personaggio di supporto, ma visto il successo riscontrato presso il pubblico assunse un ruolo da coprotagonista nella seconda parte fino alla morte. L'anime ha invece Oscar come protagonista, mentre Maria Antonietta passa in secondo piano. Rispetto all'anime, il manga ha tratti spiccatamente più comici e risulta maggiormente fedele alla realtà storica: per questo l'anime fu oggetto di feroci critiche e la stessa autrice non lo riconobbe come proprio.
Caterina II di Russia (in russo: Екатерина II Алексеевна?, traslitterato: Ekaterina II Alekseevna; Stettino, 21 aprile 1729 – Tsarskoe Selo, 17 novembre 1796), conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 alla morte. Fu uno dei più significativi esempi di dispotismo illuminato, ma solo in via teorica. Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst venne data in sposa, sedicenne, all'erede al trono dell'Impero russo, il granduca Pietro Fëdorovič, futuro Pietro III di Russia. Con un colpo di Stato detronizzò il marito alla fine della Guerra dei sette anni. Sotto il suo regno, l'Impero russo accrebbe la sua potenza e visse uno dei periodi di maggior riconoscimento a livello europeo. Volendo applicare al suo metodo di governo i principi illuministi, di cui era seguace, Caterina incominciò con la redazione di un nuovo codice ispirato alle idee degli enciclopedisti. Affidandosi ai suoi favoriti, in particolare a Grigorij Orlov e a Grigorij Potëmkin, ma anche assistita dal grande successo dei generali, come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli, come Fëdor Ušakov, espanse rapidamente l'egemonia russa: a ovest vi fu l'annessione del territorio maggiore, ottenuto dallo smembramento della Confederazione Polacco-Lituana; in seguito alle guerre russo-turche occupò la Crimea; all'estremo est incominciò la colonizzazione dell'Alaska. Ammiratrice di Pietro il Grande, Caterina continuò a modernizzare la Russia occidentale, secondo le idee dell'assolutismo illuminato: s'interessò ai problemi dell'istruzione, fondando il primo istituto d'istruzione superiore femminile in Europa, delle finanze e della creazione di nuove cittadine fondate su suo ordine. Tuttavia la sua politica comportò un aumento del numero dei servi della gleba, con conseguente malcontento popolare e lo scoppio di numerose rivolte, represse violentemente, come quella guidata dal cosacco Pugačëv. Nonostante queste ambiguità politiche, a causa dei suoi rapporti epistolari con vari filosofi illuministi, che ne elogiarono il governo, il periodo della dominazione di Caterina la Grande è considerato l'età d'oro dell'Impero russo. Fu sepolta nella Cattedrale di San Pietro e Paolo a San Pietroburgo.
Carlo VI di Valois, detto il Delfino o il Beneamato o anche il Folle (francese: Charles VI le Bien-Aimé o le Fou; Parigi, 3 dicembre 1368 – Parigi, 21 ottobre 1422), è stato re di Francia della dinastia dei Valois dal 1380 al 1422. Figlio di Carlo V e di Giovanna di Borbone, ereditò il trono all'età di undici anni, nel bel mezzo della guerra dei Cent'anni. Il governo fu affidato ai suoi quattro zii: Filippo II di Borgogna, Giovanni di Berry, Luigi I d'Angiò e Luigi II di Borbone. Sebbene la maggiore età per regnare fosse a 14 anni, i duchi mantennero il potere fino a quando Carlo non se lo riprese all'età di 21 anni. Durante la reggenza dei suoi zii, le risorse finanziarie del regno, costantemente costruite dal padre Carlo V, vennero sprecate per il profitto personale dei duchi, i cui interessi erano spesso divergenti o addirittura contrastati tra loro. Per rifornire la tesoreria reale furono applicate nuove tasse, causando diverse rivolte. Nel 1388 Carlo VI licenziò i suoi zii e riportò al potere gli ex consiglieri di suo padre, conosciuti come Marmousets. Le condizioni politiche ed economiche del regno migliorarono in modo significativo e Carlo guadagnò fra il popolo l'epiteto di «Beneamato». Ma nell'agosto 1392 durante un viaggio verso la Bretagna con il suo esercito, nella foresta di Le Mans, Carlo ebbe improvvisamente un attacco di follia e uccise quattro cavalieri, rischiando di ammazzare anche suo fratello Luigi d'Orléans. Da quel momento le crisi di follia del sovrano divennero sempre più frequenti e di durata più lunga. Durante questi attacchi, aveva delle allucinazioni, credendo che fosse fatto di vetro o negando di avere una moglie e dei figli. Arrivava anche ad attaccare i servi, a correre fino allo sfinimento o a piangere come se minacciato dai suoi nemici. Si ipotizza che potesse soffrire di schizofrenia paranoide. Tra le varie crisi vi erano anche degli intervalli di mesi durante i quali Carlo risultava relativamente in sé. Tuttavia, essendo incapace di concentrarsi o di prendere decisioni, il potere politico fu preso dai principi del sangue, importanti nobili francesi che erano anche suoi parenti stretti, le cui rivalità e controversie causarono una guerra civile nel regno. Una feroce lotta per il potere si sviluppò tra Luigi d'Orléans, il fratello del re e Giovanni Senza Paura, duca di Borgogna, cugino del re. Quando Giovanni istigò l'omicidio di Luigi nel novembre 1407, il conflitto degenerò in una guerra civile tra gli Armagnacchi (i sostenitori della Casa di Valois) e i Borgognoni. Giovanni offrì vasti territori francesi a re Enrico V d'Inghilterra, che era ancora in guerra con la monarchia Valois, in cambio del suo sostegno. In seguito all'assassinio del duca di Borgogna, suo figlio Filippo il Buono, portò Carlo il Folle a firmare l'infame Trattato di Troyes (1420), che diseredava la sua prole e riconosceva Enrico V come suo legittimo successore sul trono di Francia. Quando Carlo VI morì, la successione fu però rivendicata dal figlio Carlo VII, che si trovò a fronteggiare la fase finale della Guerra dei Cent'anni.
Arnaldo Di Benedetto (Malles Venosta, 19 settembre 1940) è un accademico e critico letterario italiano.