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Pirro (in greco antico: Πύρρος, Pýrrhos, "il colore del fuoco, rosso biondo"; 318 a.C. – Argo, 272 a.C.) è stato re dell'Epiro tra il 306 e il 300 a.C. e di nuovo nel periodo 298-272 a.C. Appartenente alla casa degli Eacidi (che dichiarava di discendere da Neottolemo, figlio di Achille) e imparentata agli Argeadi e quindi ad Alessandro Magno, dal 306 a.C. fu re della sua gente, i Molossi, tribù preponderante dell'antico Epiro nei periodi 288-285 a.C. e 273-272 a.C. La storia lo accredita come uno dei principali antagonisti della Repubblica romana.Fu uno dei condottieri alessandrini più rilevanti, tanto che Annibale lo ritenne il più astuto degli strateghi. Fu però anche abile diplomatico e valido propagandista del proprio stesso mito: diffuse la voce che Achille e Eracle fossero suoi avi. Il libro di storie di Timeo di Tauromenio si conclude con le sue gesta e Plutarco gli dedicò una delle sue Vite parallele, raffrontandolo a Gaio Mario.
Flavio Dioscoro (latino: Flavius Dioscorus) (Afrodito, 520 circa – Afrodito, 585 circa) è stato un poeta bizantino vissuto ad Afrodito, in Egitto, e per questo viene chiamato Dioscoro di Afrodito dai moderni studiosi. Nonostante fosse egiziano, compose poesie in greco, lingua culturale dell'era bizantina. Le sue poesie sono le più antiche giunte fino a noi, tra quelle scritte da un autore conosciuto. I manoscritti, che contengono le sue correzioni e revisioni, furono scoperti su papiro nel 1905, e sono oggi conservate in musei e librerie sparsi per il mondo.Dioscoro si occupava anche di opere di diritto e documenti legali, ed assieme alle sue poesie sono stati scoperti scritti che riguardavano lo stesso Dioscoro, la sua famiglia, gli afroditani ed altri. Come amministratore del villaggio di Afrodito, scrisse petizioni per conto dei cittadini, uniche per la loro qualità poetica e religiosa. Dioscoro fu un cristiano (un copto) e visse in un ambiente religiosamente attivo. La collezione di papiri in greco e copto legati a Dioscoro e Afrodito è uno dei più importanti ritrovamenti della storia della papirologia, ed ha permesso di conoscere meglio la legge e la società dell'Egitto bizantino.
Agatocle (AFI: /aˈɡatokle/; in greco antico: Ἀγαθοκλῆς; in latino: Agathŏcles; Terme, 361 a.C. o 360 a.C. – Siracusa, 289 a.C.) è stato tiranno di Siracusa dal 317/316 a.C. e basileus di Sicilia dal 307 a.C. o dal 304 a.C. fino alla morte. Nacque da una famiglia di umili origini e, grazie alla sua prestanza fisica e abilità militare, riuscì ben presto a scalare le vette del potere della Pentapoli di Siracusa. Nel contesto della guerra civile di Siracusa, divenne prima capo fazione dei democratici e in seguito venne nominato «stratega e custode della pace». Alla fine della guerra prese, con un atto di forza, il titolo di strategòs autokrátor e instaurò a Siracusa una nuova tirannide. Il suo governo fu in linea con quelli sorti in epoca ellenistica, segnata da numerosi conflitti bellici e nuove scoperte territoriali. Durante la riaccesa ostilità tra Cartagine e i Sicelioti, Agatocle affrontò per la prima volta i Cartaginesi su suolo africano durante la spedizione siracusana in Africa, andando a minare le certezze dell'inviolato impero dei Punici. Sotto il suo comando i Siracusani rimasero quattro anni nell'antica Libye (dal 310 al 307 a.C.) ma, dopo una serie di clamorosi successi, una disfatta militare costrinse Agatocle a fare ritorno in Sicilia, dove con la battaglia di Torgio affrontò e vinse definitivamente la fazione oligarchica che gli si opponeva. Conclusa la pace con Cartagine, si autonominò primo re di Sicilia, prendendo la corona sull'esempio dei diadochi di Alessandro Magno. Si dedicò al consolidamento del suo regno e alla difesa della grecità italiota; nel 301/300 a.C. sbarcò in Magna Grecia, dove ingaggiò un conflitto armato contro le popolazioni italiche, e da qui giunse sul mar Ionio e sull'Adriatico per affrontare su mare e su terra le truppe di Cassandro, re di Macedonia. Dopo aver sconfitto il diadoco, Agatocle fece sposare sua figlia Lanassa con Pirro, re dell'Epiro, e strinse rapporti con il faraone d'Egitto, Tolomeo I, sposando la figlia della regina Berenice I, Teossena, principessa adottiva del faraone. Negli ultimi anni della sua vita presentò suo figlio Agatocle II come legittimo erede al trono e lo fece riconoscere tale dal nuovo re di Macedonia, Demetrio Poliorcete, che in qualità di alleato si unì in seconde nozze con la figlia Lanassa. Agatocle ebbe in tutto sei figli, ma nessuno di essi prese il suo posto sul trono siceliota: violente lotte dinastiche impedirono ad Agatocle di continuare la propria basileia, tanto da decidere in punto di morte di restaurare la democrazia nominando ufficialmente, in assemblea, suo erede il «popolo di Siracusa».
La storia contemporanea , convenzionalmente, una delle quattro grandi et storiche (antica, medievale, moderna e appunto contemporanea) che inizia con la Rivoluzione industriale e/o la Rivoluzione francese (1789) giungendo fino al presente.
Kazuyoshi Miura, detto Kazu (三浦知良 Miura Kazuyoshi?; Shizuoka, 26 febbraio 1967), è un calciatore ed ex giocatore di calcio a 5 giapponese, attaccante dello Yokohama FC. Con i 54 anni che compirà a febbraio, è il calciatore più anziano nella storia del calcio professionistico, avendo superato nel 2018 il portiere inglese Kevin Poole che si ritirò dal calcio giocato a 51 anni nel 2014.
Nella mitologia greca, la guerra di Troia fu una sanguinosa guerra combattuta tra gli Achei e la potente città di Troia, presumibilmente attorno al 1250 a.C. o tra il 1194 a.C. e il 1184 a.C. circa, nell'odierna Turchia. Gli eventi del conflitto sono noti principalmente attraverso i poemi epici Iliade ed Odissea attribuiti ad Omero, composti intorno al IX secolo a.C. Entrambi narrano una piccola parte del conflitto: l'Iliade i fatti avvenuti durante l'ultimo anno di guerra, l'Odissea, oltre al viaggio di Ulisse per tornare in patria, narra la conquista di Troia. Le altre opere del "Ciclo Troiano" sono andate perdute e sono conosciute solo tramite testimonianze posteriori. Singoli episodi sono infatti descritti in innumerevoli testi della letteratura greca e latina, e dipinti o scolpiti in numerose opere d'arte. Secondo l'Iliade, la guerra ebbe inizio a causa del rapimento di Elena, regina di Sparta, ritenuta la donna più bella del mondo, per mano di Paride, figlio di Priamo re di Troia. Menelao, marito di Elena, e il fratello Agamennone radunarono un esercito, formato dai maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo guerra contro Troia. Il conflitto durò dieci anni, con gravissime perdite da entrambi gli schieramenti. Fra le vittime vi fu Achille, il più grande guerriero greco, figlio del re Peleo e della ninfa Teti. Achille era re dei Mirmidoni, che condusse in molte battaglie contro Troia, venendo infine ucciso da Paride che, per vendicare la morte del fratello Ettore, lo colpì con una freccia al tallone, suo unico punto debole. Troia infine cadde grazie all'astuto Ulisse e al suo piano del cavallo di legno, cambiando l'esito del conflitto. È ancora oggetto di studi e di controversie la questione della veridicità storica degli avvenimenti della guerra di Troia. Alcuni studiosi pensano che vi sia un fondo di verità dietro i poemi di Omero, altri pensano che l'antico poeta abbia voluto raggruppare in un unico conflitto, quello fra Greci e Troiani, le vicende di guerre e assedi diversi succedutisi nel periodo della civiltà micenea. I due poemi hanno comunque reso possibile la scoperta delle presumibili mura di Troia, collocando cronologicamente la guerra verso la fine dell'età del Bronzo, intorno al 1300 - 1200 a.C., in parte confermando la datazione di Eratostene.
Con l'espressione guerra civile di Siracusa si ci riferisce ad un conflitto bellico tra le forze politiche oligarchiche e democratiche della pentapolis aretusea, le quali incominciarono a scontrarsi già a partire dai primi anni dopo la morte del corinzio Timoleonte e in maniera ancora maggiore dopo la morte di Alessandro Magno (non è possibile precisare un anno di inizio: all'incirca tra il 332 a.C. e il 323 a.C.); la loro rivalità sfociò in confische ed esilii, fino a giungere a veri e propri eccidi di massa. La sua fase più cruenta si ebbe sotto l'anno 316 a.C., quando il capofazione dei democratici, Agatocle (già nominato «custode della pace» per le fortezze dell'interno), usurpò il potere e si fece proclamare stratego autocratore; fu il principio del suo longevo e influente governo.. La salita al governo da parte di Agatocle comportò la fine della prima parte di questa guerra - la parte che coinvolse maggiormente il tessuto urbano della pentapolis -, la quale era però destinata a continuare per lunghi anni ancora. Il potere del dinasta Agatocle (futuro basileus), dal 316 a.C. in avanti, fu infatti ostacolato dalla fazione sconfitta ed esiliata dell'oligarchia che continuò a scontrarsi con le forze agatoclee in numerose battaglie nelle varie città della Sicilia, arrivando a coinvolgere nel conflitto in maniera accesa, e assolutamente diretta, la stessa Cartagine (da questa guerra nacquero infatti i presupposti per la spedizione siracusana in Africa del 310 a.C.), la quale dopo essersi schierata in un primo momento con i radical-democratici, passò successivamente con gli oligarchici, contrastando anch'essa il potere di Agatocle. Tale guerra civile trovò infine termine con la resa definitiva degli esuli appartenenti all'oligarchia, nel 304 a.C.
Le campagne belliche di Agatocle in Italia e in Adriatico si svolsero tra il 301 a.C. e il 295 a.C. e vennero condotte dal basileus siracusano Agatocle.