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Le relazioni tra Francia e Germania, dal 1871, secondo Ulrich Krotz, hanno attraversato tre grandi periodi: "ostilità ereditaria" (fino al 1945), "riconciliazione" (1945-1963) e dal 1963 la "relazione speciale" inclusa in una cooperazione chiamata Amicizia franco-tedesca (in francese: Amitié franco-allemande; in tedesco: Deutsch-Französische Freundschaft).Nel contesto dell'Unione Europea, la cooperazione tra i due Paesi è molto ampia e intima. Gli accordi e le cooperazioni franco-tedeschi sono sempre stati fondamentali per promuovere gli ideali dell'integrazione europea. In tempi recenti, Francia e Germania sono stati tra i sostenitori più entusiasti dell'ulteriore integrazione dell'UE. A volte sono descritti come il "motore gemellato" che ha messo in moto l'unificazione europea. Il 28 aprile 2017 è stato inaugurato un tram da Strasburgo a Kehl, superando il Reno, a simboleggiare la forza delle relazioni trai due paesi.
La storia della Francia può essere suddivisa in vari periodi. Nonostante la Francia sia una tra le nazioni più antiche d'Europa, essa si configura in quanto tale solo a partire dal Medioevo, peraltro senza che sia possibile individuarne una data di nascita precisa e irrefutabile. La fondazione della Francia risale, al 486, quando il re dei Franchi Clodoveo conquistò la maggior parte della Gallia; da altri, al IX secolo, a seguito dello smembramento dell'Impero carolingio; da altri ancora agli inizi dell'età bassomedievale (XI-XII secolo), con la diffusione e il consolidamento di una lingua ed una civiltà comuni nella massima parte dell'attuale Francia settentrionale. Il termine "Francia" venne impiegato per la prima volta in forma ufficiale a partire dal 1190, quando Filippo Augusto iniziò ad essere denominato, nei documenti, con la formula di rex Franciae invece di rex Francorum. Il termine era peraltro già stato usato nella Chanson de Roland, scritta un secolo prima.
Le relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti d'America (1991-oggi) furono successive alle relazioni bilaterali tra Impero russo e Stati Uniti (1776-1922) ed alle relazioni bilaterali tra Unione Sovietica e Stati Uniti (1922-1991). Le relazioni tra i due paesi rimasero generalmente buone sotto la presidenza di Boris Yeltsin (1991–99) sino a quando la NATO non decise di bombardare la Jugoslavia nella primavera del 1999, e da allora si sono deteriorate significativamente. Nel 2014, le relazioni sono peggiorate per l'crisi in Ucraina, per l'annessione della Crimea nel 2014, per l'intervento militare russo nella guerra civile siriana e, sul finire del 2016, per la supposta interferenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Tra i due paesi persistono ancora oggi delle sanzioni economiche imposte per la crisi ucraina del 2014.
Le relazioni bilaterali tra Iran e Israele possono essere suddivise in quattro distinte fasi principali: il primo periodo che va dal 1947 al 1953; il seguente periodo amichevole durante l'era della dinastia Pahlavi dal 1953 al 1979; il periodo di peggioramento che va dalla Rivoluzione iraniana del 1979 al 1990 ed infine l'ostilità crescente dalla fine della Guerra del Golfo (1991) in poi. Nel 1947 l'Iran fu tra i 13 paesi che votarono contro il Piano di partizione della Palestina. Due anni dopo espresse la propria contrarietà nei riguardi dell'ammissione di Israele all'Organizzazione delle Nazioni Unite; nonostante ciò divenne il 2º paese a maggioranza musulmana a riconoscere la piena legittimità del nuovo Stato ebraico come entità sovrana subito dopo la Turchia. A seguito del colpo di Stato del 1953 (l'Operazione Ajax), quando il re Mohammad Reza Pahlavi destituì il fautore dello statalismo Mohammad Mossadeq ed installò al suo posto un governo schieratosi apertamente come filo-occidentale, le relazioni tra i due paesi presero sensibilmente a migliorare. Dopo la Rivoluzione del 1979 che portò al potere Ruhollah Khomeyni, come detto, l'Iran recise di fatto tutti i legami diplomatici e commerciali con il vicino, tanto che la sua dirigenza islamica Sciita non riconobbe più la legittimità di Israele ad esistere in quanto Stato-nazione. La svolta la quale condusse al passaggio dalla "Pace fredda" all'ostilità più accesa iniziò nei primi anni del decennio 1990, poco dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e la sconfitta del Al-Quwwat al-Barriyya al-ʿIrāqiyya durante la "tempesta del deserto" diretta dalla presidenza di George H. W. Bush, dopo di che il ruolo di relativa potenza regionale in Medio Oriente si spostò proprio in direzione del binomio Iran-Israele. Il conflitto si intensificò sempre più da qual momento in poi, soprattutto quando il governo di Yitzhak Rabin adottò una posizione più aggressiva nei confronti del rivale. La "guerra retorica" si accese fino a giungere a livelli mai raggiunti prima durante la presidenza di Mahmud Ahmadinejad il quale fece ripetutamente dichiarazioni pubbliche incendiarie contro Israele ("cancellarlo dalla carta geografica"!). Altri fattori che contribuirono all'escalation delle tensioni includono: lo sviluppo della tecnologia nucleare da parte dell'Iran in relazione alla dottrina Begin da lungo dichiaratamente espressa; il finanziamento iraniano di gruppi come Hezbollah, Movimento per il Jihad Islamico in Palestina e Hamas (considerate organizzazioni terroriste); il presunto coinvolgimento in attacchi terroristici come l'attacco all'ambasciata israeliana nell'Attentato di Buenos Aires del 1992 e a seguire l'Attentato di Buenos Aires del 1994; il presunto appoggio israeliano a gruppi come i Mojahedin del Popolo Iraniano o a Jundallah ed infine anche le presunte operazioni segrete compiute in Iran da parte del Mossad tra cui omicidi mirati ed esplosioni d'installazioni di ricerca militare segnalate come pericolose per la sicurezza nazionale.
Il termine Germani (chiamati anche Teutoni o, per sineddoche, Goti) indica un insieme di popoli parlanti lingue germaniche, nati dalla fusione fra gruppi etnici di origine indoeuropea e gruppi etnici autoctoni di origine paleo-mesolitica e neolitica nella loro patria originaria (Scandinavia meridionale, Jutland, odierna Germania settentrionale), che, dopo essersi cristallizzati in un'unica compagine, a partire dai primi secoli del I millennio si diffusero fino a occupare un'ampia area dell'Europa centro-settentrionale, dalla Scandinavia all'alto corso del Danubio e dal Reno alla Vistola. Da qui, a partire soprattutto dal III secolo, numerose tribù germaniche migrarono in molteplici ondate verso ogni direzione, toccando gran parte del continente europeo e arrivando fino in Nordafrica e in Nordamerica. Dopo il periodo delle migrazioni i popoli germanici attraversarono un nuovo periodo di etnogenesi dal quale emersero alcune nazioni odierne: i popoli scandinavi (Danesi, Faroesi, Islandesi, Norvegesi, Svedesi); i popoli tedeschi federati, ( compresi gli Austriaci e gli Svizzeri Alemanni); i popoli franconi (Fiamminghi, Olandesi, Lussemburghesi) e i popoli di matrice anglo-frisone (Frisoni, Inglesi), sebbene il lascito dei Germani sia presente in tutta Europa, anche in nazioni che non parlano lingue germaniche dove vari popoli germanici (Franchi, Burgundi, Goti, Longobardi, etc.) si fusero con le popolazioni locali non germaniche, dai paesi del Mediterraneo, alla Francia dove essi assunsero la lingua gallo-romanza locale, alla Russia (Variaghi). Dall'età moderna furono soprattutto gruppi germanici, almeno in origine, a fondare colonie nell'America del nord e in altre zone non europee. Da questo periodo in poi elementi culturali originariamente propri di gruppi germanici, quali la lingua inglese e la religione protestante che fu creata in ambito germanico nel XVI secolo, si sono diffusi in tutto il mondo anche tra popolazioni non germaniche.
Federica Mogherini (Roma, 16 giugno 1973) è una politica italiana, è stata Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal 1º novembre 2014 al 30 novembre 2019. Dal 22 febbraio al 31 ottobre 2014 ha ricoperto il ruolo di ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel Governo Renzi.
Il 1º settembre 1939, a seguito dell'attacco tedesco contro la Polonia, il capo del governo Benito Mussolini, nonostante un patto di alleanza con la Germania, dichiarò la non belligeranza italiana. L'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale avvenne con una serie di atti formali e diplomatici solo dopo nove mesi, il 10 giugno 1940, e fu annunciata da Mussolini stesso con un celebre discorso dal balcone di Palazzo Venezia. Durante i nove mesi di incertezza operativa, il Duce, impressionato dalle folgoranti vittorie tedesche, ma conscio della grave impreparazione militare italiana, restò a lungo dubbioso fra diverse alternative, a volte contrastanti fra loro, oscillando tra la fedeltà all'amicizia con Adolf Hitler, l'impulso a rinnegarne la soffocante alleanza, la voglia di indipendenza tattica e strategica, il desiderio di facili vittorie sul campo di battaglia e la brama di essere ago della bilancia nello scacchiere della diplomazia europea.