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Il comunismo (dal francese communisme, derivato da commun "comune") è un'ideologia composta da un insieme di idee economiche, filosofiche, sociali e politiche mirante alla creazione di una società comunista, ovvero una società caratterizzata dall'abolizione delle classi sociali e della proprietà privata dei mezzi di produzione, dalla partecipazione collettiva del popolo al governo e dalla completa emancipazione di tutti gli uomini. Il comunismo teorizzato per la prima volta nel XIX secolo dai due pensatori tedeschi Karl Marx e Friedrich Engels subì diverse trasformazioni e interpretazioni in base al tempo e al luogo in cui venne rielaborato o attuato. All'interno del spettro comunista coesistono numerose interpretazioni come il marxismo, il leninismo, lo stalinismo, il marxismo-leninismo, il trotskismo, il maoismo, il juche, il songun, il castrismo, il guevarismo, l'eurocomunismo, il comunismo cristiano, il social-comunismo, l'anarco-comunismo, il chruščëvismo, il magonismo e molte altre anche in contrasto aperto fra loro.
Il socialismo è un ampio complesso di ideologie, orientamenti politici, movimenti e dottrine che tendono a una trasformazione della società in direzione dell'uguaglianza, o comunque della proporzionalità, di tutti i cittadini sul piano economico, sociale e giuridico. Si può definire come un modello o sistema economico che rispecchia il significato di "sociale", che pensa cioè a tutta la popolazione. Originariamente tutte le dottrine e movimenti di matrice socialista miravano a realizzare degli obiettivi attraverso l'abolizione delle classi sociali e la soppressione totale della proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio. Fino al 1848, i termini socialismo e comunismo erano considerati intercambiabili. In quell'anno, nel Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels, si opera la suddivisione tra "socialismo utopistico" e "socialismo scientifico", che essi chiamano anche "comunismo" per evidenziarne polemicamente le differenze con il primo. Oggi il socialismo rappresenta dunque un'ideologia staccata dal comunismo, per quanto ne condivida a volte alcuni presupposti marxisti, ed è in grande parte rappresentato dal socialismo liberale e dalla socialdemocrazia, tipi di socialismo che non mirano al superamento del capitalismo (o comunque non ad una sua totale soppressione), bensì ad un miglioramento in senso socialista all'interno della società attuale, e spesso al raggiungimento di un sistema economico misto.
Iosif Vissarionovič Džugašvili (in russo: Ио́сиф Виссарио́нович Джугашви́ли? ; in georgiano: იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი?, Ioseb Besarionis Dze Jughašvili; Gori, 6 dicembre 1878 – Mosca, 5 marzo 1953) è stato un rivoluzionario, politico e militare sovietico. Conosciuto anche come Iosif Stalin (in russo: Ио́сиф Ста́лин?), fu segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica a partire dal 1924, fino alla morte, avvenuta nel 1953. Nativo della Georgia, di umili origini, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista attivista, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, nonché strettamente fedele alle direttive di Lenin, Stalin divenne uno dei principali capi della rivoluzione d'ottobre e del nuovo Stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij. Nonostante le critiche mossegli da Lenin nell'ultima parte della sua vita e il duro contrasto con Trockij, alla morte di Lenin assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, il potere supremo in Unione Sovietica. Dopo aver sconfitto politicamente prima la sinistra di Trockij, poi l'alleanza tra Trockij, Zinov'ev, Kamenev e poi la destra di Bucharin, Rykov e Tomskji, Stalin adottò una prudente politica di costruzione del "socialismo in un solo Paese", mentre nel campo economico mise in atto le politiche di interruzione della NEP, di collettivizzazione forzata delle campagne e di industrializzazione mediante i piani quinquennali, lo stakanovismo e la crescita dell'industria pesante.A metà degli anni trenta, in una fase di superamento delle difficoltà economiche e di crescita industriale, Stalin cominciò il tragico periodo delle purghe e del grande terrore in cui progressivamente eliminò fisicamente, con un metodico e spietato programma di repressione, tutti i suoi reali o presunti avversari nel partito, nell'economia, nella scienza, nelle forze armate e nelle minoranze etniche. Per rafforzare il suo potere e lo Stato sovietico contro possibili minacce esterne o interne di disgregazione, Stalin utilizzò il vasto sistema di campi di detenzione e lavoro (gulag) in cui furono imprigionati in condizioni miserevoli milioni di persone.Nel campo della politica estera Stalin, timoroso delle minacce tedesche e giapponesi alla sopravvivenza dell'Unione Sovietica, in un primo momento adottò una politica di collaborazione con l'Occidente secondo la dottrina della sicurezza collettiva; dopo l'accordo di Monaco Stalin, sospettoso delle potenze occidentali e intimorito dalla potenza tedesca, preferì ricercare un accordo temporaneo con Adolf Hitler che favorì l'espansionismo sovietico verso occidente e i Paesi Baltici. Colto di sorpresa dall'attacco iniziale tedesco con il quale la Germania nazista violava il patto di non aggressione sottoscritto dalle due potenze solo due anni prima, nonostante alcuni errori di strategia militare nella fase iniziale della guerra, Stalin seppe riorganizzare e dirigere con efficacia il Paese e l'Armata Rossa fino a ottenere, pur a costo di gravi perdite militari e civili, la vittoria totale nella grande guerra patriottica. Stalin rivestì un ruolo di grande importanza nella lotta contro il nazismo e nella sconfitta di Hitler; le sue truppe, dopo aver liberato l'Europa orientale dall'occupazione tedesca, conquistarono Berlino e Vienna, costringendo lo stesso Hitler al suicidio.Dopo la vittoria Stalin, divenuto detentore di un enorme potere in Unione Sovietica e nell'Europa centro-orientale e assurto al ruolo di capo indiscusso del comunismo mondiale, accrebbe il suo dispotismo violento riprendendo politiche di terrore e di repressione. Morì a causa di un'emorragia cerebrale nel 1953, lasciando l'Unione Sovietica ormai trasformata in una grande potenza economica, una delle due superpotenze mondiali dotata di armi nucleari, e guida del mondo comunista. Dal 1956, a partire dal XX Congresso del PCUS, Stalin, che era stato oggetto di un vero e proprio culto della personalità da parte di dirigenti e simpatizzanti del comunismo mondiale, è stato sottoposto a pesanti critiche da parte di politici e storici per la sua attività politica e per i suoi spietati metodi di governo.
L'economia socialista comprende l'insieme delle teorie economiche, delle pratiche e le norme dei sistemi economici socialisti ipotetici ed esistenti. Il sistema economico socialista è caratterizzato dalla proprietà sociale e dallo sfruttamento dei mezzi di produzione, i quali possono assumere diverse forme tra cui quella di cooperative autonome o di proprietà pubblica diretta tramite quale viene effettuata la produzione esclusivamente e direttamente per l'uso. Ciò che contraddistingue i sistemi socialisti è l'utilizzo dei mercati per allocare input e beni capitali tra le unità economiche: ciò viene definito come socialismo di mercato. Quando viene utilizzata la pianificazione, il sistema economico è designato come "economia pianificata socialista". L'economia socialista è stata associata a molteplici scuole di pensiero economico. L'economia marxista ha fornito una base per il socialismo basato sull'analisi del capitalismo, l'economia neoclassica e l'economia evolutiva hanno provveduto a fornire modelli globali di socialismo. Nel corso del XX secolo, le proposte e i modelli sia per le economie pianificate che per il socialismo di mercato erano fortemente basati sull'economia neoclassica o al massimo, su una sintesi di economia neoclassica con influenze da parte dell'economia marxista o istituzionale. La definizione di economia socialista può anche essere applicata all'analisi dei sistemi economici precedenti ed esistenti che sono stati implementati negli stati socialisti, così come nelle opere dell'economista ungherese János Kornai.
Con la locuzione comunismo di guerra (in russo: военный коммунизм?, traslitterato: voennyj kommunizm), espressione coniata a posteriori con accezione perlopiù intesa spregiativamente, si intende l'insieme di provvedimenti economici e sociali presi nella Russia postrivoluzionaria guidata da Vladimir Lenin e dal Partito bolscevico tra il 1918 e il 1921 durante la guerra civile russa. Il comunismo di guerra iniziò nel giugno 1918, applicato dal Consiglio superiore dell'economia nazionale (in russo: Высший Совет Народного Хозяйства?), noto come Vesencha, su decreto del Soviet Supremo.
L'anarco-comunismo, chiamato anche comunismo anarchico, anarchismo comunista o comunismo libertario, è una corrente dell'anarchismo che, contestualmente all'instaurazione d'una società egualitaria e priva d'ordinamento statale alcuno (cioè l'anarchia), promuove l'abolizione totale del mercato quale sistema economico per l'allocazione di beni e servizi tramite la socializzazione dei mezzi di produzione e distribuzione e la pianificazione orizzontale ed autogestionaria dell'economia.
La storia del socialismo è lo studio della storia che riguarda i fatti, gli eventi e le condizioni che hanno dato vita al socialismo e che l'hanno portato a diffondersi in vari paesi.
Con storia del comunismo si intende l'insieme di studi storici riguardanti le teorie, i fatti, gli eventi legati al comunismo, inteso sia come movimento ideologico e politico, sia come forma di governo e di Stato dei paesi dove alcune forme di comunismo sono state prese a modello. Nonostante gli eventi più significativi e rilevanti risalgano alla storia della modernità, l'aspirazione a creare una società egualitaria ha origini assai più lontane e ha dato vita nel corso dei secoli a teorie che nel tempo hanno assunto connotazioni e realizzazioni differenti suscitando consensi e critiche di ogni genere. Tali connotazioni spesso notevolmente divergenti sono comunque collegate con la visione utopica di una società di tipo egalitario, e le applicazioni pratiche di tale ideale spesso sono entrate in conflitto anche violento tra loro, non solo nelle ottocentesche contrapposizioni tra le categorie marxiane di socialismo utopistico e socialismo scientifico, dimostrando un ampio spettro politico del concetto comunistico.
La storia contemporanea , convenzionalmente, una delle quattro grandi et storiche (antica, medievale, moderna e appunto contemporanea) che inizia con la Rivoluzione industriale e/o la Rivoluzione francese (1789) giungendo fino al presente.