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Per storiografia s'intende la descrizione della storia (in greco graphia, da graphè, "descrizione") e comprende tutte le forme di interpretazione, di trattazione e trasmissione di fatti e accadimenti della vita degli individui e delle società del passato storico. Con il termine storiografia si indicano anche tutte le opere storiche relative a uno specifico periodo o che si riferiscono a un definito argomento o scritte in osservanza a un determinato metodo
Il negazionismo dell'Olocausto è una corrente di pensiero antistorica e antiscientifica il cui principale assunto è la negazione della veridicità dell'Olocausto, ossia del genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista. Questa teorizzazione, attraverso l'uso spregiudicato e ideologizzato di uno scetticismo storiografico portato all'estremo, nega una serie di eventi connessi al fascismo e al nazismo; secondo questa teoria, l'Olocausto stesso sarebbe un'enorme finzione, funzionale alla demonizzazione della Germania, alle politiche sotterraneamente perseguite dai circoli ebraici mondiali e alla creazione e difesa dello Stato d'Israele. I sostenitori di queste tesi si descrivono come persone che pretendono prove e come "storici revisionisti" interessati a rivedere gli studi attuali, che essi definiscono in diversi modi, quali "olocaustomania", "menzogna olocaustica", "sacra vulgata olocaustica". L'uso del termine "revisionismo" anziché "negazionismo" è contestato dalla comunità scientifica, che vi vede un tentativo di occultare dietro un termine dal legittimo uso accademico (revisionismo storiografico) un'operazione di minimizzazione e negazione di fatti acquisiti. Sono state quindi coniate espressioni che fanno invece leva sulla parola "negazione", rilevando come lo scopo sia unicamente quello di "negare" la veridicità storica della Shoah. In alcuni paesi (Austria, Francia, Germania e Belgio) la negazione dell'Olocausto è configurata come illecito, mentre in altri (Israele, Portogallo e Spagna) è punita la negazione di qualsiasi genocidio. Norme antinegazioniste sono state introdotte anche nell'ordinamento dei seguenti stati: Nuova Zelanda, Svezia, Australia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lituania, Polonia, Italia (dove è previsto dal 2016 come aggravante del reato di propaganda di odio razziale ma non come fattispecie a sé) e Romania. In genere è prevista come pena la reclusione, che in alcuni paesi può arrivare sino a dieci anni. Nel 2007 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione degli Stati Uniti che "condanna senza riserve qualsiasi diniego dell'Olocausto e sollecita tutti i membri a respingerlo, che sia parziale o totale, e a respingere iniziative in senso contrario". I negazionisti considerano queste leggi come un mezzo di limitare la libertà di parola e una difesa degli storici "olocaustici", con la forza della legge.
Per fonte si intende, nelle discipline storiche in particolare - secondo la sintetica definizione di Paul Kirn - «ogni testo, oggetto o manufatto da cui si può ricavare una conoscenza del passato»; più diffusamente possono chiamarsi fonti «tutti i resti del passato, materiali o immateriali, scritti o non scritti, prodotti intenzionalmente da chi ci ha preceduto per lasciare memoria di sé e delle proprie azioni, o risultato meccanico delle varie attività umane».Per definizione quindi ogni fonte è oggetto di ricerca da parte degli storici. Il primo passaggio della ricerca storica è l'esame della "raccolta delle fonti", ossia dell'insieme delle fonti disponibili su un dato argomento; la raccolta non è in genere operata dal solo storico professionista, ma è basata sul lavoro di altre figure professionali quali gli archeologi, i genealogisti, i paleografi, i numismatici, eccetera: per il lavoro di ricerca è fondamentale disporre di raccolte di fonti metodicamente ordinate e selezionate, per arrivare a una valutazione ragionevole dei fatti.Alla raccolta segue la critica: la critica delle fonti è stata introdotta, tra gli altri, da Johann Gustav Droysen e Barthold Georg Niebuhr nelle discipline storiche, e sviluppata da Ernst Bernheim; si interessa in primo luogo di valutare l'autenticità di una fonte, successivamente di verificarne l'affidabilità, e ciò tramite metodi complessi che integrano numerose conoscenze, oggi sempre più interdisciplinari. Anche la storia della critica, ovvero il susseguirsi delle interpretazioni date nel tempo di una determinata fonte, come pure la storia degli interventi umani che l'abbiano deformata (la cosiddetta "tradizione"), rivestono un'importanza fondamentale nell'inquadramento della fonte stessa.