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Storia della Catalogna

L'attuale territorio della Catalogna (in catalano Catalunya, in spagnolo Cataluña e in aranese Catalonha) è stato occupato fin dal Medio Paleolitico. I Greci colonizzarono le coste della regione fino a quando, come il resto della penisola iberica, la Catalogna non divenne parte dell'Impero Romano, alla caduta del quale si insediarono i Visigoti. Successivamente, dal 718, i Califfato omàyyade conquistò la regione, che chiamarono, insieme alle altre parti della penisola iberica, al-Andalus. Tra il 760 e l'801, anno della conquista di Barcellona, l'Impero carolingio la strappò ai Mori. Durante il tardo medioevo, si cominciò a sviluppare, con una sempre più marcata indipendenza dall'impero carolingio, una cultura Catalana, sotto l'egemonia della contea di Barcellona, la principale tra le contee in cui era stata divisa. Con il matrimonio tra Raimondo Berengario IV di Barcellona e Petronilla di Aragona la contea di Barcellona si unì dinasticamente al regno di Aragona, per cui la Catalogna divenne la base navale della Corona d'Aragona, mentre la Contea di Barcellona e le altre contee catalane adottarono un'entità politica comune conosciuta come Principato di Catalogna, che sviluppò un sistema istituzionale (Corts, Costituzioni, Generalitat) che limitava il potere reale. L'espansione della Corona d'Aragona raggiunse il suo massimo tra il XIII e il XIV, quando divenne uno degli stati più potenti d'Europa estendendo il suo dominio fino alle isole italiane. Il secondo quarto del XIV secolo vide cambiamenti cruciali per la Catalogna, segnati da una successione di catastrofi naturali, crisi demografiche, stagnazione e declino dell'economia catalana e l'aumento delle tensioni sociali. Il matrimonio tra Ferdinando II di Aragona e Isabella I di Castiglia, nel 1469, pose le basi per l'unificazione della Corona di Spagna. Con la fine della riconquista, con l'annessione del Sultanato di Granada nel 1492, la Spagna unita cominciò la politica coloniale con la scoperta dell'America e il potere politico si spostò verso la Castiglia. Le tensioni tra le istituzioni catalane e la monarchia, insieme alla crisi economica e alle rivolte dei contadini hanno causato conflitti, come la guerra dei mietitori (1640-1652). Tuttavia, fino all'avvento della dinastia dei Borboni, con la Guerra di Successione Spagnola, la Catalogna rimase con una certa indipendenza e con delle sue leggi. Durante la stessa guerra la Catalogna appoggiò le pretese del membro del ramo austriaco degli Asburgo. Con la sconfitta delle truppe catalane, il nuovo re Filippo V, decretò la fine delle principali tradizioni ed istituzioni politiche catalane, e decretò la fine delle strutture territoriali proprie, tra cui la corona di Aragona e quindi il Principato di Catalogna. Con l'imposizione della lingua spagnola (castigliano) anche la lingua catalana perse di importanza. Nel corso del XVIII secolo, la Catalogna sperimentò una crescita economica significativa, aiutata alla fine del secolo dalla fine del commercio monopolistico tra Castiglia e colonie americane. L'occupazione napoleonica, come in buona parte d'Europa, portò un periodo turbolento, sia dal punto di vista politico che da quello economico, con una notevole industrializzazione nel secondo terzo del secolo. Fino alla Seconda Repubblica spagnola, la Catalogna recuperò e riperse vari gradi di autonomia dal potere centrale, tra cui il recupero dell'uso ufficiale della sua lingua. La guerra civile del 1936-1939, che portò alla fine della Repubblica e all'avvento di Francisco Franco, cancellò nuovamente l'autonomia della Catalogna, al punto che il catalano fu dichiarato illegale. Quando Franco morì nel 1975, la Catalogna votò per la formazione della nuova democrazia spagnola, nella quale la costituzione, pur esplicitando l'unitarietà e l'indivisibilità della Spagna, riconosce notevoli autonomie alle varie regioni. Dichiaratasi nazionalità nel proprio statuto (e una nazione nel preambolo di questa legge), la Catalogna esprime rivendicazioni nazionalistiche, autonomistiche e anche indipendentistiche derivanti dalle proprie peculiarità linguistiche e culturali. Negli ultimi anni, tuttavia, il sentimento indipendentista della Catalogna è cresciuto nuovamente al punto tale che nel novembre 2014 si è tenuto un referendum per la separazione dalla Spagna. Il 27 ottobre 2017, a seguito di un contestato referendum indipendentista, è stata dichiarata unilateralmente l'indipendenza dalla Spagna, causando la destituzione degli organi della Generalitat da parte del governo centrale spagnolo.

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