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Robert Mapplethorpe (New York, 4 novembre 1946 – Boston, 9 marzo 1989) è stato un fotografo statunitense. La maggior parte delle sue foto è realizzata in studio. I suoi temi più comuni furono ritratti di celebrità (tra cui Andy Warhol, Deborah Harry, Patti Smith e Amanda Lear), soggetti sadomaso (che ritraevano da vicino e senza filtri la sottocultura omosessuale di New York di cui Mapplethorpe stesso faceva parte), e studi di nudo spesso maschili e omoerotici, con le notevoli eccezioni della serie di nudo femminile della culturista Lisa Lyon. Robert Mapplethorpe morì di complicazioni conseguenti all'AIDS nel 1989. Nel 2016 è stato distribuito un documentario sulla sua vita, intitolato "Look at the pictures".
La religione in Europa è stata determinante per la grande influenza avuta su arte, cultura, filosofia e diritto dell'odierna società del continente. La più grande religione europea per almeno un millennio e mezzo è stato il cristianesimo. Una serie di paesi dell'Europa meridionale e dell'Europa orientale hanno maggioranze musulmane. L'antico paganesimo includeva la venerazione di molteplici divinità, come la religione greca e la religione romana, mentre a settentrione è esistita la mitologia norrena. Movimenti odierni di rinascita di queste religioni includono l'Etenismo, la Fede nativa slava, la Romuva baltica, il Druidismo, la Wicca e altri. Comunità minori includono l'ebraismo, le religioni indiane e alcune dell'Asia orientale, che si trovano in gruppi maggiori soprattutto in Gran Bretagna, Francia e nella Calmucchia.
Il Museum of Bad Art (MOBA) è un museo privato che si propone di "celebrare la fatica di artisti il cui lavoro non potrà venir apprezzato in nessun'altra tribuna". Esso ha presentato per lungo tempo almeno due sedi parallele in Massachusetts: una a Somerville e l'altra a Brookline, oggi chiusa. La sua collezione permanente include 500 "opere d'arte troppo brutte per essere ignorate".Il MOBA venne fondato nel 1994, quando l'antiquario Scott Wilson mostrò un dipinto, recuperato dall'immondizia, ad un amico che gli suggerì di iniziare una collezione. Durante l'anno seguente, Wilson decise di trasferire le varie opere, che aveva intanto raccolto in casa sua, presso il Dedham Theatre. Il cofondatore Jerry Reilly dichiarò nel 1995: Per appartenere alla collezione del MOBA, le opere devono essere originali, avere finalità serie, e difetti significativi che le rendono divertenti; i curatori del museo non sono infatti interessati alle creazioni volutamente di cattivo gusto. Oltre ad essere stato menzionato in quotidiani internazionali e riviste, Il MOBA ha ispirato numerosi altri collezionisti a raccogliere "atrocità visive". Deborah Solomon del New York Times mise in evidenza che vari musei del mondo iniziarono a seguire le orme del MOBA esponendo "il meglio del peggio nell'arte". Il museo venne accusato da alcuni di essere anti-artistico, ma i suoi fondatori smentirono questo dichiarando che esso era un tributo alla sincerità degli artisti che hanno perseverato con la loro attività, malgrado qualcosa sia andato molto male durante il processo. La cofondatrice Marie Jackson dichiarò:
Il termine miscegenazione, ovvero mescolanza etnica, si diffuse nel corso del XIX secolo per riferirsi agli incroci di diverse cosiddette "etnie umane", soprattutto in considerazione del colore della pelle umana e del presupposto che voleva l'esistenza di etnie ben distinte riferibili alla specie umana (vedi storia dei concetti razziali nella specie umana). "Miscegenazione" o mescolanza genetica deriva da miscuglio (dalla lingua latina miscere-mescolare e genus-discendenza) è stato considerato come il mescolamento di diversi gruppi etnici attraverso il matrimonio, la convivenza, le relazioni sessuali o la procreazione. A causa dell'utilizzazione storica del termine in contesti generalmente implicanti una forte disapprovazione, parole più neutrali come interrazziale, interetnico o transculturale si rivelano essere più comuni nell'uso contemporaneo. Il termine, soprattutto nei paesi anglosassoni, dove viene indicato come miscegenation, venne utilizzato fin dal XIX secolo per riferirsi al matrimonio interetnico e alle relazioni sessuali interetnici e, più in generale, al processo di "commistione genetica". Storicamente fu utilizzato nel contesto delle leggi contro la mescolanza razziale che vietarono il matrimonio e il rapporto sessuale interrazziale. Il termine derivante dal latino acquisì un primato storico e penetrò massimamente durante il colonialismo europeo e nel corso dell'epoca delle esplorazioni geografiche.
Il cavallo domestico (Equus ferus caballus Linnaeus, 1758) è un mammifero perissodattilo di medio-grossa taglia appartenente alla famiglia degli Equidi. Con l'avvento dell'addomesticamento si è distinto dal cavallo selvatico, di cui è considerato una sottospecie. L'evoluzione del cavallo è cominciata dai 55 ai 45 milioni di anni fa e ha portato dal piccolo Hyracotherium con più dita, al grande animale odierno, a cui rimane un unico dito. L'essere umano ha iniziato ad addomesticare i cavalli più tardi rispetto ad altri animali, attorno al 5.000 a.C. nelle steppe orientali dell'Asia (il tarpan), mentre in Europa lo si iniziò ad addomesticare non prima del III millennio a.C. I cavalli della sottospecie caballus sono tutti addomesticati, sebbene alcuni di questi vivano allo stato brado come cavalli inselvatichiti, diversi dai cavalli selvaggi che, invece, non sono mai stati addomesticati. Uno studio del 2018 dell'Università del Kansas ha rivelato che anche i cavalli di Przewalski, precedentemente ritenuti gli ultimi cavalli selvaggi rimasti, sono in realtà i discendenti inselvatichiti di cavalli che erano già stati addomesticati 5500 anni fa nel nord dell'attuale Kazakistan dal popolo Botai. Il cavallo ha accompagnato e accompagna l'uomo in una notevole varietà di scopi: ricreativi, sportivi, di lavoro e di polizia, bellici, agricoli, ludici e terapeutici. Tutte queste attività hanno generato vari modi di cavalcare e guidare i cavalli usando ogni volta i finimenti più appropriati. L'uomo trae dal cavallo anche carne, latte, ossa, pelle e capelli, nonché estratti di urine e sangue per scopi farmaceutici. La femmina del cavallo, chiamata giumenta, ha un periodo di gestazione (gravidanza) dei puledri di circa undici mesi, al termine dei quali il piccolo, una volta partorito, riesce a stare in piedi e a correre da solo dopo pochissimo tempo. Solitamente l'addomesticamento avviene dopo i tre anni di vita dell'animale. A cinque anni è completamente adulto, con una prospettiva di vita che si aggira sui 25-30 anni. Il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici. Le razze di cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, a sangue caldo e a sangue ardente, come i purosangue). Il tipo brachimorfo comprende i cavalli da tiro (Shire, Vladimir, Gypsy Vanner, ecc.), il tipo dolicomorfo le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.), mentre il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.). Secondo il Guinness dei primati il cavallo più grande esistito in epoca recente è stato Sampson (poi ribattezzato Mammoth), di razza Shire, alto 2,19 metri e pesante 1525 chili. [1]
Il buddhismo in Pakistan mise radici circa 2300 anni fa sotto l'impero Maurya del re Ashoka, che Jawaharlal Nehru una volta definì "il più grande tra qualsiasi altro re o imperatore". La lunga presenza della fede buddhista è parte integrante della storia in questa regione la quale, nel corso del tempo, entra a far parte dell'area interna della Battriana, del Regno indo-greco, dell'impero Kusana e dell'antica India attraverso il Punjab e la cultura presente nella valle del fiume Indo, zone quest'ultime che fanno oggi parte della nazione pakistana. Lo studioso buddhista Kumāralabdha di Taxila è paragonabile ad Āryadeva, Aśvaghoṣa e Nāgārjuna. Nel 2012 il "National Database and Registration Authority (NADRA)" ha indicato che la popolazione buddhista contemporanea del Pakistan era di 1492 titolari adulti di documenti d'identità nazionali (CNICs); la popolazione totale dei buddhisti è quindi improbabile che ammonti a più di qualche migliaio di individui.
Il buddhismo in Asia centrale si riferisce alle forme buddhiste monastiche esistenti nella regione geografica presa in considerazione, le quali furono storicamente particolarmente diffuse lungo il percorso denominato "Via della seta". La vicenda storica si dipana ed è strettamente correlata alla trasmissione del Dharma in tale territorio soprattutto durante il primo millennio dell'era volgare.