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Storia di Samoa

Le più antiche testimonianze della presenza dell'uomo alle Samoa sono i resti di un villaggio lapita, in parte sommerso, nella laguna presso Mulifanua, sull'Isola di 'Upolu. I risultati della datazione con il carbonio 14 fanno supporre che il sito risalga al 1000 a.C. Gli archeologi hanno portato alla luce, in vari punti delle isole, oltre un centinaio di piattaforme in pietra a forma di stella. Si ritiene che queste piattaforme, chiamate «tumuli a stella», fossero usate per prendere al laccio i piccioni selvatici, un tempo uno dei passatempi preferiti dai matai (capi). A Savai'i sorge anche il Tumulo di Pulemelei, la più grande struttura antica del Pacifico. Intorno al 950 d.C. i guerrieri della vicina Tonga stabilirono il proprio dominio su Savai'i per poi procedere alla volta di 'Upolu. Furono infine respinti da Malietoa Savea, un capo samoano il cui titolo malie toa (guerriero coraggioso) deriva dall'appellativo con cui lo salutarono i tongani al momento della ritirata. Le isole strinsero rapporti anche con le Figi, da dove secondo la leggenda provenivano le due ragazze che introdussero nelle isole l'arte dei tatuaggi. I samoani, tuttavia, non si fidarono mai completamente dei propri vicini, come dimostra il termine togafiti (tonga fiji), che significa «imbroglio».

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