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La Pedemontana Piemontese è una strada extraurbana principale italiana in attesa di approvazione da parte del CIPE, il cui tracciato collegherà Biella all'autostrada A26, all'altezza del comune di Ghemme.Concepita originariamente come autostrada Santhià (A4)-Biella-Ghemme (A26), nel progetto definitivo del 2018 la strada è stata declassata a extraurbana principale e il tracciato limitato al solo tratto Ghemme (A26)-Masserano, dove proseguirà senza soluzione di continuità sull'esistente extraurbana principale SP 142 VAR, il cui rientro ad ANAS è previsto nel 2019.
Il Corridoio plurimodale Tirreno-Brennero, conosciuto anche con l'acronimo Ti.Bre, è un raccordo autostradale in costruzione, che collegherà l'autostrada della Cisa A15 Parma-La Spezia in località Fontevivo (Parma), laddove vi è l'interconnessione con l'Autosole A1 Milano-Napoli, con l'autostrada del Brennero A22 Modena-Brennero in località Nogarole Rocca (Verona), per un totale di 84,350 km. Il primo lotto della nuova autostrada, che comprende un tracciato di 9,5 km tra Fontevivo-Trecasali e Terre Verdiane, è in costruzione dal settembre 2016 e l'ultimazione è prevista per il febbraio 2020.
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) è un organismo statale italiano istituito con legge 27 febbraio 1967, n. 48, art.16. Il Comitato è presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri ed è costituito in via permanente dal Ministro dell'economia e delle finanze, che ne è Vicepresidente, e dai Ministri per gli affari esteri, dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, delle infrastrutture e trasporti, del lavoro e politiche sociali e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Alcuni membri tecnici esterni alla compagine ministeriale come, per esempio, il presidente dell'ISTAT, il Governatore della Banca d'Italia e il segretario della Programmazione possono partecipare alle sue riunioni, ma non possono esprimere con voto il loro parere.
Il Comitato interministeriale dei prezzi (CIP) fu fino al 1993 l'organo dello Stato italiano deputato al controllo dei prezzi. Istituito con il dll 374/1944 (integrato successivamente dal dll 374/1946 e dal dlcp 896/1947]) era presieduto dal presidente del Consiglio e composto dal ministro per l'industria, il commercio e l'artigianato (che poteva presiedere in delega), da quello delle finanze, del tesoro, dell'agricoltura e foreste, dei trasporti, dei lavori pubblici, del commercio estero, del bilancio, del lavoro e previdenza sociale e delle partecipazioni statali. Ai ministri sono associati, con le stesse prerogative, tre esperti, nominati dal presidente del Consiglio. Il comitato si avvaleva della collaborazione della Commissione centrale prezzi (composta da rappresentanti delle amministrazioni dello stato e delle regioni a statuto speciale, rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria e dei consumatori ed il segretario del CIP). Gli organi periferici del CIP sono i Comitati provinciali prezzi, presieduti dal refetto. Con l'istituzione delle regioni, a partire dal 1977 le funzioni dei Comitati provinciali furono assorbite dalle nuove amministrazioni di rango superiore (dpr 616/1977). La legge attribuiva al CIP poteri molto estesi tra cui la possibilità di fissare il prezzo di qualsiasi merce in qualsiasi fase del commercio, anche nell'import-export, e di stabilire i prezzi dei servizi. Il CIP poteva disporre il sequestro delle scorte agricole e stabilirne il prezzo di vendita. Inoltre poteva autorizzare i CCP a limitare gli scambi interprovinciali di determinate merci. Oltre ai poteri dispositivi disponeva di poteri ispettivi nei confronti delle imprese per l'accertamento dei costi di merci e servizi Con il dpr 626/1968 fu istituito un rapporto subordinato tra il CIP e il CIPE (Comitato per la programmazione economica) per cui il CIP si attiene alle deliberazioni del CIPE (art. 2).